Come ti manipolo il tele-suddito: la grottesca caricatura dell’Islam dei talk show

di Enrico Galoppini

pluralismotalkTi riprometti di non perdere mai più nemmeno un minuto della tua vita per assistere a quegli “spettacoli” che sono i cosiddetti talk show. Spettacoli della chiacchiera, dove l’ultimo risultato che ci si possa attendere è quello di capire davvero qualcosa dell’oggetto della “discussione”.

Invece ti spaparanzi davanti a uno di quei “parlatoi” che ha fama di essere “alternativo”, senza peli sulla lingua, diverso da tutti gli altri (anche loro, i “fabbricanti di opinioni”, da  qualche tempo si sono posti il problema di “differenziare l’offerta”). Il tema, manco a farlo apposta è “l’Islam”: il virgolettato significa che è una specie di ente collettivo, un’idra da due miliardi e passa di teste, dotato di una sua volontà.

Omicida e prevaricatrice, con “l’Occidente” destinato a far la parte della vittima sacrificale.

“L’Occidente” ovviamente ha “i suoi valori” (cioè “i nostri valori”), per forza opposti ed inconciliabili con quelli dell’“Islam”.

“L’Occidente” è “laico”, “libero”, “moderno”. Soprattutto, affrancato dalla morale religiosa. Ma se serve, i suoi paladini ridiventano “cristiani”. Anzi, cristianisti militanti, cioè “atei devoti”.

Stanno commentando l’orrore. In Francia hanno sgozzato un prete cattolico durante la messa, e si sottolinea a caratteri cubitali che “è la prima volta”.

"Errori" ed "effetti collaterali" della "rivoluzione siriana"?

“Errori” ed “effetti collaterali” della “rivoluzione siriana”?

Mi permetto di dissentire: in Iraq e in Siria i cristiani (di tantissime confessioni diverse sulle quali il pubblico dello “spettacolo” non sa nulla perché deve seguire per forza “Papa Francesco”) sono oggetto da anni e anni di massacri dei quali all’“Occidente” non interessa un’emerita sega. Bisogna parlare anche scurrilmente per far intendere bene il concetto: al cosiddetto “Occidente” che muoiano per mano dei suoi ordigni di morte milioni di esseri umani “non occidentali” non importa nulla. Anzi ci gode ed è bene che sia così, tanto quelli sono bestie, forse persino incapaci di provare la nostra stessa “sofferenza” quando il “terrorismo” ci colpisce.  E stiamo parlando di cristiani, ma d’Oriente, preti e suore compresi, fatti oggetto, assieme a quantità ancora maggiori di musulmani non in linea con l’ideologia di certo “fondamentalismo” alleato dell’ “Occidente”, di barbarie inenarrabili che il tele-suddito non ha mai visto manco per idea perché a lui basta quello che gli racconta la televisione.

Sono cinque anni, per esempio, che la Siria viene trucidata giorno dopo giorno, come in un film dell’orrore, ma è solo in questi ultimi tempi, da quando cioè “butta male” per la banda che ha architettato la sovversione, che anche da questi “spettacoli” televisivi si alza qualche voce dissonante.

Incredibile a sentirsi, da qualche tempo c’è qualcuno che non sbrodola più al solo sentire della “primavera araba”. Magra consolazione: quando cominciò questo festival mediterraneo delle “liberazioni”, io ed i miei amici di “Eurasia” eravamo tra i pochissimi a non essere andati in estasi e porci qualche dubbio, ma ci beccavamo solo occhiatacce ed insulti. Ora c’è pure chi afferma, dagli studi televisivi (non dunque dal mondo dei “complottisti” del web), che la Francia ha fatto più danni della grandine, dando il via alla distruzione della Libia, tanto per dirne una. Meglio che niente. Ma intendiamoci, loro dicono “Francia”, io dico “lobby” incistate nello Stato francese.

istituto-tavistock-estulinIeri sera erano ospiti due psichiatri. Cosa c’entrino gli psichiatri per discutere di Isis, “islamismo militante” e cosiddetta “guerra al terrorismo” lo sanno solo quelli che stabiliscono gli inviti alle suddette trasmissioni. Potrebbero invitare un antropologo serio ed onesto, e già andremmo meglio. Potrebbero invitare un islamologo di quelli non appecoronati sulla versione da “scontro di civiltà”. Potrebbero anche invitare il sottoscritto, che anche se non sono bravo a parlare in televisione (perché ci sarò stato sì e no due volte) forse potrei suscitare una qualche “audience” in più, se non altro per l’effetto novità e le cose “incredibili” che avrei da dire. Poi non m’inviterebbero più, chiaramente.

Invece la ribalta spetta agli psichiatri, per ovvi motivi. Perché la si vuol buttare in “follia”. Hitler era “pazzo”, e così l’Isis. Punto e fine del problema. Anzi, no, perché il necessario corollario della cosa è che anche tutti i musulmani in fondo sono un po’ “pazzi”.

Ad un certo punto va in scena un servizietto (“l’approfondimento”!) girato col mestolo e l’immancabile “telecamera nascosta”. Puoi stare certo che se vai fuori da una moschea trovi sempre quello che ti dice che la donna deve stare chiusa in casa h24, e pure col burqa, e naturalmente perché “c’è scritto nel Corano”.

Mi chiedo qual sia il senso delle lauree in Arabistica ed Islamologia, se la prima giornalista d’assalto che passa ha l’opportunità di “informare” il pubblico a casa sulla “visione del mondo” islamica interrogando il primo “Mohamed” che incontra. Allora, sulla base di quest’assunto, sarebbe come se ad un pubblico dell’altro capo del mondo volessero far capire la mentalità media italiana propinando un servizio dove, con analoga tecnica giornalistica, cavassero alcune perle di saggezza dai quartieri più malfamati di una nostra metropoli. Sarebbe come se per far conoscere a dei telespettatori della Mongolia la religione cristiana, una troupe televisiva, con l’intento di fare “scandalo”, intervistasse un capo della Camorra assai “devoto” o chiedesse lumi sui fondamenti del Cristianesimo ad un militante di qualche setta cristiana fondamentalista americana con idee diciamo “stravaganti”.

Ma si va avanti così, come minimo da quindici anni, se non prima, perché di cazzate e sviamenti e disinformazioni sulla religione dell’Islam ne sono stati scritte da quando ho memoria. Dal 1991, quando dovevamo assolutamente accodarci all’impresa americana di “liberare” l’Iraq e il solito pubblico boccalone inveiva all’indirizzo dell’Hitler di turno.

Su internet si trova questo ed altro...

Su internet si trova questo ed altro…

Poi, durante la medesima trasmissione, arriva il “momento clou”. La sconvolgente scoperta di un “internet parallelo” dove si può comprare di tutto, da un mitra per 1.300 euro alle droghe più devastanti, ai documenti falsi di qualsiasi Stato, il tutto consegnato a casa da un corriere (per gratis oltre una certa spesa!). Ma che capolavoro: sono sicuro che qualche “pazzo” (tanto per ricordarci che tutto il programma verteva sulla “pazzia”) sarà già andato a scaricarsi il software gratuito per accedere a questo Paese delle meraviglie. Così, se io scrivo due parole poco chiare, finisco che per qualche scimunito su Facebook istigo al “terrorismo”, ma se in una trasmissione televisiva si fa vedere come si fa a farsi arrivare a casa un mitra tutto va bene!

Ma tutto questo è per l’appunto uno “spettacolo”, perché non si vorrà credere che armi ed esplosivi giungano a questi “terroristi islamici” col documento sul cruscotto attraverso un “ebay” appositamente predisposto.

Il problema inevaso, che né gli eminenti psichiatri né il “rappresentante dell’Islam” di turno (sempre inadeguato) porranno mai ai tele-sudditi, è in effetti il seguente: che cosa ci fa l’America, con tutti i suoi apparati, a spadroneggiare a casa nostra? Perché abbiamo incaricato “ditte israeliane” della “sicurezza” di praticamente tutto quanto? Vogliamo o no affrontare la questione dell’immigrazione da un punto di vista che non coinvolga sempre il fattore “culturale” e/o “religioso”?

Invece no. Le basi Usa e Nato, nelle quali armi ed esplosivi sono certamente più disponibili che su internet, non vengono nominate nemmeno per sbaglio. C’è la censura, e dove non arriva quella c’è l’autocensura. T’immagini che clamore susciterebbe un “rappresentante dell’Islam” che osasse parlare della stretta interconnessione tra la Nato e il “terrorismo islamico”? Vogliamo parlare di Siria? Ma come fa a parlarne un “rappresentante dell’Islam” che ha sempre tifato per la cosiddetta “rivoluzione siriana” (compresa quella armata dalla Nato)? Come si fa ad essere chiari – cari “rappresentanti dell’Islam” – quando ci si fa finanziare dagli stessi sponsor delle “primavere arabe” che hanno sovvertito la Siria e sono all’origine anche delle persecuzioni contro i cristiani che lo psichiatra di turno stigmatizza come “guerra di religione”?

Immagini da un'Italia non ancora "occidentale"...

Immagini da un’Italia non ancora “occidentale”…

Il colmo arriva quando il medesimo militante cristianista da “scontro di civiltà” e con la crocina appuntata sulla giacca, per il quale “il problema Islam sussiste da 1.500 anni”, arriva ad incalzare il musulmano in studio rinfacciandogli che per “l’Islam” non è consentita la… blasfemia.

Complimenti! Un paladino della Cristianità che pretende il diritto di essere blasfemo non s’era ancora visto. Ma “l’Occidente” è davvero agli antipodi dell’Islam, e di ogni religione, se tra le sue “libertà” rivendica il “diritto” di degradarsi ad un punto tale da offendere il suo Creatore. Siamo alla bancarotta, morale e concettuale, non c’è che dire.

Questa è solo una sintesi delle enormità, delle fandonie e delle castronerie che sono uscite in appena mezz’ora scarsa di trasmissione (tra queste la reprimenda del conduttore all’indirizzo dell’ospite musulmano quando quello ha osato citare come esempio di “modello islamico” praticabile la Turchia: da quando c’è stato il golpe fallito anche la Turchia è un altro “nazismo” innominabile!).

Come assolvere se stessi, spacciandosi per ingenui, attribuendo agli altri ogni malvagità

Come assolvere se stessi, spacciandosi per ingenui, attribuendo agli altri ogni malvagità

Mi chiedo solo fino a quando andremo avanti così, a farci prendere letteralmente per il culo. Probabilmente tutto questo non avrà mai fine, perché questa è la natura dell’uomo, che ha come un perverso bisogno di farsi lavorare ben bene per poi darsi un tono e credere di “sapere” qualcosa. All’uomo – e probabilmente più a quello moderno che a quello del “medioevo”, cioè quello del passato “barbaro” e “oscurantista” – basta una versione di comodo della realtà in cui vive, nella quale egli possa sentirsi “rassicurato” ed in pace con la sua coscienza d’individuo perfettamente inserito in un sistema. Altrimenti si sente spaesato, come il classico pesce fuor d’acqua. E poi vuoi mettere che goduria odiare qualcuno e qualcosa tanto per fare?

Questi talk show rispondono ad un’esigenza di base dell’uomo che letteralmente si accontenta, e per il quale non è minimamente il caso di andare oltre la gabbie ordinarie delle sue “certezze”, che anzi vengono rinsaldate ad ogni trasmissione di questo tipo.

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There are 6 comments for this article
  1. Bennnato Bennati at 3:11 pm

    Per trovare un'”Italia ancora non occidentale”, bisogna risalire più o meno alla metà dell’800, prima che si affermassero non solo ( il che evidente ) quel “materialismo pratico” tipico della ” società dei consumi “, ma anche tutta una campagna ideologica protesa nel tempo alla sua scristianizzazione, campagna che ha le sue tappe principali nell’affermarsi prima del mazzinianesimo , la cui celebre formula “Dio e Popolo ” altro non fu che un mezzo ( in sé non avrebbe avuto alcun significato ) per sostituirsi , nella obbedienza delle masse, alla Chiesa Cattolica e alla sua tradizione, senza cercare rotture ex abrupto, come sarebbe stata la pratica di un franco ateismo, che avrebbero potuto rivelarsi controproducenti ; e quindi, con l’affermazione dell’industrialesimo, la conseguente fuga dalle campagne, il mutamento sociale derivatone ( i contadini che si trasformano in salariati dell’industria ) , del socialismo e del comunismo ( che in larga misura usufruirono della aratura già praticata nelle anime da Mazzini & seguaci) e la loro visione ” scientifica ” ( !!!) del Reale ridotto ad un mero svolgimento storico, questo a sua volta ridotto ad epifenomeno dei processi economici , in cui l’Uomo , privato della sua trascendenza, veniva ridotto ad una sorta di animale la cui finalità era in una buona sostanza solo quella di potere disporre finalmente di una greppia ben fornita ( con in più, l’aspetto più propriamente umano non potendo essere evidentemente del tutto soppresso, qualche appagamento psichico, dalla partitella a carte alla Casa del Popolo, agli spettacoli di intrattenimento, all’imbonimento ideologico, sostitutivo dell’antico ” catechismo”, onde rinnovarne la fedeltà agli imbonitori, ” il libero amore” nei casi più spinti ecc.).
    Come fosse questa Italia, l’Italia appunto contadina, ne fa una fotografia un libro che lessi e rilessi da bambino, e che qualche giorno fa è inopinatamente risaltato fuori dalla mia libreria, trattasi delle ” Fonografie valdelsane” del pittore toscano Garibaldo Cepparelli ( nel ” corso” di San Gimignano , una lapide indica la casa dove visse ed operò ), la cui prima edizione risale al 1896 ( la mia è del 1925 per i tipi dell’Editore Guido Grazzini di Pistoia) .
    Trattasi di bozzetti di vita quotidiana illustranti voci, vocaboli ed usanze ( d’antan , ovviamente, se la lettura la facciamo ora ) delle campagne del senese che da San Gimignano si estendono a Colle Val d’Elsa, Casole, Castelfiorentino, Barberino , Ponte a Elsa , voci, vocaboli, modi di dire ecc. che l’Autore ci offre come se, anziché da leggere in un libro, ci giungessero all’orecchio da un fonografo.
    Di questi contadini, di questi ” villani” ( una razza che non esiste più , sostituita dalla classe unica della società dei consumi ) quel che balza agli occhi , unitamente alla assoluta ignoranza ( quanto meno rispetto a nozioni ormai comuni a tutti coloro che hanno assolto alla così detta scuola dell “‘obbligo ” o che disponendo di un televisore seguono i tiggì, ” navigano ” su internet ecc. ) , ad un linguaggio che, benché conterranei, si fa fatica oggi ad agevolmente comprendere, è la loro semplicità, il loro candore, e sopratutto il senso profondamente religioso, che permea tutto l’arco della loro giornata, di tal che, il curato, il pievano che si ritrova presso il podere al momento dell’Avemmaria della sera, può loro ordinare un ” in ginocchio ragazzi !!” e tutti, maschi compresi, si mettono in ginocchio sull’erba a recitare la preghiera vespertina , non come oggigiorno dove il pubblico delle funzioni religiose, delle processioni ecc. è ,notoriamente, sopratutto un pubblico femminile e se vuoi vedere un ‘accolta di uomini assiso in preghiera devi recarti nelle moschee o , nelle vie e piazze circostanti , come ci fanno vedere spesso in tv, come a sottoporci una ” stranezza” di cui avere sospetto, ma che era invece era comune, assolutamente normale presso i nostri campagnoli di oltre cento anni fa ( che perciò, anziché ” occidentali” , se si astrae dal dato geografico, avrebbero potuto benissimo definirsi ” orientali” ) , prima che tanti arruffapopoli confondessero loro le idee facendo loro smarrire quella ” retta via” ( es-siratu-l- mustaqim ) che dall’al di qua conduce, senza rischi, all’al di là ( quell’al di là che poi è destino comune anche agli arruffapopoli ).

  2. Bennnato Bennati at 4:53 pm

    A proposito della ” ignoranza” dei nostri contadini di una volta, mi erano dimenticato di aggiungere che, tutt’altro che essere una ignoranza disprezzabile, era, a suo modo, una ” Dotta Ignoranza”, perché trascurava l’accidentale, privilegiando l’Essenziale , al contrario di quanto accade per i loro discendenti di oggigiorno, ” evoluti” e ” coscienti”, che passano la vita ad inseguire l’accidentale, mentre l’Essenziale, lo ignorano.

  3. BENNATO BENNATI at 6:38 am

    A proposito della campagna antiislamica condotta oggi nel mondo, va detto che essa è il logico proseguimento del processo di scristianizzazione che dalla rivoluzione francese in poi si è verificato in Europa ( di cui la riforma protestante era stato tuttavia già un precedente prodromo, malgrado quelle che fossero le intenzioni manifestate dai suoi promotori ), e ciò , se ci si riflette, all’evidente fine di impedire che l’Islam, forma conclusiva del ciclo abramico , comprensivo delle precedenti forme rappresentate dal Giudaismo e dal Cristianesimo , possa mai venire a sostituire quest’ultimo , nelle coscienze e nella pratica rituale degli europei, vanificando la secolarizzazione del loro punto di vista in tutti i dominii , a principare da quelli più elementari e quotidiani, conseguente “pendant” della loro progressiva scristianizzazione.
    Non è un caso se i terroristi dell’ISIS , che tutto fa pensare eterodiretti o ” telecomandati” che dire si voglia, distruggono egualmente, con lo stesso impegno, chiese cristiane e moschee.

  4. tango at 6:41 pm

    Attraverso uno stratagemma sono riuscito ad azzittire, I “talkshow”, e tutto il resto dell’immondezza che trasmettono attraverso il piccolo infernale aggeggio. Ho tolto antenne e disco satellitare, ho in poche parole smesso di vedere e sentire i charlatani di turno e tutto il resto ad esso collegato. Devo confessarlo, mi pare di essermi scrollato di dosso le invisibili catene che mi rendevano giorno dopo giorno un gonzo, ho ritrovato lo spazio e la persa capacita’ di badare all’essenza delle cose. Ho scoperto che le loro verita’ non hanno nulla a che vedere con la realta’. Ho provato a spiegarlo ad amici e parenti , purtroppo mi sono accorto di parlare, parlare, parlare, spiegare, spiegare inutilmente. L’uomo occidentale e’ caduto in trappola, la stragrande maggioranza e’ dominata da una forza ostile alla natura umana. La televisione per esempio e’ il mezzo con cui sta avvenendo il lento e penoso indottrinamento dell’uomo, indottrinamento atto a trasformarci in capre di montagna. Non oso parlare delle donne, esse sono la quintessenza dell’indottrinamento.

    • il discrimine Author at 10:37 pm

      Esatto, le donne, cioè “le donne” (quando si fan “categoria oppressa”!), sono le campionesse dell’indottrinamento.

  5. Bennnato Bennati at 6:32 pm

    Le donne sono le campionesse dell’indottrinamento perché ad essere per prime indottrinate sono state e sono proprio esse stesse , lo strumento dell’adescamento essendo rappresentato dalla “libertà” che avrebbe loro elargito il mondo moderno , rispetto al tempo passato o ad altre latitudini diverse da quella occidentale.
    Tale libertà non consisterebbe , poi, in altro, che, in primis , nella possibilità di svolgere lavori e professioni che prima erano esclusivamente di appannaggio maschile, ovviamente con tutte le conseguenti tensioni che col tempo non potranno che accorciarne la durata dell’esistenza ( è un dato di fatto che la casalinga in genere aveva una aspettativa di vita più lunga di quella del marito ) ; ed in secundis ( tanto per parlare chiaro ) nella poliandria, cioè nella pratica di più uomini o in maniera contemporanea fra loro , o in maniera successiva ( ci si allontana da uno per intraprendere una nuova relazione con un altro ) o secondo entrambe le modalità ( cosa che, se pure non è l’unica causa – ché occorre certamente considerare anche il difetto funzionale dei naturali freni inibitori della controparte maschile – è certo una concausa di quel triste fenomeno di cronaca nera che è entrato nell’uso corrente con la denominazione di ” femminicidio”).

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