Toto-Quirinale: e chi se ne frega!

di Enrico Galoppini

quirinaleGli italiani, tra poco, avranno un nuovo presidente.

Una cosa emozionante, non c’è dubbio.

A dir la verità, gli unici a fremere per questo “evento storico” sono quelli che hanno un qualche tornaconto in ciò che, come al solito, ammantato da “ampie convergenze”, sarà il risultato del solito inqualificabile mercimonio.

Uno squallido commercio tra fazioni, una più insulsa ed inutile dell’altra, delle quali gli italiani non avrebbero alcun bisogno se non avessero il maledetto vizio di farsi infinocchiare.

Infatti, tra i suddetti “giubilanti” troviamo non solo l’intera “classe politica” e “dirigente” del Belpaese (cioè gli stessi che ci hanno portati alla rovina), ma anche la legione di scribacchini e megafoni del potere che rappresentano la cassa di risonanza di un sistema fallito e – si auspica – prossimo al suo tracollo.

Un sistema manipolato dai vampiri della finanza che, inoculando “liquidità” a fiotti, si garantiscono, come il protagonista del romanzo di Stoker, “la vita eterna”, poiché il corrispettivo della loro carta straccia è il “debito”, ovvero il nostro stesso sangue, versato sotto forma di una tassazione sempre più iniqua e iugulatoria.

Fino a che, come i veri vampiri, non pretenderanno anche il nostro stesso sangue.

Possono sembrare “esagerazioni” e concessioni ad una ‘fantasia letteraria’, ma se si analizza senza pregiudizi e freni inibitori il meccanismo di autoriproduzione di questo sistema, ci si accorge che tutto gira intorno al potere di emissione della moneta.

Il resto, davvero tutto il resto, dal cosiddetto “terrorismo islamico” alla “corruzione”, passando per le bagattelle tra “destra” e “sinistra” alimentate quotidianamente a colpi di “polemiche” pretestuose e strumentali, non conta un fico secco.

Per questo, rebus sic stantibus, che facessero come gli pare.

Che mettessero cioè, sul “colle più alto”, la figura di comodo che meglio adempie al compitino che i suddetti vampiri hanno fissato per l’Italia ed i suoi “poveri cristi”.

A noi, sinceramente, che ci venga messo Questo o Quello, non ce ne po’ frega’ de meno, come dicono a Roma.

Perché se per noi Roma resta il simbolo di un destino che non va tradito, questi loschi individui traditori della loro Nazione, intenti solo a compiacere il Badrone che per questo li lascia gozzovigliare e maneggiare, hanno di Roma un concetto assai volgare e strumentale. Tanto che a forza di profanarla hanno permesso che al suo nome venisse associato, non senza qualche ragione contingente, l’epiteto di “ladrona”.

La cosiddetta “Repubblica” è in realtà “Cosa Loro”, della quale il “presidente” – lungi dall’essere quell’esempio di “specchiata moralità” che tutti gli riconosceranno “a prescindere” – non può che essere il più “autorevole” e “logico” rappresentante.

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