Aspettando l’invasione di primavera
di Michele Rallo
Per un momento – lo confesso – ho pensato di essermi sbagliato sullo spessore di Matteo Renzi. Non aveva trovato il coraggio di chiedere l’intervento della NATO per difendere l’Italia dalle minacce esplicite che le giungono dalla Libia, ma almeno – riflettevo – aveva avuto le palle per andare a Mosca a chiedere sostegno al Grande Dittatore inviso al Grande Alleato americano. E il Grande Dittatore – Politico con la P maiuscola – era stato ben lieto di impegnarsi seduta stante ad appoggiare in sede ONU ogni iniziativa a tutela delle ragioni italiane. Anche perché – aggiungo – l’ISIS è nemico dei suoi amici mediorientali (iraniani e siriani).
Naturalmente, si sarebbe dovuto iniziare da quella che è la minaccia più grave e imminente: il milione di migranti che gli uomini del Califfato custodiscono in Libia, e che a primavera scaglieranno contro le coste siciliane. Non è un mistero. Lo sanno tutti: CIA e nunzi apostolici, pii petrolieri dell’Arabia Saudita ed altrettanto pii concorrenti del Qatar, ONG americane e lobby israeliane e, naturalmente, le molte “antenne” che i nostri servizi segreti – nonostante tutto – conservano ancora a Tripoli e a Misurata. Così come tutti sanno (anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo) che una percentuale non so quanto grande di questo milione sarà formata da “soldati” jihadisti, mandati in Italia perché fungano da quinta colonna in vista di future azioni militari. Quali? Difficile dirlo. Ci potrebbe essere – Dio non voglia – un tentativo di conquista della Sicilia, calcando le orme dell’invasione islamica già realizzata nel Medio Evo. O ci potrebbe essere il tentativo di un’azione dimostrativa su Roma o contro il Vaticano. D’altro canto, le nostre strutture di pubblica sicurezza sono in ginocchio, falcidiate dalle riduzioni di personale e dai “tagli lineari” che le privano anche dell’indispensabile.
Il contesto è a tal punto drammatico, che l’ONU – attraverso il suo inviato Bernardino Leòn – si è espressa preventivamente, non più tardi di un paio di giorni fa, per un blocco navale dell’Unione Europea alle coste libiche; un blocco che impedisca l’arrivo in Italia di quella “bomba” migratoria. È una misura utile a tutelare l’Italia, ma è anche una misura profilattica contro una possibile strategia ISIS che volesse portare la guerra in Europa.
Ebbene, a questo punto, quando le parole dell’inviato ONU sembravano un provvidenziale “assist” per venire in soccorso dell’Italia, ecco che gli uomini del governo Renzi si precipitavano a gettare acqua sul fuoco. Iniziava il Ministro degli esteri Gentiloni, avvilente nel suo tentativo di minimizzare ogni cosa, contrario all’ipotesi di un blocco che potesse ostacolare l’azione di soccorso ai migranti; anzi, ha puntualizzato l’Incredibile Hulk, l’Italia fa già la sua parte ed auspica soltanto che l’Unione Europea le dia una mano più energica. Per che fare? Ma, perbacco – ci scommetto – per traghettare con più tranquillità il milione di profughi in territorio italiano!
Gli ha fatto sùbito eco la diafana Mogherini, quella vaga fanciulla – si ricorderà – che il Vispo Tereso è riuscito fortunosamente a piazzare come “alto rappresentante per gli affari esteri” dell’UE. No – ha detto la Mogherini – nessun blocco navale. Non ha aggiunto che il milione di migranti è il benvenuto, ma non ce n’era bisogno.
E Renzi, il “duro” che è andato a chiedere il sostegno di Putin? È semplicemente sparito dalla circolazione. Si occupa di Jobs Act e di rapporti con la minoranza del suo partito, e sembra ignorare completamente il problema del Califfato e del milione di migranti che si apprestano ad invaderci.
Evidentemente, Qualcuno gli ha tirato le orecchie, e il discoletto ha promesso di non farlo più. Chi potrebbe essere stato questo Qualcuno? Non so. Forse qualche suo amico finanziere particolarmente sensibile alle esigenze di Israele (che non è nemica dell’ISIS); forse qualche personaggio vaticano che sogna una nuova omelia di Papa Bergoglio a Lampedusa; o forse, più semplicemente, qualche tirapiedi dell’Ambasciata americana, o qualche latitante della NATO.
Fatto sta che il nostro sembra rientrato disciplinatamente nei ranghi. E la Sicilia, rassegnata, aspetta l’invasione di primavera.
Fonte: “Social”, 13 mar. 2015 (per gentile concessione dell’Autore)