Una proposta innovativa per le “Pari Opportunità”

di Enrico Galoppini

torino_prideSta facendo discutere la nomina, da parte del neosindaco di Torino Chiara Appendino, di un noto esponente delle campagne per i “diritti GLBT” ad assessore alle Pari Opportunità.

Ma a costo di essere noiosi e ripetitivi, bisogna ripetere la solita premessa: è un’altra questione posta male.

Se infatti, da una parte, contrari alla nomina, vi sono tutti quelli che vedono come il fumo negli occhi non solo l’omosessualismo militante ed ostentato ma anche gli omosessuali in quanto tali, dall’altra, giulivi e sprizzanti gioia da tutti i pori, abbiamo i “progressisti” d’ogni ordine e grado, che finalmente vedono realizzarsi un “sogno”.

Il Comune di Torino è anche quello che per primo ha istituito un “Servizio GLBT” che fa parte del Settore Pari Opportunità e Politiche di Genere. Inoltre, il “Gay Pride all’ombra della Mole”, che quest’anno compie dieci anni, è uno dei più importanti appuntamenti in Italia del suo genere, così come sta diventando “imperdibile” il Torino Gay&Lesbian Film Festival.

Dunque non sorprende questa nomina, considerata anche l’ideologia di fondo del Movimento Cinque Stelle.

Né dovrebbe essere motivo di scandalo, poiché è evidente a chi ha capito l’antifona che un assessorato di questo tipo, per dirsi davvero “compiuto”, non poteva che vedere un militante omosessualista sedersi in Consiglio Comunale.

Il problema sta in ben altro.

Intanto, un assessorato per le Pari Opportunità, che a livello locale replica l’analogo ministero, può avere un senso solo in una civiltà completamente allo sbando, nella quale la soddisfazione di ogni schiribizzo dell’individuo diventa rilevante a livello sociale e dove la confusione – a partire dalla basilare definizione dei due sessi, confusi coi “generi” – regna sovrana.

Questo è il problema di fondo. Nel dettaglio, poi, una volta appurato che un simile assessorato abbia un senso, si potrebbe rilevare che ben altri, in questo sistema dominato dal profitto e dalla speculazione finanziaria, sono i vulnus portati alle “pari opportunità”.

asfaltatura_stradaPerché mai c’è chi si spacca sotto il sole ad asfaltare le strade, o chi si sgroppona dieci ore di pulizie al giorno, oppure chi spurga le fogne per portare la pagnotta a casa senza guadagnare un tubo, mentre chi armeggia coi pc delle società finanziarie, chi mette una firma per “autenticare” un documento, chi ti vede una mezzoretta scarsa per una “visita specialistica” senza sapere nulla di te e del tuo malessere eccetera eccetera guadagnano fior di quattrini?

L’assessorato alle Pari Opportunità deve forse occuparsi d’altro?

Bene, che s’istituiscano allora ministeri ed assessorati ai Pari Stipendi, o quantomeno ispirati ad una minima decenza in fatto di equità retributiva.

Oltretutto, le fogne vanno stasate per forza, mentre tutte queste “parcelle” dei “professionisti” sono appositamente gonfiate “per legge”, perché, si sa, certe “opportunità” (cioè quella di fregarti) sono più “pari” delle altre.

Adesso finirà che qualcuno mi accuserà di essere “comunista”. E vada pure, se pretendere “pari opportunità” in fatto di trattamento retributivo è da “comunisti” e non da “radical chic”.

Altro che “reddito di cittadinanza” (la versione del terzo millennio dei panem et circenses elargiti gratuitamente per tenere a bada la massa). Per sveltire la pratica ed arrivare subito al sodo, si potrebbe attribuire quest’incarico ad un sindacalista della Fiom, o al capo dei Marxisti-Leninisti più estremisti che ci siano, o addirittura alla reincarnazione di Pol Pot, che non ci lascerebbe in proprietà privata nemmeno le mutande.

comunistiCi sarebbe da ridere. Non solo la “destra” (“moderata” o “populista” che sia) si metterebbe di traverso in nome di qualche non ben definita “libertà”, ma vedremmo sulle barricate anche tutto il sinistrume politicamente corretto, che plaude al Papa quando ci predica “l’accoglienza” e che stravede per un certo “pauperismo” moraleggiante. Questi signori, così disinteressati al “mondo” ed amanti del buon cibo e dei “salotti culturali” nei quali si riproduce il consenso (persino dei sottomessi) verso un sistema ingiusto a partire da inaccettabili disparità salariali, subirebbero un trauma talmente irrimediabile che andrebbero in depressione perenne e si suiciderebbero, togliendo finalmente il disturbo e liberando così la società dalla loro mefitica presenza.

Liberi così dalla schiavitù del denaro in virtù del livellamento degli stipendi, le vere Pari Opportunità sarebbero così finalmente realizzate. E molto probabilmente tutta una serie di “lavori di merda” sparirebbero dalla circolazione, una volta che venisse meno l’attrattiva garantita dal lauto guadagno alla faccia di chi lavora per davvero svolgendo mansioni utili per tutti (che non devono essere per forza i lavori forzati, ma rientrano tra quelle anche le attività dell’insegnante e persino dell’artista, naturalmente quando per “arte” non s’intenda la sua pura e semplice negazione).

Meditate gente delle cosiddette “categorie svantaggiate”. Meditate tutti quanti su come vi prendono per i fondelli con questa storiella delle Pari Opportunità. L’ennesima foglia di fico per coprire malamente il marciume di questo sistema, che ha scambiato la realizzazione di se stessi con un posto ambito ed ammirato (e ben pagato) da questa disonorata ed assurda società.

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There is 1 comment for this article
  1. Bennnato Bennati at 2:54 am

    ” La realizzazione di sé stessi” sarebbe in effetti il solo scopo dell’uomo e quello finale cui dovrebbe mirare la “politica” ( ovverosia il potere temporale quale braccio secolare ed ausilio di quello spirituale ), se essa avesse la minima nozione di che cosa una tale ” realizzazione ” significhi, ma siccome non l’ha , le interpretazioni che può darne sono, come quella sostanzialmente psicoanalitica corrente, l’una più deviata dell’altra, tutte finalizzate, il nuovo sindaco di Torino ne sia consapevole o no, alla dissoluzione finale della società e di tutto un mondo.

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