La fratellanza e l’amicizia: valori e insegnamenti dell’Islam (parte 2)
a cura di ‘Umar A. Frigo
- INSEGNAMENTI DALLA SUNNA DEL PROFETA MUHAMMAD (sas)
I detti e i consigli sulla Fratellanza e sull’amicizia tra gli uomini, che ci sono arrivati dal Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) sono moltissimi, e considerando che Allàh dice di lui «O Muhammad non ti ho inviato se non come Misericordia per Mondi»[1], non può che essere cosi.
Il Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) pronunciò il suo ultimo Sermone (khutba) il giorno 9 del Mese di Dhù l-Hijja, dieci anni dopo l’Egira (hijra: emigrazione da Mecca a Medina, nel febbraio 632 d.C.), nella Valle Uranah del monte Arafat (circa 20 km da Mecca), davanti a circa 100.000 pellegrini. Le sue parole furono molto chiare e concise, e sono state dirette a tutta l’umanità. Ne riportiamo solo alcuni passaggi:
«O Gente, così come considerate sacri questo mese (Dhù l-Hijja), questo giorno (‘arafa) e questa città (Mecca), allo stesso modo considerate la vita e la proprietà di ogni musulmano come una cosa di fiducia (amàna). Restituite i beni che vi sono stati affidati ai legittimi proprietari. Non fate del male (non nuocete) a nessuno in modo che nessuno possa fare del male a voi. Ricordate che un giorno incontrerete il vostro Signore (Allàh) e che Egli vi chiederà conto delle vostre azioni.(…)
Tutta l’Umanità deriva da Adamo ed Eva; un arabo non ha alcuna superiorità su un non-arabo, né un non-arabo ha alcuna superiorità su un arabo; anche un bianco non ha alcuna superiorità su un nero, né un nero ha una superiorità su un bianco, eccetto che per il timore di Allàh (taqwà) e le buone azioni (al-a’màl al-hasàna). (…)
Imparate che ogni musulmano è fratello di ogni musulmano e che i musulmani costituiscono una fratellanza. Nulla è legittimo per un musulmano se appartiene ad un altro fratello musulmano: i beni di un fratello sono inviolabili, salvo che col suo consenso libero e volontario. Perciò non fate ingiustizia tra di voi. (…)
Ricordate! un giorno sarete davanti ad Allàh e risponderete delle vostre azioni, perciò fate attenzione e state in guardia, e non allontanatevi dal sentiero della giustizia dopo che io sarò andato (dopo la mia morte). O gente, nessun Profeta o Inviato di Allàh verrà dopo di me, né sorgerà una nuova Fede. Perciò, o Uomini, questo è un motivo affinché voi comprendiate e capiate bene le parole che ora vi trasmetto.(…) (riferito da Al-Bukhari).
Alcuni hadìth[2] del Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm)
«Allàh aiuta il servo nella misura in cui egli aiuta il suo fratello».
Chi è il fallito nella Umma
L’Inviato di Allàh (saws) disse: «”Sapete chi è il fallito?”. “Tra noi il fallito è chi non ha più né denaro né beni”, risposero. Lui allora disse: “Fallito nella mia Comunità (Umma) è colui che il Giorno della Resurrezione arriverà portando preghiera, digiuno ed elemosina rituale, ma arriverà anche avendo insultato un primo, accusato falsamente un secondo, dissipato i beni di un terzo, versato il sangue di un quarto, e percosso un quinto. Ed ecco che questo prenderà qualcosa delle sue buone azioni, ed anche quest’altro prenderà qualcosa [e così via]: e se le sue buone azioni verranno meno prima che sia esaurito ciò che è a suo carico, si prenderà qualcosa delle cattive azioni di quelli [che ha maltrattato] e saranno gettate su di lui. Poi egli sarà gettato nel Fuoco [dell’Inferno]»[3].
I Credenti sono come un unico corpo
L’Inviato di Allah (saws) disse: «La parabola adatta ai credenti nel loro amore reciproco, nella loro reciproca misericordia e nel loro reciproco affetto è quella del corpo: quando un membro di esso soffre, le altre membra del corpo si chiamano l’una con l’altra, in ragione di quel dolore, con l’insonnia e la febbre»[4].
Bellissima ed eloquente immagine di come dovrebbe essere la fratellanza.
Dei diritti e della misericordia verso i fratelli
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Di colui che non ha misericordia per gli uomini, Allàh non avrà misericordia (rahma)»[5].
E disse ancora:«”Non nutrite [tra di voi] reciproche invidie, non accordatevi tra voi per influenzare fraudolentemente le compravendite, non odiatevi l’un l’altro, non voltatevi reciprocamente le spalle, non entrate in una compravendita già prossima a realizzarsi proponendo migliori condizioni: e siate servi di Allah come fratelli. Il musulmano è fratello del musulmano: non è ingiusto nei suoi confronti, non lo disprezza, e non gli nega il suo aiuto. Il timor di Dio (taqwà) sta qui”, e indicò tre volte il petto, “ed è già abbastanza male per una persona il fatto che disprezzi il suo fratello musulmano. Tutto del musulmano è sacro e inviolabile per il musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo onore”»[6].
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno, non arrechi disturbo al proprio vicino; chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno, tratti l’ospite con generosità; chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno, parli bene o taccia»[7].
Ed ancora: «Il migliore dei compagni presso Allàh l’Altissimo è chi è migliore con il suo proprio compagno, e il migliore dei vicini presso Allàh l’Altissimo è chi è migliore con il proprio vicino»[8].
Qui si parla del vicino senza specificare che sia musulmano! Perciò è un chiaro consiglio a stare attenti alle nostre azioni che non rechino danno a chi abbiamo vicino, a casa, al lavoro, o in altre occasioni, e chiunque esso sia.
Sull’amore per i fratelli
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Un uomo si recò in un altro villaggio a far visita ad un suo fratello. Allah l’Altissimo fece sì che sul suo cammino vi fosse un Angelo ad osservarlo; quando l’uomo passò da lui gli chiese: ‘Dove intendi andare?’ ‘Intendo andare da un mio fratello che vive in questo villaggio’, rispose. L’Angelo gli domandò: ‘C’è forse da lui un qualche beneficio che ti spetta, così che vai ad occuparti di quello?’. ‘No’, rispose l’uomo, ‘lo vado a visitare solamente perché lo amo in Allah l’Altissimo’. L’Angelo allora gli disse: ‘lo sono inviato a te da parte di Allàh a dirti che come tu ami il tuo fratello in Lui, così Egli ama te’»[9].
E disse anche:«Allah l’Altissimo chiederà il Giorno della Resurrezione: ‘Dove sono coloro che si sono amati reciprocamente nella Mia Maestà? Oggi lo li riparerò sotto la Mia ombra, perché questo è un Giorno in cui non v’é altra ombra che la Mia’»[10].
E disse: «Per Colui nella Cui Mano è l‘anima mia, non entrerete nel Giardino [del Paradiso] finché non avrete fede (imàn), e non avrete fede finché non vi amerete (tahàbbù) l‘un l‘altro. E non dovrei forse mostrarvi una cosa che, quando la metterete in atto, vi amerete l‘un l’altro? Diffondete tra di voi il saluto di Pace (as-Salàm)»[11].
L’Amore è il collante che tiene unite le persone e allontana la divisione.
Sulla calma e la gentilezza nei rapporti
Dice Allàh: «Non sono uguali la buona azione e la cattiva, ma tu respingila [quella cattiva] con ciò che è migliore; ed ecco colui con il quale vi è inimicizia diviene come caldo amico. Ma non incontrano ciò se non coloro che hanno pazienza; e se non coloro che hanno una parte immensa»[12].
L’Inviato di Allah (saws) disse ad Ashajj ‘Abdu l-Qays: «Vi sono in te due virtù che Allàh ama: la mitezza e la calma»[13].
E disse: «Allàh è Gentile (ar-Rafìq), e ama la gentilezza in ogni cosa» (inna Allàha Rafìqun yuhibbu r-rafq fì l-amri kullihi – muttafaq ‘alayhi)[14].
E ancora: «Facilitate, e non fate difficoltà. Annunciate la buona novella, e non rendetevi odiosi».
E anche: «Volete che vi dia notizia di chi è escluso dal Fuoco [dell’Inferno], [o forse disse di colui al quale il Fuoco è interdetto]? È interdetto a chiunque sia vicino [agli altri], modesto, tenero e accomodante»[15].
L’Islam insegna all’uomo ad essere gentile, calmo, e a non essere grossolano, agitato o violento.
Sul saluto di Pace (as-Salàm)
Si tramanda da ‘Abd Allàh ben ‘Amr: «Un uomo chiese all’Inviato di Allàh (sas): “Qual è l’Islàm migliore?” Lui rispose: “Elargirai da mangiare, e rivolgerai il saluto di Pace (as-Salàm) a chi conosci, e a chi non conosci”»[16].
E ancora: «Quando Allah ebbe creato Adamo, gli disse: ‘Vai e rivolgi il saluto di Pace a quelli’, e intendeva un gruppo di Angeli seduti, ‘quindi ascolta come essi ti saluteranno, perché sarà il saluto tuo e dei tuoi discendenti’. Egli allora disse loro: ‘Sia la Pace su di voi (as-Salàmu ‘alaykum)’. Gli Angeli risposero ‘Sia la Pace su di te’, aggiungendo ‘… assieme alla Misericordia di Allah (wa Rahmatu Allàh)»[17].
Riflessione importante: il saluto del musulmano “as-Salàmu ‘alaykum” è un saluto “primordiale” che risale addirittura ad Adamo e agli Angeli. È il saluto che viene usato in Paradiso, quindi usiamolo con fierezza e gratitudine per averlo ricevuto fino ai nostri tempi. Il saluto di Pace inoltre aiuta l’uomo ad entrare in Paradiso come detto in questo hadìth: «Per Colui nella Cui Mano è l‘anima mia, non entrerete nel Giardino [del Paradiso] finché non avrete fede (imàn), e non avrete fede finché non vi amerete (tahàbbù) l‘un l‘altro. E non dovrei forse mostrarvi una cosa che, quando la metterete in atto, vi amerete l‘un l’altro? Diffondete tra di voi il saluto di Pace (as-Salàm)».
Si tramanda da ‘Alì: “Ho sentito l’lnviato di Allah (saws) che diceva: ‘Non v’è musulmano che di mattino vada a trovare un altro musulmano ammalato senza che settantamila Angeli preghino su di lui fino a quando farà sera; né lo va a trovare la sera senza che settantamila Angeli preghino su di lui fino a quando farà mattina. E gli appartengono dei datteri colti nel Paradiso’»[18].
Sul divieto della diffamazione e di dire il falso sugli altri
Allàh l’Altissimo biasima «chi parla male degli altri, e va in giro a diffamare.» (Cor. 68:11).
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Chi diffama gli altri non entra nel Giardino [Paradiso]»[19].
Allàh l’Altissimo dice: «E non seguire ciò di cui non hai conoscenza» (Cor. 17:36).
L’Inviato di Allah (saws) disse: «La veridicità guida alla pietà (birr), e la pietà al Giardino (Paradiso): e un uomo dice il vero fino a che viene ascritto presso Allàh come veridico. La menzogna guida all’empietà, e l’empietà guida al Fuoco (Inferno): e un uomo mente fino a che vien ascritto presso Allàh come mentitore»[20].
Sul divieto di maledire una persona
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Non conviene certo ad un uomo veridico maledire di frequente»[21].
Ed ancora: «Non maleditevi l’un l’altro, invocando l’uno contro l’altro la maledizione di Allàh, o la Sua ira, o il Fuoco»[22].
Ed ancora: «Il credente non si dedica ad ingiuriare né a maledire, non è empio né indecente, né parla in modo osceno»[23].
Quanto purtroppo invece è usata ai nostri giorni la maledizione, anche tra gli stessi musulmani.
Sulla proibizione di odiarsi l’un l’altro
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Non odiatevi né invidiatevi a vicenda, non voltatevi reciprocamente le spalle, non troncate le relazioni tra voi: siate servi di Allah, come fratelli. E non è lecito per un musulmano rompere col suo fratello per più di tre [giorni]»[24].
Di come sia proibito spiare gli altri
L’Inviato di Allah (saws) disse: «Guardatevi dal pensiero [malevolo] (zhanna), perché il pensiero [malevolo] è il discorso più menzognero che vi sia. Non mettetevi a cercare bramosamente né a spiare, non anelate avidamente, non invidiatevi né odiatevi a vicenda, e non voltatevi reciprocamente le spalle: siate servi di Allah, come fratelli, come Egli vi ha ordinato. Il musulmano è fratello del musulmano: non è ingiusto con lui, non lo lascia solo e non lo disprezza»[25].
E per finire:
l’Inviato di Allah (saws) disse:
«Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso».[26]
E Allàh per mezzo del Suo Inviato dice:
«O Miei servi: Io ho proibito l’oppressione a Me stesso e l’ho proibita tra di voi, quindi non opprimetevi l’un l’altro»[27].
- INSEGNAMENTI DA ALCUNI MAESTRI SPIRITUALI (SHUYUKH) DELL’ISLAM
Alcuni spunti per una buona fratellanza e amicizia tra gli uomini
Sheykh at-Tàdilì (mistico del Marocco) dice che le qualità proprie del vero credente fanno sì che quando tu sei irritato con lui, egli ti risponde con l’equanimità […]. Esse lo portano anche a perdonare colui che gli ha fatto un torto, a sforzarsi di riallacciare le relazioni di amicizia con colui che le ha rotte, a soddisfare le richieste di colui che ha respinto le sue.
L’amicizia e la fratellanza obbliga alla sincerità, sia esteriore sia interiore. In effetti, tu sei lo specchio dei tuoi fratelli: essi vedono in questo specchio ciò che è nascosto in profondità […]. E v’è un adagio che dice: “Nessuno dissimula una cosa senza ch’essa traspaia dal suo volto e dalle parole che si lascia sfuggire” […].
L’amicizia implica la modestia (nelle relazioni) tra fratelli, il controllo degli impeti del carattere proprio di ciascuno, la convinzione di essere inferiori agli altri fratelli […]. Questa amicizia conduce a far finta di non notare i passi falsi dei fratelli, a nascondere i loro difetti, […] a cercargli tutte le scuse possibili, mettendo in pratica l’insegnamento di questo detto (hadìth) che dice: «Cerca per tuo fratello settanta scuse, e se non le trovi, rivolgiti all’anima tua con sospetto e dille: ‘Quello che vedi in tuo fratello è ciò che è nascosto in te!’».
A questo riguardo il grande Sufi Jalàlu d-dìn Rumì ha detto: «Se scopri un difetto in tuo fratello, devi sapere che tale difetto esiste in te stesso […]. Elimina il difetto che ti ferisce: in realtà ti sei ferito da te stesso […]. Tutti i difetti: la prepotenza, l’odio, la gelosia, la bramosia, l’assenza di pietà, l’orgoglio, se esistono in te non ti feriscono, ma quando li scopri negli altri, ti spaventi e ne sei ferito».
“L’amicizia – continua a dire lo Sheykh at-Tàdilì – implica che ci si informi delle preoccupazioni dei fratelli, che si presti loro aiuto nella misura del possibile, che si vada sovente a trovarli per rendere loro visita e rinnovare l’alleanza con loro».
«La nobiltà del carattere (makàrim al–akhlàq) è il cuore dell’Islam, e in un hadìth celebre il Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) ha detto:
«Sono stato inviato [da Allàh] per perfezionare la nobiltà del comportamento».
Essa presuppone la rinuncia al desiderio di comandare tra i fratelli, la rinuncia all’ostentazione e agli onori. Il fratello non dovrà vantarsi di essere superiore ai suoi fratelli per la scienza, per la conoscenza o per gli stati [spirituali], ma rifletterà piuttosto sulla lentezza con cui sbarazza la propria anima (nafs) dalle passioni e con cui procede alla ricerca di quello che può accontentare i suoi fratelli».
Il ‘vero credente’, attraverso la pratica delle prescrizioni divine e dell’educazione spirituale muhammadiana comprende che il solo giudice è Allàh!
Comprende anche che le credenze possono essere differenti o divergenti, ed egli comprende e comunica con l’altro amando per lui il bene e rispettandolo: perché l’essere umano, qualunque sia la sua razza o la sua religione, è generato dal soffio (Rùh) di Allàh[28].
In una parola, la Via insegnata dall’Islam è la via dell’Unione, dell’Amicizia e della Fratellanza, con tutte le Creature di Allàh e con tutto il Suo Creato.
Che Allàh ci protegga tutti dalle inside dello Shaytàn [Satana] che ci vuole mettere in lotta l’uno contro l’altro, che tenga i nostri passi saldi nel siràt mustaqìm [la Retta Via] e che Allàh tenga i nostri cuori rivolti al Suo nobile Volto. Àmìn.
Note:
[1] Corano Sura Al-Anbiyà’ 21:107.
[2] Tratti dal I Giardini dei Devoti, dell’imam an-Nawawì, (trad. it.) Ed. Orientamento/Al-Qibla.
[3] (da Muslim) in an-Nawawì, hadìth nr. 219, pag.153, “Cap.26: del divieto dell’ingiustizia e dell’ordine di respingere le iniquità”.
[4] An-Nawawì, hadìth nr. 225, pag.155, “Cap.27: dell’onorare quanto dei musulmani è sacro e inviolabile; esposizione dei loro diritti, e della sollecitudine e della misericordia che si devono avere nei loro confronti”.
[5]An-Nawawì hadìth nr. 227 pag.156, “Cap.27.
[6] (da Muslim) in an-Nawawì, hadîth nr. 236, pag.159, “Cap.27 cit.”.
[7] An-Nawawì, hadìth nr. 309, pag.194, “Cap. 39: del diritto del vicino, e di ciò che è raccomandato al riguardo”.
[8] (da Tirmidhì) in an-Nawawì, hadìth nr. 312, pag.195, “Cap. 39 cit.”.
[9] (da Muslim) in an-Nawawì, hadìth nr. 361, pag.223, “Cap.45: del fare visita a quanti sono caratterizzati dal Bene, manifestando amore per loro”.
[10] (da Muslim) in an-Nawawì, hadìth nr. 377, pag.231, “Cap.46: dell’eccellenza dell’amore in Allàh”.
[11] (da Muslim) in an-Nawawì, hadìth nr. 378, pag. 231, “Cap.46 cit.”.
[12] Corano, Sura Fussilat 41:34-5.
[13] (Muslim) in an-Nawawì, hadìth nr. 631, pag. 357, “Cap.74: della mitezza, della calma e della gentilezza”.
[14] An-Nawawì, hadìth nr. 632, pag. 357, “Cap.74 cit.”.
[15] An-Nawawì, hadìth nr. 641, pag. 359, “Cap.74 cit.”.
[16] An-Nawawì, hadìth nr. 846, pag.442, “Cap.131: dell’eccellenza del saluto di Pace, e dell’ordine di diffonderlo”.
[17] An-Nawawì, hadìth nr. 847, pag.442, “Cap.131 cit.”.
[18] An-Nawawì, hadìth nr. 900, pag.459, “Cap.144: del fare visita all’ammalato”.
[19] An-Nawawì, hadìth nr. 1538, pag.691, “Cap. 257: di come sia vietata la diffamazione…”.
[20]An-Nawawì, hadìth nr. 1544, pag.694, “Cap.260: del divieto di dire il falso”.
[21] An-Nawawì, hadìth nr. 1555, pag. 705, “Cap.264: del divieto di maledire una persona, e altre creature…».
[22] An-Nawawì, hadìth nr. 1557, pag.705, “Cap.264 cit.”.
[23] An-Nawawì, hadìth nr. 1558, pag.705, “Cap.264 cit.”.
[24] An-Nawawì, hadìth nr. 1570, pag. 711, “Cap. 269: della proibizione di odiarsi…»
[25] An-Nawawì, hadìth nr. 1573, pag.713, “Cap. 271: del non spiare gli altri”.
[26] An-Nawawì, Quaranta hadìth (nr.13).
[27] Hadìth qudsì nr. 17.
[28] Cor. 32:9: «[Allàh] gli diede [all’uomo] la sua forma perfetta e ha insufflato in lui del Suo spirito» .