A proposito dei fatti di Colonia

di Gianluca Marletta

Le civiltà muoiono di suicidio non di omicidio
Arnold J. Toynbee

marianne_nudaCi sarebbero un milione di riflessioni da fare su quello che é successo in Germania a Capodanno.

Qualcuno tira in ballo il fatto che gli “stupratori” organizzati fossero nordafricani e quindi “islamici” (islamici come sono “cristiani” i turisti sessuali europei che si accaparrano le bambine di nove anni in Thailandia…).

In realtà, più che feroci jihadisti, i tizi di Colonia sembravano solo ragazzotti annoiati e un po’ delusi… esattamente come i tanti ragazzotti “occidentali e bianchi” che alla fine di una nottata in discoteca, davanti alla promettente fanciulletta che si “ostina” a non concedersi, passano alle vie di fatto e si prendono con la forza quello che credevano fosse loro “di diritto”!

È terribile? Fa schifo? Forse é solo meschino e banale.

Questi ragazzotti magrebini conoscevano l’Europa dalla tivvù, si attendevano esattamente quello che si aspettano i nostri ragazzi la sera in discoteca: un facile Postribolo a buon mercato! Tutto qui.

D’altronde siamo o non siamo la società delle “libertà”? E i paletti a tali “libertà” chi li dovrebbe mettere?
La Chiesa (che non conta più un tubo)? La Merkel? I giornalisti di Charlie Hebdo?

Noi siamo la società della “scimmia”, l’unica società della storia senza spiritualità, la “Marianne” a seno nudo, ubriaca… Loro, i visitatori, agiscono di conseguenza!

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There is 1 comment for this article
  1. Bennnato Bennati at 1:48 pm

    Concordo
    Si aggiunga il trauma dell’impatto del passaggio dalla comunità di origine magrebina, tutt’ora ( se non in tutto, in parte ) legata a condotte, costumi, valori d’antan ( come ancora negli anni ’50 ) poteva esserlo il nostro meridione ( ad es. la passeggiata domenicale, le ” vasche” dei centri di provincia, con le ragazze procedenti da un lato della strada – il ” corso” – i ragazzi dall’altro ), alle attuali comunità occidentali ( dove lo stesso termine di ” comunità” è ormai quasi un modo di dire, tanto sono atomizzate, polverizzate quanto a comportamenti e valori ) il cui asse portante ( se un “asse” ancora l’ha ) è la libertà sessuale ( e non solo fra uomini e donne – indifferentemente se liberi o coniugati ché è un tutto un cacciucco – ma anche fra uomini e uomini, donne e donne ) .
    Sulla fine degli anni’50 comparve nelle nostre sale cinematografiche un film all’epoca assai reclamizzato e che fece scalpore ( rigorosamente vietato ai minori di 16 anni e che io vidi mentendo come d’abitudine sull’età ) , ” Rocco e i suoi fratelli ” per la regia del nobiluomo comunista Luchino Visconti ( ovviamente, all’epoca, l’appartenenza al PCI era una garanzia, specie per i film a sfondo sociale , per il successo di critica e di pubblico della pellicola, quella del cinema essendo stata una ” casamatta” espugnata fra le prime dai corifei della religione marxista leninista ) , narrante, attraverso le vicissitudini di tre fratelli immigrati al nord ( vicissitudini purtroppo anche di rilevanza penale ) la storia di una famiglia meridionale a sfondo matriarcale , già assai unita, che veniva a disintegrarsi ( sia nei suoi valori di origine, sia negli stessi rapporti fra i componenti ) nell’incontro/ scontro con la realtà milanese dell’epoca.
    Mi pare che considerazioni analoghe possano essere fatte anche per le condotte degli immigrati magrebini che debbono ancora assuefarsi agli attuali codici comportamentali occidentali, per cui se vuoi una ragazza con cui accoppiarti , non le metti le mani addosso di brutto , ma vai in discoteca, vestito come ci si veste quando si va in discoteca, ti agiti come ci si agita quando si va in discoteca, insomma partecipi a questo rito sociale con tutte le formalità previste dal rito stesso, dopo di che hai titolo, col pieno consentimento della patner, di appartarti con lei e stop.

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