La grande frottola della globalizzazione dei capitali

di Enrico Galoppini

bancaIl predicozzo sulla “globalizzazione” è più o meno questo: l’era in cui, finalmente, le merci, i capitali, le idee e le persone circolano liberamente.

Va bene che le persone sono diventate uguali alle merci per farci digerire enormi flussi migratori. Va bene pure raccontarsi che tutte le idee siano ugualmente accessibili, in regime di… oligopolio mediatico e culturale. Va bene anche la storiella del liberismo economico, quando chi ha la forza per tutelarsi con dazi e sostegni alla propria economia lo fa, alla faccia delle parole d’ordine da esso stesso messe in giro.

Ma che non esistesse la libera circolazione dei capitali questo davvero non potevamo crederlo.

Finché non abbiamo letto un messaggio della banca (che sarà stato diramato da ogni istituto del settore, in Italia) che avverte, in data 10 ottobre 2014:

“Gentile cliente,

ti informiamo che per disporre bonifici esteri verso determinati paesi colpiti da restrizioni di embargo  (es. Russia, Iran, Siria, etc ), è necessario rivolgersi alla propria filiale, che darà corso all’operazione una volta adempiuti gli obblighi previsti dalla legge”.

Quali siano questi “obblighi” è facile intuirlo, con “la legge”  ridotta a quello che c’impongono i nostri padroni con “risoluzioni” e “direttive” immediatamente recepite da una classe dirigente sempre più somigliante ad uno zerbino.

E quale sarebbe poi la giustificazione di questi provvedimenti ammantati del crisma dell’urgenza e dell’irrinunciabilità?

Una “questione morale”, che diamine, perché non si vorrà certo fare affari con la Russia o l’Iran, note protagoniste impenitenti di “violazioni dei diritti umani”!

Ma se invece il correntista di una banca italiana intende inviare denaro verso nazioni che del rispetto dei fondamentali valori dell’essere umano hanno fatto la loro bussola (Stati Uniti, Regno Unito, Israele…) , non ci sono assolutamente problemi!

Davvero strana questa libera circolazione dei capitali. Sembra effettivamente concepita apposta per non uscire mai dalla “crisi”, compresa quella in cui versa il “nostro” sistema bancario.

 

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