Italici dilemmi: è normale che un “ospite” sia fuori controllo?

di Enrico Galoppini

immigranti_neriQuando si dice “andarsela a cercare”…

Accade un bel giorno che una delle “risorse” del Papa, di Mattarella e della Boldrini, fatta arrivare dall’Africa senza chiedersi cosa possa farci quaggiù ed intenta a ciondolare dalla mattina alla sera per la città, tutto d’un tratto afferra un bastone e si mette a percuotere il primo che passa.

Nel caso specifico, una bambina di otto anni, sotto lo sguardo atterrito dei familiari.

Situazioni inaudite come questa ne sono accadute ormai parecchie, da quando è stato deciso che bisogna solo e sempre “accogliere” il mondo intero.

Quello del pluriomicida e sanguinario Kabobo è il caso più famoso, ma da qualche anno a questa parte se ne son viste di tutti i colori. E non stiamo ironizzando sulla pelle nera di questi “ospiti” imposti alla cittadinanza dall’alleanza del peggior cattocomunismo con la finanza sfruttatrice.

mattarella_boldriniIl problema non è se questo è nero, quello è giallo e quell’altro ancora è bianco. Il problema è che non si può andare avanti così, facendo entrare stranieri alla chetichella in spregio delle più elementari leggi, mentre il suddetto trio, in rappresentanza del “trono” e dell’”altare”, non passa giorno che non intoni la solita filastrocca rassicurante dell’assoluta necessità di “nuovi italiani”, con tono saccente e moraleggiante. Mentre la mitica “ripresa” è puramente chimerica e a chi è italiano da generazioni si suona la messa da requiem ogni santo giorno.

Stavolta all’aggressore è andata di lusso perché c’era una zia, che certo non poteva rivaleggiare con un giovane ed aitante “migrante” (da un marciapiede ad una panchina?), ma nel caso in cui un individuo così ‘pacifico’, preso da chissà quale raptus, commettesse il fatale errore di scatenarsi sui figli d’un padre fumino e manesco, non è garantito che dell’aggressore possa restare qualche cosa d’integro e riconoscibile.

degrado_torinoD’altra parte, a provvedere al “riconoscimento” di queste mine vaganti urbane – che svariate volte ho individuato nella zona teatro dell’increscioso e preoccupante episodio – non ci ha pensato mai nessuno degli organi preposti a farlo, perciò sarebbe anche l’ora che la cittadinanza cominciasse a pretendere qualche spiegazione e ad esigere presso chi di dovere il risarcimento dei danni derivanti dalle intemperanze di questi “poveretti”, che poi tanto messi male non sono se si pensa a come vive una massa d’Italiani anziani e non, completamente dimenticati da queste cosiddette “istituzioni”.

L’unica volta che, a Firenze, un tale più esasperato della media ammazzò a pistolettate degli africani, scoppiò un putiferio, ma di fattacci come quello che stiamo commentando – relegati al massimo nella cronaca locale – nessun politico alla moda si cura, né è fermamente impegnato a creare le premesse affinché non si verifichino mai più. Gli uni, infatti, guadagnano fior di quattrini col “business dell’accoglienza”, gli altri speculano senza alcun costrutto sulla (comprensibile e giustificata) paura di molte persone, spacciatori_parcospecialmente quelle che vivono nelle aree urbane più degradate, dove non manca mai il capannello di “migranti” esotici intenti allo spaccio, al consumo di droga e bevande alcoliche (presso i cosiddetti “market”), o semplicemente al “dolce far niente” (con “paghetta” assicurata). Per non parlare del terrore di quelli che, come questa bambina di otto anni ed i suoi familiari, hanno avuto il ‘piacere’ dell’incontro ravvicinato con uno di questi “ospiti” che qualcuno, più potente di loro e senza interpellarli, ha fatto accomodare in casa nostra per poi fregarsene se non ha nulla da fare e rappresenta una bomba ad orologeria.

Ma per certi “benpensanti” (che un tempo erano “di destra” ed ora sono “di sinistra”, con tutto il loro armamentario di uteri in affitto, nozze gay ecc.) questi non sono fatti gravi. Sono quisquilie, pinzillacchere, fattarelli senza alcuna rilevanza esagerati da chi vedrebbe – per piccolo cabotaggio elettorale –  solo quelli, e gonfiati persino dai diretti interessati (cioè la zia ed i nipotini), che per i più fanatici tra queste “anime belle” avranno avuto pure avuto il torto di trovarsi nel momento sbagliato al posto sbagliato.

immigrazione-colonia-refugees-welcomeEd in un certo senso è vero, perché nei “quartieri chic” dei suddetti detentori della Morale Universale queste scene non si verificano, per il semplice fatto che tutta l’“accoglienza” è a carico dell’odiato e disprezzato “popolino”, che se a un certo punto s’incazza viene pure bollato come “intollerante” e “razzista”.

Parafrasando un detto assai celebre e scurrile, son tutti “tolleranti” ed “accoglienti” con la pazienza degli altri. Che come tutte le cose ha un limite, anche se nemmeno questa volta, data l’attitudine degli italiani a sopportare e ad accontentarsi, verrà verosimilmente superato.

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There are 2 comments for this article
  1. BENNATO BENNATI at 6:54 pm

    Qualche sera fa alla trasmissione televisiva ” La Gabbia” ( mi pare ) , il noto critico d’arte Sgarbi, con la consueta violenza verbale ( serve a zittire preventivamente eventuali contraddittori ) sostenne che siccome le migliaia di africani che migrano nel nostro paese, lo fanno per fuggire alle dittature di casa loro, hanno pieno diritto di farlo, col conseguente nostro obbligo di riceverli.
    Nessuno che abbia obiettato allo Sgarbi che con tale criterio , in considerazione del fatto che nessuno dei regimi politici dei paesi da cui provengono i migranti, ha regole passabilmente liberali, milioni e milioni di africani avrebbero diritto di migrare da noi, di tal che, se poi qui, tutti, non si entrassse più, dovremmo essere noi ( a quel punto ridotti ad una minoranza ) ad andarcene, dove non si sa, il che fa sorgere il fondato dubbio se il processo di decolonizzazione che interessò quei paesi negli anni ’60, siano stato un bene, una cosa giusta, ovvero se quelle genti avrebbero ricevuto maggiore giovamento a restare sotto il dominio dei vari paesi europei ( tesi all’epoca sostenuta da un film documentariodi Gualtierio Jacopetti, che si intitolava ” Africa Addio” e che fece assai scalpore, attirandosi li strali, ovviamente, delle varie sinistre ).
    Si potrebbe quindi pensare, senza tornare ad una ricolonizzazione impossibile, ad una sorta di tutela, collaborazione, protezione che dire si voglia, che i paesi europei, in primis il nostro, potrebbero esercitare su quei paesi ( d’intesa ovviamente con i popoli e le loro classi dirigenti ) , fornendo loro finanziamenti e tecnologie, ma controllandone direttamente l’impiego e imponendo il rispetto di precise regole giuridiche ( di tal che nessuno potesse più lamentarsi di diritti naturali violati, arbìtri, vessazioni, violenze ecc. ) , in cambio ricevendo possibilità di nuovi mercati nonché di opportunià di lavoro per tecnici, collaboratori, istruttori ecc., che saremmo noi a fornire.
    Se la cosa funzionasse, il fenomeno migratorio, sarebbe eliminato alla radice.
    Attendiamo fiduciosi che il nostro Paesi sferri nuna offensiva diplomatica in tal senso.

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