Sepehr Hekmat – Ali Reza Jalali, Giustizia e spiritualità. Il pensiero politico di Mahmoud Ahmadinejad, Anteo Edizioni, Cavriago (RE) 2013

di Enrico Galoppini

hekmat_jalali_ahmadinejadQuale interesse può rivestire un libro dedicato al “pensiero politico dell’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad”? Ragionando superficialmente e facendosi prendere dai facili entusiasmi per le recenti “aperture” della cosiddetta “comunità internazionale” nei confronti dell’Iran, si potrebbe infatti ritenere che questa recensione giunga oramai fuori tempo massimo.

Ma il libro è del 2013, l’anno dell’elezione del “riformista” Rouhani, pertanto nell’intento degli autori, Sepehr Hekmat ed Ali Reza Jalali, si tratta di un tentativo di delineare come minimo un bilancio della doppia presidenza di quello che tutta la stampa occidentale filo-americana e di stretta osservanza sionista ha presentato dal primo all’ultimo minuto come una specie di dittatore pazzo con la camera a gas pronta all’uso.

Ad ogni modo, il libro è molto più di questo, e lo si capisce dal titolo.

“Giustizia e spiritualità” sono stati i costanti riferimenti dell’azione politica di Mahmoud Ahmadinejad, del quale Hekmat e Jalali ripercorrono le diverse tappe della vita, dall’infanzia, povera, contadina ed improntata ai valori tradizionali, alla gioventù universitaria ed ai primi incarichi istituzionali di rilievo nelle province azere, fino all’ascesa ad una delle cariche più importanti della Repubblica Islamica, passando per altri importanti ruoli come quello di sindaco di Teheran.

Ahmadinejad è stato un presidente o molto amato o molto odiato.

iran_eurasiaDall’Occidente ha ricevuto solamente ostracismo ed insulti, mentre col resto del mondo (Russia e Cina in primis) egli ha saputo intessere ottime relazioni su ogni piano. Il perché è evidente anche solo leggendo le pp. 101-125 del presente libro, nelle quali vengono fornite le coordinate essenziali della politica estera – mediorientale ed eurasiatica – della presidenza Ahmadinejad (2005-2009 e 2009-2013). A tale proposito è da evidenziare uno dei meriti del testo che recensiamo: chiarire il ruolo strategico, sempre più centrale in Eurasia, dell’Iran, sotto ogni aspetto, dalle fonti di energia alle rotte commerciali.

Il tentativo di isolare l’Iran (anche per danneggiare Russia e Cina) è però fallito, il che non esclude affatto che l’America ed i suoi alleati intendano smettere di complottare contro una potenza regionale che nella forma statuale che si è data ha il torto, agli occhi di quelle che qualcuno definì “plutocrazie”, di coniugare ciò che per la mentalità moderna deve restare rigidamente separato: politica e religione.

Mahmoud Ahmadinejad non ha mai deflesso, nel suo pensiero e nella conseguente azione politica, dal suddetto binomio “giustizia e spiritualità”. Questo, unito alla sua costante attenzione ai bisogni dei più bisognosi (leggendaria la sua disponibilità quando era sindaco della capitale e febbrili le continue ispezioni in ogni parte del Paese per avere sempre il polso della situazione) lo ha certamente reso inviso ai traditori e alle serpi annidate nello stesso Iran. Quelli che sotto lo slogan delle “riforme” in realtà non aspettano altro che il momento d’inscenare la prossima “Onda verde” da mandare in onda nel prossimo “film” sull’Iran.

chavez-ahmadinejadQuesta tensione verso il popolo è – come spiegano gli autori – diretta filiazione della fede dell’uomo, più a suo agio, come il suo grande amico Hugo Chavez, con le persone umili piuttosto che coi privilegiati.

Questo libro, scritto apposta per far capire l’essenziale e non per atteggiarsi ad “espertoni”, ha inoltre il pregio di far comprendere anche al lettore poco informato sull’Iran che non ha alcun senso utilizzare categorie come “progressista” o “conservatore” in una scena politica nazionale che ha sviluppato, a partire dalle intuizioni geniali ancorché radicate nella tradizione dell’Islam sciita dell’imam Khomeyni, un complesso sistema istituzionale al vertice del quale vi è la Guida Suprema e che, al di là delle personalità succedutesi alla presidenza della Repubblica, ha saputo dare mostra di una dialettica interna molto più articolata di certe sedicenti “democrazie” che manu militari e con la sovversione più o meno subdola hanno la pretesa di dare lezioni al mondo intero.

Ahmadinejad, oltre ad essere il figlio di un fabbro (ricorda qualcuno?) e figlio del suo popolo, si può dire a pieno titolo figlio spirituale dell’imam Khomeyni, del quale ha sempre cercato di seguire le orme, a differenza di altri che, magari sotto il turbante, celavano intenzioni ben poco “ortodosse” rispetto alle linee guida dell’unica nazione islamica a pieno titolo “rivoluzionaria”.

Per il resto, rimandiamo il lettore di queste righe al libro, impreziosito da una chiara e partecipata introduzione di Davood Abbasi, già direttore della sezione in lingua italiana dell’Irib.

anteoConcludendo questa segnalazione, vogliamo infine rivolgere un plauso alla giovane casa editrice Anteo, la quale ha pubblicato numerosi testi di geopolitica, di politica internazionale e di teoria politica, i quali – sebbene la solita stampa “autorevole” fa come se non esistessero, preferendo perdere tempo con le fandonie dei soliti “analisti” di regime – non dovrebbero mancare nelle biblioteche di ogni cultore di queste materie, tanto più che, trovandoci in un mondo in rapido ed inatteso mutamento rispetto alle “sorti” preconizzate da alcuni think tank d’Oltreoceano, sarà bene farsi trovare preparati quando la situazione che ci si presenterà coinciderà a grandi linee, e probabilmente anche in vari dettagli, con quanto descritto in questi libri.

Quanto ad Ahmadinejad, va da sé che avvicinandosi le elezioni presidenziali iraniane del 2017 il personaggio, lungi dall’esser consegnato sbrigativamente al passato, potremmo trovarcelo di nuovo in lizza, amato da chi l’ha amato ed odiato da chi l’ha odiato.

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