Antirazzismo e odio di sé

di Eresiarca

campagna-razzismo-omofobia-bassawtrA quali conclusioni conduca l’ideologia antirazzista è presto detto.

Basta dare un’occhiata a questo manifesto – che risale a qualche anno fa – per rendersene conto.

Il punto d’arrivo – e forse si tratta anche del punto di partenza, col che il cerchio si chiude – è l’odio di sé.

L’aveva ben compreso Otto Weininger, in Sesso e carattere (1903), quando nel capitolo XIII dedicato a L’Ebraicità, ristampato anche come libretto (Ebraismo e odio di sé, Est, Pordenone 1994), condensava in un’impietosa rassegna la psicopatologia di chi, concependosi come gruppo concluso ed irriducibile, si sente in costante stato d’assedio: finisce per odiare tutti gli altri.

Ma qui c’è un passo in avanti. Perché “gli altri” sono anche gli odiatori.

È esattamente quello che succede ai “negri” e alle “lesbiche”, quando persone di pelle nera e donne omosessuali si rappresentano unicamente come appartenenti ad una categoria che pretende un “rispetto” assoluto, da parte di tutti. Un “rispetto” ovviamente per come la loro ideologia moderna, egualitaria e libertaria, ha concepito la categoria stessa ed intende imporla nella più ampia società.

Detto più semplicemente, il nero e la lesbica in questione sono anche e, soprattutto, italiani. Il primo perché ad un certo punto ha acquisito la cittadinanza italiana; la seconda semplicemente perché è nata italiana, anche se s’è sposata civilmente in Germania con la sua compagna perché in Italia non sono permessi i matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Credo che chi acquisisce una cittadinanza sia consapevole al fondo della sua coscienza che non potrà mai essere “italiano” come chi è nato da genitori italiani e, perché no, bianchi. Potrebbe un italiano che si trasferisce in africa, quand’anche diventasse cittadino del Congo, sentirsi compiutamente “congolese”? Tutt’al più potranno dirsi “italiani” i figli, o i nipoti, di chi, da così lontano arriva in Italia.

Un nuovo “cittadino italiano” dovrebbe poi avere un po’ di rispetto per questa nazione che l’ha accolto e dove ha trovato “l’America”. E che fa? Si mette ad insultare tutti gli italiani solo perché, ad un certo punto, gli servono per la sua “battaglia antirazzista”, quando sa benissimo che in Italia non esiste alcun “razzismo” preconcetto, se non in sparuti ed ininfluenti gruppuscoli. Insomma, è diventato “italiano” con le carte bollate e subito si dedica all’insulto dei suoi nuovi connazionali. Roba da ritiro immediato della cittadinanza. Ma d’altra parte non è un caso isolato, se solo si pensa alle uscite anti-italiane di un’altra ex parlamentare “di colore”, Dacia Valent (che almeno aveva un genitore italiano).

Chi poi pensa di mettere sullo stesso piano la presunta “mafiosità” degli italiani con la diffusa disapprovazione verso l’omosessualità ostentata che reclama “pari diritti”, non si rende conto che pretende praticamente l’impossibile? Da lì al grido di battaglia verso tutta quella stupida gente che si crede “normale” il passo è breve.

Gli italiani sono tutti “mafiosi”? Certo che no. Né oramai nessuno se la prende più se all’estero ti associano a “Cosa Nostra”, pizza e mandolino. Sappiamo farci una risata. I tempi son cambiati, e forse qualcuno s’offende per davvero se uno straniero pensa che voti Berlusconi.

E se proprio si vuol affibbiare uno stereotipo agli italiani, che li si chiami fessi e basta, perché subiscono, senza fiatare, ogni angheria e sopruso. Compresi questi sberleffi di chi non vuol capire, dall’alto della sua posizione privilegiata di “onorevole” del PD, che di tutte queste bagattelle antirazziste, agli italiani, mafiosi e non, non gliene può sinceramente frega’ de meno perché c’hanno ben altri… problemi da risolvere.

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There is 1 comment for this article
  1. tango at 2:24 am

    “agli italiani, mafiosi e non, non gliene può sinceramente frega’ de meno perché…”

    …sono stati sottoposti a “Intervento psicochirurgico, consistente nella recisione di una parte delle fibre di un lobo cerebrale, di solito del lobo prefrontale (l. prefrontale); con l’intento di attenuare comportamenti antisociali” *
    Perche’ se cosi’ non fosse, vuole dire che l’italiano di oggi nasce senza palle come tutti i PIN HEAD

    * Trecciani

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