Le veline del regime: parlare sempre bene della Corona britannica

di Enrico Galoppini

elisabettaIIAlcuni giorni fa, a “Costume e società” del Tg2, han dato un servizio su una signora italiana che colleziona tutto ciò che ha a che fare con la Regina d’Inghilterra.

Una cosa patetica. Ma niente di nuovo, fondamentalmente, perché si tratta della pluridecennale propaganda volta a creare consenso intorno a quella “famiglia reale” che, non lo dimentichiamo, è a capo della Chiesa Anglicana, ovvero la prima vera scissione settaria e “particolaristica” che ha preceduto quella di Lutero.

Così come la “rivoluzione” di Cromwell ha preceduto quella Francese, ponendo le basi per la creazione della Banca d’Inghilterra e della Gran Loggia d’Inghilterra, dalle quali gran parte della sovversione moderna ha avuto origine.

Ma i manuali in uso nelle scuole glissano sul tema e focalizzano l’attenzione sulla “riforma” partita dalla Germania, che tra l’altro ha il pregio di rinforzare il pregiudizio sulle religioni che alimentano le guerre. Mentre sviando l’attenzione da Cromwell si evita di confrontarsi col problema del regicidio avvenuto ben prima di quello poi andato in scena in Francia, e soprattutto con quello di che cosa è una “Monarchia Costituzionale”. Che significa questo: la rinuncia – pretesa poi da tutte le altre corone con ogni mezzo – a concepirsi come di “diritto divino”, il che è come negare l’esistenza di Dio, se Questi non investe qualcuno qui sulla terra di un ‘vicariato’. O affermare la sovrana (!) indifferenza divina per le vicende umane, il che è praticamente lo stesso.

Se poi ci aggiungiamo i vari “paradisi fiscali”, quasi tutti infeudati all’Inghilterra, tipo Jersey, Guernsey, Isole Cayman eccetera, mentre qua fa notizia anche un bar che non fa lo scontrino, il quadro della mistificazione è completo.

Un quadro di servile e disgustoso servilismo verso questa dinastia, da presentare sempre e comunque bene, anche quando ingerisce pesantemente nei nostri affari interni ed offre uno spettacolo che ha a che fare più coi Borgia piuttosto che con quel pettegolezzo leggero che alimenta le leggenda di gente potentissima ma comunque da rispettare e addirittura da ammirare.

no_gadget_fascistiChissà perché, infatti, se uno colleziona oggetti riguardanti Elisabetta II diventa simpatico, mentre chi fa la raccolta di souvenir dedicati a Mussolini viene visto malissimo dai medesimi apparati d’imbonimento collettivo. Con qualcheduno più realista della… regina che vorrebbe mandare in galera e multare chi svolge questo commercio, che ha sempre “tirato” e se esiste da settant’anni e siamo ancora tutti “democratici” vuol dire che non è poi tutto questo gran problema.

Perché se misura dello scandalo di questi antifascisti sono i “crimini” da addebitare sul conto del personaggio che ispira quest’oggettistica, con matematica certezza si può affermare che se guardiamo ai fatti, e non alle chiacchiere, non esiste ‘partita’, trovandosi sulla coscienza dell’Inghilterra e dei suoi monarchi una quantità tale di nefandezze dal porre l’Italia ed il suo dittatore nel novero degli aspiranti dilettanti.

Ma che bazzecole saranno mai “la schiavitù in Giamaica, la grande fame irlandese, la guerra dell’oppio in Cina e la rivolta dei Boxers, la rivolta dei Sepoy in India, la colonizzazione dell’Egitto, la crisi di Suez e la guerriglia dei Mau Mau fino alla stretta alleanza con l’imperialismo americano sfociato nell’aggressione libro_nero_impero_britannicoall’Iraq”? Quali quisquilie rappresenterà “una sequenza ininterrotta di drammatici avvenimenti [che] ha scandito la storia del dominio coloniale britannico nel mondo, compresso le potenzialità di sviluppo di numerosi Paesi e creato focolai di tensioni che ancora oggi rappresentano una minaccia destabilizzante per la pace mondiale”? E che pinzillacchere volete che siano “una serie di drammatici episodi di violenza e rapina esercitata dai colonialisti britannici contro le popolazioni appartenenti a quello che fu per secoli il più vasto impero del pianeta”? “Pagine di storia poco conosciute o sulle quali quasi sempre si sorvola ma che non hanno perso d’attualità, influenzando in modo decisivo e perverso lo sviluppo successivo delle popolazioni del così detto Terzo Mondo”. Pagine de Il libro nero dell’impero britannico, di John Newsinger, la cui traduzione in italiano non farà piacere a tutti gli anglofili della “Colonia Italia”, dal primo all’ultimo antifascisti in servizio permanente effettivo.

Quello che forse non è chiaro a molti italiani scimuniti è che tutto, ma proprio tutto l’antifascismo ha mandanti inglesi, da quello antemarcia a quello dopo la “Liberazione”, passando per tutto il Ventennio, quando proprio Londra (sì, la stessa della famosa “radio”) era la fucina delle trame più subdole volte a mandare in rovina il Fascismo e la sua opera di edificazione dello Stato.

Quello Stato del quale, proprio a partire dal famoso convegno sul panfilo reale “Britannia” del 1992, venne pianificato dall’Inghilterra il sistematico smantellamento, da attuare anche grazie ad un’adeguata campagna stampa denigratoria mirata a svalutarlo e renderlo inviso agli occhi degli italiani.

In queste tristi e deplorevoli condizioni, ci si può ancora meravigliare che le veline di questo regime impongano di parlare sempre bene della Corona britannica?

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There are 3 comments for this article
  1. Paolo at 6:38 pm

    Senza dimenticare che in quel maledetto paese c’è la banca di un criminale, autore con la sua stirpe, di tutte le guerre, rivoluzioni e terrorismi vari negli ultimi secoli. Stiamo imparando a conoscerli solo ora ed il loro cognome è segno di denaro e di morte…ROTHSCHILD. Prima il mondo si libererà da quei mostri e meglio sarà. Siamo in 7 miliardi, 7 miliardi di pecore.

  2. Lorenzo Tiberio at 11:36 pm

    Adesso ho capito perchè a noi Italioti ci prendono tutti a pesci in faccia!
    Sinceramente mi sorge spontanea una domanda: ma la signora in questione non ha un kaiser da fare nella vita che collezionare la ” Beneamata” Regina della terra d’Albione??? Invece di collezionare oggettistica (leggasi paccottiglia) della “Regina” perchè in questo paese non si imparano a collezionare virtù e nobili aspirazioni quali Dio, patria e famiglia???

    Non prendetevela con me cari Italioti. Dopotutto era solo una mia modesta opinione!

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