Dopo la bocciatura delle elezioni “alla tedesca”: dov’è la politica?

di Michele Rallo

berlusconi-renzi-grilloE così la legge elettorale “alla tedesca” ha fatto la fine che doveva fare. I tre granatieri prussiani di complemento, invece di coprirsi di gloria come i soldati di Federico il Grande, si sono semplicemente coperti di ridicolo. E adesso è tutto un rimpallarsi di responsabilità fra il Grillo Furioso e il Vispo Tereso, fra acrimonie, recriminazioni e accuse di tradimento.

Ma, mentre le due reclute si inseguono e si insolentiscono nei corridoi del palazzo, il veterano di Arcore non ha neanche più la forza di battibeccare con i commilitoni-rivali. Si è chiuso in un silenzio oscuro, dolente, carico di rimpianti per il sogno naufragato tra i flutti di Montecitorio. Per un momento si era immaginato nuovamente in auge, sulla cresta di un’onda lunga che avrebbe dovuto riportarlo ai fasti del passato. Voleva chiudere la sua avventura politica con un ultimo trionfo, lasciando nella polvere i destristi irriverenti e tornando a guidare lui una destra castrata dal moderatismo fin de siècle. E, poi, pilotare la confluenza dei “moderati” di destra con i “moderati” di sinistra nella Grosse Koalition che i poteri forti auspicano per l’Italia; meglio se confortata da una opposizione arruffona e priva di credibilità.

Quello che si voleva assolutamente evitare era la rinascita di una  Destra e di una Sinistra vere, che potessero costituire alternative vere alle destrine e alle sinistrine “moderate”, che avessero forza elettorale ed autorità politica per contrastare i disegni di spoliazione della nostra ricchezza nazionale a pro del sistema del debito pubblico che ingrassa la finanza usuraia.

rivista_politicaLa legge elettorale “alla tedesca” serviva a questo. Ma la sua bocciatura – inutile dirlo – non può certamente bastare ad aggiustare le cose. Occorre un grande ritorno alla politica, non certo una anti-politica goffa e fine a sé stessa. Occorre la politica vera, quella delle scuole di partito, quella delle “gavette” che selezionavano una classe dirigente, quella che si iniziava sui banchi del ginnasio e ti accompagnava poi per tutta la vita, quella che produceva amministratori capaci di guidare una città e non barzellettieri della domenica.

E occorrono i Capi, i Capi veri, autentici, quelli che riempivano le piazze e i cuori perché parlavano alle anime, perché chiedevano i voti per perseguire un progetto politico (giusto o sbagliato che fosse) e non per turlupinare gli elettori, non per gonfiare il proprio “Io” smisurato, e neanche per pavoneggiarsi davanti ai padroni del mondo.

No. Non è nostalgia per i bei tempi andati. È soltanto consapevolezza che, continuando così, non riusciremo a venirne fuori. Piaccia o non piaccia, è solamente la Politica – quella con la P maiuscola – che potrà salvarci. Non certamente un Vaffa, buono per toglierti uno sfizio, ma che non ti porta da nessuna parte.

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