Cancellarsi in massa da Facebook? Sì e no

di Enrico Galoppini

“L’Intellettuale Dissidente” ha pubblicato un articolo di Lorenzo Vitelli che solleva il drastico quesito che almeno una volta, per un motivo o per l’altro, sarà balenato nella mente di qualsiasi iscritto. L’articolo in questione affronta in maniera brillante alcuni punti rilevanti della questione “social network”, veri vampiri del nostre socialità ed intimità, tuttavia a mio avviso non arriva al nocciolo del problema (o almeno a ciò che per me è il nocciolo), che provo a sintetizzare.

La verità è che anche se le persone con un po’ più di consapevolezza e qualcosa da dire che vada oltre i luoghi comuni e la semicultura del ceto medio politicamente corretto (cit. Costanzo Preve) lasciano FB, a Lorisignori (e cioè ai famosi Padroni del discorso) non gliene può frega’ de meno… Anzi, ne sarebbero ben contenti. Perché resterebbero comunque su Facebook quelle maggioranze di coglioni che altrove ho invitato a fondare “l’internazionale” del terzo millennio. E questo è quanto basterebbe ai padroni del vapore.

I “social”, ci piaccia o no, sono diventati una specie di agorà del mondo di oggi, quindi se uno ha da dire qualcosa, qui è meglio starci piuttosto che non starci. Visto che se uno scrive lo fa per essere letto… o no?

Detto questo, l’articolo summenzionato non tocca il punto più dolente, quello della censura sempre più asfissiante (vari miei amici e corrispondenti sono perseguitati ed alcuni non possono più aprire alcun profilo!). Il problema, alla fine, fatta la tara all’uso compulsivo di Facebook che lo smart phone senz’altro incoraggia, è: bisogna ribellarsi in ogni modo contro la censura dopo che han fatto credere che solo qui  circolano le idee. Provate a tornare alle mailing list e vedrete che i vostri lettori (se siete tra coloro che scrivono) coleranno a picco. Per un sacco di gente se non sei su Facebook praticamente non esisti, ed anche se la gran parte di costoro (conformista e col dito puntato contro appena esci dal moralmente corretto) troverà sgradevole ed irritante ciò che scrivi, ci saranno comunque quelli che con la tua uscita da Facebook perderanno l’opportunità di sentire “un’altra campana”…

Poi, intendiamoci, uno può uscire da Facebook e tutto il resto dei “social” fino a ritirarsi in un eremo, in Tibet o nella Kamchatka, e di sicuro ne guadagna in termini di tempo e salute, ma, ripeto, la questione cruciale è quella della censura, da rigettare ad ogni costo perché non ha alcuna legittimità (né, ovviamente, alcuna superiorità morale). Ma se proprio si dovesse prendere atto che qui è davvero il regno della censura, allora sono d’accordo: molto più dignitoso andarsene piuttosto che stare a pietire d’essere riammessi, perché quello che vogliono è portare le persone ad aver paura persino delle proprie idee!

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There is 1 comment for this article
  1. Eowin at 7:07 pm

    Sono uscita fa fb due anni fa e sto benone. Ci sono voluti 14 giorni perchè la procedura iniziata andasse a buon fine. Se, nel frattempo avessi messo solo un like, la mia richiesta di uscire sarebbe stata annullata e avrei dovuto ricominciare la trafila da capo. Bene, è proprio per questo che sono uscita, perchè mi sentivo prigioniera di un sistema che ogni giorno mi chiedeva se davvero volessi non avere più informazioni degli amici e parenti…tutti ricattini demenziali che mi hanno convinto a togliermi da questa galera mascherata da buoni sentimenti. Certo io non ho un blog e non scrivo nulla, ma ci sono siti di controinformazione su internet e non c’è bisogno di fb per sapere le cose.
    Ho cancellato anche tutte le mie foto, i commenti; l’idea che se dico amen qualcuno che non conosco se lo segna per sempre mi è intollerabile. Mi sentivo asfissiare.
    Senza fb si vive benissimo. Ho ripreso contatti dal vivo, vado a trovare le persone in carne e ossa…tutto molto più vero e soddisfacente.
    Saluti :))

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