Bisogna avere un Centro

di Gianluca Marletta

croce_celtica_irlandeseMi capita spessissimo di trovare persone che si confidano e si sfogano col sottoscritto: persone che conosco da tempo ma anche semisconosciuti. Sarà forse perché do l’idea di essere “uno che ascolta”.

Mutatis mutandis, quello che provano ad esprimere sono quasi sempre sensazioni simili: disagio di fronte al mondo, malessere rispetto al cinismo, alla cattiveria, alla brutalità di una società sempre meno umana.
Sono tutte persone sensibili, di regola, con una loro intelligenza viva, spesso ferite, quasi sempre molto confuse e senza punti stabili.

Normalmente preferiscono parlare loro e tutto finisce in uno sfogo più o meno estemporaneo; a volte ti chiedono anche la tua opinione, il tuo parere, addirittura il fatidico “consiglio”!

È quello il momento che più mi imbarazza, anche perché già so, in linea di massima, quale sarà l’effetto: “Amico mio…” – provo a dire – “il mondo sarà pure una cloaca, ma l’unico modo per non annegare nei suoi liquami é… avere un Centro. Devo parlare più chiaramente? Risolverai poco cambiando lavoro, cambiando moglie, cambiando fidanzata, cambiando psicologo, cambiando dieta… la risposta è nello Spirito: vai a Dio!”.

È lì che non ci si capisce più. Lo Spirito no! Dio no! Al massimo un corsetto di yoga facile facile alla palestra sotto casa! Ci sarebbe da rimettere mano a tutto un “modus vivendi” e una visione della realtà ormai incancrenita. Meglio tornare a parlare di malvagi datori di lavoro, insensibili mogli, crudeli mariti…

Poi, ogni tanto, qualcuno comincia invece a porsi un paio di domande. Meglio per lui.

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