La “civiltà moderna” è un tutto coerente: l’unico rimedio è il ritorno alla “normalità”
di Enrico Galoppini
Per esprimere il mio pensiero comincio con una domandina alle “associazioni islamiche” che lavorano di concerto col sindaco di Milano: come fa a piacervi questo personaggio? Non lo capite che vi sta usando per distruggere – secondo gli intendimenti della sua parte – ciò che resta di tradizionale? O forse lo capite, ma vi sta bene lo stesso perché pensate di esser voi ad usare lui.
A parte questo (tatticamente tutto è “lecito”, vero? Anche mercanteggiare sui propri principii), bisogna essere realisti: qualora lo criticassero per le sue dichiarate posizioni “gay friendly” esse verrebbero immediatamente sbranate da tutti quanti, “destra” compresa in ogni suo ordine grado, in nome della difesa dei “nostri valori”.
Col che si capisce che la “civiltà moderna” non è qualcosa che possa essere scissa in “destra” e “sinistra” come se l’una fosse “buona”, portatrice di valori sani, e l’altra no. La “civiltà moderna” è un tutto coerente, con sfumature di grado ed “opposizioni” facilmente ricomponibili contro chiunque osi, da posizioni “antimoderne”, metterne in discussione i postulati.
Pertanto, la vera dicotomia resta quella tra chi in qualche modo è complice del caos, dello scandalo e chi, quale che sia la sua religione o idea politica, auspica una salutare “normalità” nei vari dominii dell’esistenza e del vivere civile.