“Qui non si parla di politica”

di Spectator

pluralismotalkUna delle peggiori illusioni del mondo moderno è senz’altro la politica.

La pretesa d’intendersi di politica, quale che sia la propria competenza in materia e la propria qualificazione ad esprimere un’idea sensata.

È come il calcio: tutti sono commissari tecnici della Nazionale.

Giorno dopo giorno, rinforzati in questa loro fallace convinzione da ciò che sentono o leggono in tv e sui giornali, tutti quanti si formano una “opinione” su questioni che non solo non sanno comprendere, ma nemmeno dovrebbero interessarli.

E quest’illusione individuale e collettiva trova la sua plastica e rituale rappresentazione nelle cosiddette “elezioni”, dove “uno vale uno”, anche se poi, con le “leggi elettorali”, fanno in modo che il voto di alcuni valga meno di quello di altri.

Il problema non riguarda tuttavia il solo “corpo elettorale”: in democrazia anche la “classe dirigente” non possiede alcuna qualificazione per gestire gli affari pubblici, perciò essa diventa facile bersaglio delle critiche del primo citrullo che passa. E che crede di aver capito tutto perché è abbonato alla tal rivista o segue tutte le trasmissioni di “approfondimento”.

Non che gli “attivisti” più o meno “impegnati” siano meno inadatti. Basta guardarli in faccia e sentire i discorsi che fanno.

sono-vietate-le-discussioni-politicheA ciò si aggiunga che la “politica” per la quasi totalità delle persone significa faziosità e partigianeria. Con buona pace del bene comune.

Per farla breve, la cosa migliore per la salute di tutti quanti sarebbe non interessarsi affatto di politica. E che ciascuno pensasse ai fatti suoi, occupandosi delle cose che veramente conosce ed applicandosi con perizia al proprio lavoro nonché dedicandosi alla propria famiglia.

Per questo, il famoso ed equivocato “qui non si parla di politica”, lungi dal rappresentare un delitto e l’espropriazione di un sacrosanto “diritto” voleva semplicemente ribadire un concetto semplice e lineare: che se uno non è qualificato a farlo, tanto vale che lasci perdere, tanto più che per lui la politica sarà un pretesto per fare il tifo, criticare e distruggere, piuttosto che proporre e costruire, e fondamentalmente perdere del tempo prezioso che avrebbe potuto impiegare meglio a beneficio suo e della collettività.

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There is 1 comment for this article
  1. Bennnato Bennati at 1:14 pm

    Parole sacrosante.
    Non solo gli elettori cui è fatto credere in quanto tali di essere i depositari della “politica” , in realtà non sono depositari di un bel nulla per mancanza di qualificazioni, ma lo stesso concetto applicasi per le stesse ragioni agli “eletti”.
    Prova ne sia che gli svariati provvedimenti che il governo prende nei più svariati campi, non sono per nulla farina del sacco del governo, ma suggerimenti dei direttori generali dei ministeri, consulenti esterni ecc. ( ad es. “volete abbreviare i tempi dei processi civili ? Fate come vi dico io…” ed è questa una delle ragioni che in tutti i campi si va di male in peggio, ché ovviamente nemmeno i predetti consulenti hanno le qualificazioni che occorrerebbero, definitivamente venute meno con l’abolizione degli Ordini sociali effettuata dalla Rivoluzione francese , concetto questo “reazionario ” quanto si vuole, ma purtroppo è così ).

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