Quando il Progresso è un “bacio in pubblico” è davvero un brutto segno
di Enrico Galoppini
Da quando in qua il progresso dell’umano genere è stato misurato con le effusioni che due innamorati hanno il “diritto” di scambiarsi in pubblico?
Da quando ciascuno ha stabilito che la regola numero uno del vivere insieme è “fare come gli pare”. Il che è incompleto, perché la falsa coscienza dei moderni aggiunge: “Se non si fa del male a nessuno”.
Il problema a questo punto è duplice: qual è il limite oltre il quale non “si fa del male a nessuno”? E, soprattutto, che cosa è il “male”, in specie per ciò che concerne lo spazio che esula dall’ambito domestico?
Sono tutte domande che per la “moderna coscienza” restano inevase, sia perché non interessa quasi più a nessuno che cosa significa “tenersi”, “darsi un contegno” in vista della costruzione di una “personalità” che non sia quella effimera incoraggiata in ogni modo oggigiorno, sia perché si ritiene che lo spazio pubblico, più che una “palestra” di vita e di virtù rappresenti una sorta di “vetrina” nella quale spiattellare tutto a tutti. Gli altri devono per forza accettare tutto di noi, in nome di un malinteso su ciò che è la “libertà”, compreso lo sbaciucchiamento, il palpeggiamento e anche di peggio compiuto sotto gli occhi di chi deve, per essere “al passo coi tempi”, dimostrarsi assolutamente indifferente a ciò che d’imbarazzante gli accade sotto il naso.
Non parliamo poi della nozione di “scandalo”, perché quando tutto è “spettacolo” e gettato in pasto allo sguardo degli altri tale nozione finisce per non essere talmente più compresa nel suo rapporto con l’esercizio della pubblica virtù che certuni, confondendo pubblico e privato, ritengono di applicarla a ciò che avviene all’interno delle sacre mura di casa, com’è il caso dei recenti “scandali” politici che hanno avuto per oggetto un Presidente del Consiglio un tantino più “attenzionato” degli altri.
Posto che in un mondo “normale” sarebbe meglio che un governante non si sbracasse eccessivamente in orge e festini, benché privati, resta il fatto che in pubblico varrà sempre l’aurea regola del contegno e del decoro, “etero” o “omosex” che sia lo scambio di baci in bocca con lingua o meno.
Per questo, “il primo bacio pubblico tra marinai”, andato in scena in Canada tra gli applausi scroscianti di un pubblico in visibilio, oltre a far rimpiangere l’era in cui il marinaio – a parte le sue “promesse” – mandava in brodo di giuggiole schiere di signorinelle, lungi dall’essere quell’elemento di “progresso” che vorrebbero farci credere rappresenta l’ennesimo segnale di una “civiltà” in pieno sfacelo che, in nome dell’“amore”, si alimenta sempre più dell’ego insaziabile delle persone felici di esserne attiva ed entusiastica parte.