Ma che notizia è “la rabbia” della parte offesa?

di Enrico Galoppini

bambino_palestinese_carbonizzatoIl classico dei classici è la “rabbia palestinese”. L’esercito israeliano o qualche “colono” armato ammazzano dei palestinesi e “la notizia” diventa: “I palestinesi giurano vendetta”. Il grave e sanguinoso antefatto, invece, passa allegramente in cavalleria.

Quando due razzi artigianali vengono sparati dalla Striscia di Gaza, “la notizia” è quella e stop: “Attacco a Israele!”. La reazione israeliana, regolarmente sproporzionata e ben oltre il “10 per 1” dei nazisti, viene presentata dai “media” come comprensibile e giustificata. D’altronde sono sempre i palestinesi a “cominciare”, no?

L’Arabia Saudita, alleata degli Usa e di Israele, fa fuori in un colpo solo quarantasette oppositori, di vario orientamento politico-religioso, e con diverse condanne sul capo. Tra questi, anche l’ayatollah Nimr Baqr al-Nimr, accusato di aver istigato la “primavera” della minoranza sciita araba (e ribadiamo araba, non persiana) del Paese, la quale per giunta è la maggioranza nelle zone in cui vive.

Qual è la notizia per i cosiddetti “organi d’informazione”? La “rabbia sciita”, la “vendetta divina” invocata dall’Iran.

Ma che modo è mai questo d’informare le persone? Non avrebbero diritto di capire meglio come stanno le cose? Perché sempre questo trattamento da decerebrati?

sakineh_iran_nuovaSe l’Iran, o qualche altro “Stato canaglia”, avesse eliminato in un’unica soluzione quasi cinquanta oppositori, e tra questi anche individui sul cui conto non è ascrivibile alcuna condotta violenta, avremmo assistito al solito stracciarsi di vesti dei paladini dei “diritti umani violati”, della “libertà di parola” eccetera, con fiaccolate silenziose, “maratone oratorie” dei Radicali e gigantografie dei “martiri” appese sui municipi di mezza Italia. Il Colosseo sarebbe stato illuminato a giorno e l’ambasciatore del Paese-mostro si sarebbe visto recapitare una convocazione per spiegazioni urgenti.

A cosa serva tutto questo rigirare la frittata è presto detto. Intanto a spacciare la vittima per carnefice, anche solo potenziale e dunque giustamente represso. A ciò si aggiunga il non secondario effetto di rafforzare nella mente della gente l’idea che gli arabi, ed i musulmani in genere, sono perennemente “arrabbiati” e “vendicativi”. Mica come noi, che appena ti fanno fuori un familiare ti vengono davanti col microfono per estorcerti, in diretta, il perdono. Un perdono a caldo puramente scenografico, non meditato ed elaborato, e dunque un modo come un altro per non prendere atto che la normale reazione umana quando si viene gravemente offesi è la rabbia unita al desiderio di vendetta.

assalto_ambasciata_sauditaSaranno, queste, reazioni “animalesche” e “disumane” per il moderno modo d’intendere… ma l’alternativa qual è? Farsi fare di tutto senza battere ciglio, ma non perché si è assurti alla santità, bensì perché si ha paura. Paura di ogni cosa: dalla reazione dell’assassino (!) al biasimo mediatico e delle pecore che belano allo stesso modo.

Ma se i palestinesi sono ancora lì “tra i piedi” lo devono anche alla loro “rabbia”, perché se si fossero adeguati al moralmente corretto occidentale avrebbero da mo’ tolto il disturbo, arrivando forse persino a scusarsi per aver intralciato la marcia del Bene e del Progresso.

Ben venga quindi la collera, e pure la vendetta, segni di una reattività non ancora sopita ed addomesticata, però stiamo attenti a tutti i travisamenti e le strumentalizzazioni che ne fanno i media intruppati, i quali trasformano in “fatto grave” quello che semmai è solo la normale e comprensibile reazione a ciò che piuttosto dovrebbe fare notizia ed essere universalmente deprecato.

Gli articoli de Il Discrimine possono essere ripubblicati, integralmente e senza modifiche (compreso il titolo), citando la fonte originale.

There are 4 comments for this article
  1. marco at 6:13 pm

    stampa, giornali, cinema, organi d’informazione…ha ragione Blondet…tutto è sempre più in mano alla cultura ebraica…è tutto sempre più ebraicizzato…anche per questo, esteticamente, prevale la Bruttezza in tutte le arti e le manifestazioni dello spirito umano

  2. Bennnato Bennati at 7:16 pm

    Il numero delle esecuzioni capitali in USA in anni recenti secondo “Nessuno tocchi Caino”.
    Anche in USA non scherzano.
    Se la pena di morte è ” vendetta” , se la sua applicazione è barbarie , lo è dovunque e non solo dove gradirebbero i nostri mass-media :

    NEL 2015 NUMERO DI ESECUZIONI PIU’ BASSO DEGLI ULTIMI 23 ANNI
    4 novembre 2015: il 2015 sarà per gli Stati Uniti l’anno con meno esecuzioni dal 1992 ad oggi. Dopo la sospensione dell’esecuzione prevista il 3 novembre di Ernest Johnson in Missouri, sono previste altre due esecuzioni prima della fine dell’anno. Questo porterebbe il totale a 27, la cifra più bassa negli ultimi 23 anni.
    L’anno scorso le esecuzioni erano state 35 e nel 2013 erano state 39. Il numero più alto di esecuzioni in anni recenti è stato 98, nel 1999.
    Il 19 novembre il Texas è prevista l’esecuzione di Raphael Deon Holiday, e il 20 novembre in Georgia è prevista l’esecuzione di Marcus Ray Johnson. Non sembra probabile che queste due ultime esecuzioni possano essere sospese, ma anche così si avrà una diminuzione del 22% rispetto al 2014. (Fonti: Nessuno tocchi Caino, 04/11/2015)

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  4. Lorenzo Tiberio at 10:33 pm

    …e pensare che fra non molti giorni dovremo sorbirci il solito mantra a cadenza annuale dell’ormai unica religione di stato (o mondiale???) ammissibile: la Shoà. Eeeeeee via fiumi di lacrime in tv di vittime ultra centenarie ancora in vita, di nipoti dei nipoti dei pronipoti dei bisnonni delle vittime che sfornano nuovi libri/testimonianza ( avranno scovato in qualche soffitta un nuovo Diario postumo di Anna Frank???) dopo aver scoperto appunti e memorie nascosti dai loro cari sterminati in quel di Auschwitz, dei nostri politicanti in fila a gara ad asciugare le lacrime della fresca fresca nuova ambasciatrice d’Israele Fiamma Nirenstein (ma non scriveva sul Giornale???), di Giuliano Ferrara che organizzerà puntualmente il raduno con tanto di fiaccolata notturna “per non dimenticare” e per ribadire casomai a reti unificate e all’unisono con Netanyahu che Israele “è l’unica democrazia in medio oriente” peraltro instancabilmente rimarcando che “Israele è intrinsecamente minacciato nella sua stessa esistenza”.
    Ne consegue il naturale e istintivo pellegrinaggio non certo a Lourdes o a Fatima ma al memoriale Yad Vashed per espiare, ci dicono i nostri pii fratelli ebrei, le colpe innate e incise nel dna che abbiamo ereditato dall’ Olocausto.
    Se poi ci si mette pure in mezzo Saviano e Gad Lerner con la Lilli (intendo Gruber!) nazionale (segnalatemi se ho omesso qualcuno dalla lista!)…

    … ah si. Mi mancava di aggiungere El Papa Bergoglio! Beh a ‘sto punto lascio a voi la parola.

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