Nuove invenzioni della propaganda islamofoba: “lo stupro islamico”

di Enrico Galoppini

colonia-abusi-su-90-donneDevo dire che più ci penso e meno mi convince questa storia degli “stupri di massa” a Colonia la notte di Capodanno. Secondo me si tratta di qualche cosa di “architettato” a livello propagandistico, di preparato con cura, tant’è vero che hanno aspettato qualche giorno per cominciare a martellarci nella consueta maniera. Ora non so chi sia dietro quest’operazione, ma di sicuro ci si attende qualche risultato.

Considerate infatti cosa vuol dire mettere le “mani addosso alle donne” nella società moderna occidentale: il massimo dello schifo e dell’intollerabile. Mentre finché ti staccavano il braccio col machete, ti picconavano alle spalle come Kabobo o ti facevano l’Arancia Meccanica in casa non scoppiava nessuno “scandalo”. Come mai?

Invece stavolta, sfruttando il cliché della “misoginia islamica”, hanno preso la palla al balzo per affermare che si tratta di “stupri islamici”.

Chi mi legge sa come la penso sull’immigrazione di massa: non sono d’accordo perché predispone un elemento essenziale per farci diventare una copia degli Stati Uniti, non solo dal punto di vista della “macedonia etnica” (ché quello sarebbe il problema minore), ma anche e soprattutto perché è quando decade l’omogeneità etica e culturale che il “mercato”, col suo modello economico, sociale ed antropologico, non trova più ostacoli.

Con la “società multietnica” la democrazia parlamentare, quest’insulso allungare il brodo delle contrapposizioni illusorie, va avanti all’infinito, ed è quello che vogliono. È il trionfo del politicamente corretto, del moralmente corretto: tutto ci viene rinfacciato, fino al punto che anche l’immigrato impara a menadito la filastrocca antifascista, lo strumento per antonomasia della nostra riduzione all’impotenza politica.

islamofobiaMa quest’episodio degli “stupri di massa” a Colonia mi sembra una bella farsa montata ad arte, che anche se corrisponde a qualcosa di vero viene sfruttata oltre ogni decenza per alzare il livello della paura verso l’Islam e dunque quello del consenso per un eventuale coinvolgimento in una guerra in difesa dei “nostri valori” (gli stessi dell’America) contro quelli “islamici”. Tra i quali, secondo certi infami con licenza di scrivere, vi sarebbe anche lo stupro, quando in realtà i numerosi problemi di ordine pubblico che chiunque può riscontrare anche per esperienza diretta sono determinati dall’eccessivo ed incontrollato afflusso di allogeni, musulmani o non musulmani che siano.

Oltretutto, è davvero ridicolo affermare che chi si azzarda a molestare una donna sia una persona religiosa. Nessuna religione autorizza chi la pratica con coscienza a palpeggiare, molestare e addirittura violentare le donne nella pubblica via! È mai stata scomodata la religione (cristiana: cattolica o ortodossa) tutte le volte che donne italiane sono state oggetto di aggressioni sessuali da parte di maschi dell’Europa orientale? È successo purtroppo un sacco di volte ma nessuno ha mai posto il problema della compatibilità dei “nostri valori” con quelli di questi ospiti.

E allora ci si faccia furbi, si smetta di reagire come automi e si cerchi di capire che cosa si nasconde dietro quest’ennesima “notizia” terrificante.

Gli articoli de Il Discrimine possono essere ripubblicati, integralmente e senza modifiche (compreso il titolo), citando la fonte originale.

There are 10 comments for this article
  1. Paolo at 12:07 pm

    Penso anch’io così, anche se alcuni che stanno o sono stati all’estero dicono che invece questa è una normalità. Evidentemente non capiscono che, proprio perchè accadono, questa volta l’hanno provocata apposta, ma non gli immigrati, per uno scopo che bisogna vedere a che gli serve. Insomma, tutto studiato a tavolino…poi anche questa potrebbe essere una tesi sbagliata, chissà?

  2. Giacomo Simoncini at 11:11 pm

    Buongiorno signor Galoppini, la leggo sempre volentieri da diverso tempo.
    Quello che dice qui sopra contrasta con quello che mi riportano diversi testimoni oculare, in specialmodo del Nord Europa, veda qui per esempio:

    https://www.righton.net/2016/01/11/coverup-and-whitewash-in-swedens-power-triangle/

    Cioè un sostanziale insabbiamento per via mediatica quando i crimini sono commessi da islamici e immigrati scuri, con casi di impunità bella e buona, questo in special modo nei paesi scandinavi e in Francia.

    Distinti saluti

    G.C.

    • il discrimine Author at 11:37 am

      Capisco che si possa avere una reazione di questo tipo, ma sinceramente, mi creda, il problema non deriva da una sorta di “Signor Islam”, ma dalle persone che se ne fanno schermo per coprire le loro paturnie. Con la religione è facile scadere in questo. Idem dicasi per le ideologie, che della religione sono una scimmiottatura.
      La invito a rileggere attentamente l’articolo, nel quale non ho escluso che fatti gravi si siano verificati a Colonia ed in altre città tedesche. Ma scrivevo anche che di questi fatti ne son già successi a bizzeffe, e per mano di gente di altre religioni e culture, senza che per questo sia stato posto (fortunatamente, aggiungo) un “problema”.
      Il problema è invece l’immigrazione di massa, fuori controllo e assolutamente contraria ad ogni buon senso, come mi sono sfrozato di argomentare sia in questa sede che altrove (per esempio sulla rivista “Eurasia”).
      Enrico Galoppini

      • Bauhaus at 3:23 pm

        Sarebbe forse appena il caso che approfondisse il Corano e la tradizione, in particolare gli aḥadīth. Scoprirebbe che l’idea di stuprare per sottomettere l’infedele, l’apostata e il diverso non è affatto peregrina come va sostenendo nel suo post. E poi, rivolgendosi alla cronaca estera, scoprirebbe che non è neanche un’usanza caduta in disuso o il gesto incomprensibile di pochi folli isolati. Ma forse spreco il mio tempo, perché chi non vuol vedere non vede, come spesso accade quando si parla di religioni o ideologie.

        • il discrimine Author at 2:33 pm

          Mi citi pure un passo Coranico o un hadîth (pl. ahâdîth) che giustifichino lo “stupro”… Lei fa forse riferimento allo status dello schiavo e della schiava a seguito di una guerra? Ma allora collochi le Sue osservazioni nell’ambito specifico di pertinenza, che è quello giurisprudenziale relativo alla guerra e al “bottino di guerra”. Nessuna fonte del diritto islamico giustifica in alcun modo la violenza sessuale. Saprà anche che per la fornicazione (e non il solo adulterio), cioè anche un rapporto sessuale tra non sposati, sono previste delle pene, no? Ma non confondiamo le cose… Ma poi, mi chiedo, perché devo perdere il mio tempo a discutere con chi non si firma e nemmeno lascia un indirizzo di posta valido?
          E.G.

  3. samael at 7:51 pm

    non credo ai complotti sennò diventiamo tutti pazzi. credo che qualcuno abbia interessi a cavalcare la paura, uno dei cavalli di ares. credo che invece che nessuno abbia il coraggio di parlare della situazione svedese, nessuno vuole dire la verità sulle periferie francesi, nessuno parla mai della situazione fallimentare della società multietnica. credo nel giro di interessi che ruota intorno all accoglienza dei profughi clandestini immigrati. credo pure che tutto è manipolato, ma non da adesso eh….

  4. Gianfranca Spini at 9:21 pm

    A me non stupisce quanto è successo a Colonia. Ho vissuto qualche anno in Bahrein ( la Svizzera araba) e nonostante noi europee vestissimo in modo castigato, eravamo considerate alla stessa stregua delle prostitute. Più volte mi è stato offerto denaro in cambio di prestazioni sessuali.

  5. Gianfranca Spini at 5:13 pm

    Galoppini si legga il documentatissimo libro di Mona Eltahawy sulla situazione della donna nei paesi arabi. Mai sentito parlare del taharrush? Consiste in molestie a sfondo sessuale praticate da gruppi di uomini nei confronti di una donna indifesa, ne fu vittima in Egitto anche la giornalista Lara Logan. A Colonia i mussulmani hanno fatto quello che fanno normalmente a casa loro alle loro donne, trattate come schiave.

    • il discrimine Author at 8:20 am

      No, del “tahàrrush” non avevo mai sentito parlare… Mi dispiace, eppure insegno Arabo. Si vede che non sono particolarmente attento alla “cronaca” e ai “costumi” delle popolazioni arabofone. Si dà infatti il caso che di “tahàrrush”, sul quale ora sono tutti informatissimi (!) manco fosse uno dei cardini della civiltà arabo-musulmana, non si sia mai parlato prima dei “fatti di Colonia” (o delle proteste di Piazza Tahrir al Cairo, il che qualificherebbe questa “famosa” e recentissima pratica come egiziana e basta). Ma ora si deve ripetere da tutte le parti che questa è un’abitudine “araba”, dal Marocco all’Iraq. E chi se ne frega, ripeto, se l’immigrazione (che NON è solo “islamica”) ci ha portato anche delizie come i machete sui treni, le picconate alla Kabobo o l’Arancia Meccanica in casa. No, l’indignazione universale scatta solo se in pericolo ci sono le donne (che tra l’altro lo erano già, tahàrrush o non tahàrrush).
      Meno male che in tutto questo ennesimo marasma c’è qualcuno che s’è preso la briga di fare una ricerca, e questi sono i risultati (dal sito Comedonchisciotte.org, commento di “makkia” ad un articolo di Marcello Foa pubblicato originariamente su “Il cuore del mondo”, uno dei blog de “Il Giornale”, in data 14.1.2016):

      Taharrush.
      Che strana parola. Proviamo a googlare: 1.200.000 risultati (minkia, però!). I link sono tutti recentissimi (ovvio? Beh, mica tanto: a meno di 2 settimane del fattaccio 1.200.000 pagine web parlano del Taharrush… Mah).

      Ma se è una pratica così diffusa, si dovrebbe trovarla anche prima. Sarà senz’altro conosciuta prima del capodanno Colognese.

      Proviamo con wikipedia.
      C’è.
      E’ un articolo controverso, tanto che è a rischio cancellazione. Vuol dire che non c’è accordo fra i wikipediani sul contenuto.
      Ma per adesso c’è ancora e allora leggiamo:
      Dice che non è affatto un “gioco tipico di alucni paesi arabi (segue elenco)”.
      Dice invece che è una molestia sessuale e che è stata usata nella primavera egiziana, dalla polizia di Mubarak, contro le donne. Dopo la rivoluzione, sotto i Fratelli Musulmani di Morsi, la pratica dilaga ulteriormente. (Wiki cita anche Colonia, naturalmente)

      Cioé dice che è una pratica tipicamente EGIZIANA (non parla degli altri paesi arabi), usata per PUNIRE delle attiviste arabe dei diritti delle donne che erano in piazza (assieme agli altri illusi che pensavano di cambiare qualcosa con una rivoluzione organizzata dagli USA).
      Quanto ai Fratelli Musulmani: come tipico dei fondamentalisti, non solo riprendono le pratiche repressive dei governi che li precedono al potere (cosa successa sia in Afghanistan che in Iran), ma le PREDICANO come Sha’ria. Cioé come DOVERE del singolo cittadino. Ed ecco che qualunque sfaccendato e psicolabile si improvvisa giudice, giuria ed esecutore.

      Mhhh…
      un po’ diverso da come ce la pongono Foa e una CATERVA di fonti giornalistiche.

      Ma Google permette di filtrare per data le ricerche.
      OK, filtriamo tra gli 1.200.000 link, quante volte Taharrush esisteva prima dei fatti di Colonia.
      Diciamo tra il 1-1-2015 e il 25-12-2015, cioé PRIMA di Colonia.
      380.000 risultati.
      Peccato che parlano sempre di Colonia.
      Cioé ci sono pagine e pagine di link, dove la data è magari 18 gennaio 2015, ma se leggi ti accorgi che l’articolo conosce bene i fatti di Colonia. Oppure è un articolo vecchissimo che parla di tutt’altro, ma nella “barra laterale” ci sono le ultime new e parlano ancora di Colonia (Google trova il termine Taharrush in pagine che effettivamente gli risultano vecchie come data, ma non può sapere che quella parola esiste in una parte della pag che è aggiornata a oggi)

      Mhhh…

      Limitiamo la ricerca alle SOLE date del 2013.
      170.000 risultati.
      Guardo i primi link e finalmente non si parla di Colonia: si parla solo della primavera araba. Egitto è in tutte le “headline”. Di altri paesi arabi non c’è l’ombra… Ma dopo i primi 6-7 link riecco Colonia in tutte le salse.

      In effetti, scavando meglio, si scopre che Taharrush è semplicemente la traduzione di “molestia sessuale”.
      Che è un termine entrato di recente (intorno al 2000) nel lessico egiziano, su pressione dalle attiviste dei diritti delle donne, in quanto la cosa che più si avvicinava, precedentemente, corrispondeva a “corteggiamento”.
      Cioé non esisteva proprio un modo per descrivere le attenzioni non desiderate e i palpeggiamenti (in fondo anche da noi il pappagallo molesto è convinto di essere un corteggiatore e chi fa la mano morta non pensa di fare del male).

      La molestia di gruppo esiste eccome, soprattutto durante gli assembramenti e festeggiamenti (come da noi), e si tramuta talvolta in stupro (come da noi) e si chiama Taharrush game’a.
      Dove “game” non ha niente a che fare con l’inglese “game” (gioco): vuol dire “di gruppo”.
      Nessuno “gioco tipico” dell’Islam, ma una cosa sporca e schifosa che noi occidentali conosciamo benissimo perché la pratichiamo anche noi.

      Il potere egiziano (incarnato sia dagli sbirri di Mubarak che dai pii Fratelli Musulmani di Morsi) ha usato il Taharrush Game’a per punire le donne, trasformandolo una pratica piuttosto rara in un “attrezzo” della lotta politica.

      La faccio breve: ENNESIMA BUFALA DEI MEDIA.

      Hanno preso una cosa che non c’entra un ca##o col “gioco erotico di massa tipico dei musulmani”.
      Non è mai esistito come gioco se non nella testa di qualche furbone del Mossad o della CIA. L’hanno passata agli “amichetti” (magari pure in buona fede, come Foa).
      BOOM.
      Adesso noi e tutto il milione e due di link internettiani sappiamo cos’è il Taharrush.

      Peccato che sia un’altra cosa.

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