L’anglo-americanizzazione s’insinua ovunque
di Enrico Galoppini
Sarà una stupidaggine, ma trovandomi a prenotare qualcosa su un sito ITALIANO mi si è aperto un calendarietto con le settimane… Niente di strano. Vero, ma… attenzione: la settimana, lì, come in molti altri siti nei quali è possibile effettuare delle prenotazioni, comincia con la domenica. Ma che dico, con “Sunday”!
Mi domando quante persone sbaglieranno prenotazione dell’albergo, del volo ,del traghetto, di qualsiasi altra cosa, visto che questi accidenti di calendarietti non riportano più il lunedì come primo giorno della settimana (uno dei pochi ancora attaccato alle “italiche tradizioni calendariali” è quello di Trenitalia).
Così, dopo che i santi sono praticamente scomparsi dalle agende cartacee, sempre più “internazionali” e dunque “neutre” (in apparenza, ovvio), siamo arrivati anche al cambiamento dell’ordine dei giorni della settimana, grazie alla “globalizzazione” e ai suoi subdoli strumenti.
Una riscossa nazionale non potrà che cominciare col bandire dall’uso corrente tutte le parole inglesi ( salvo ovviamente quelle divenute ormai parte, come neologismi, della lingua italiana, anche al fine di non cadere in certe esagerazioni in cui cadde il fascismo ); nonché col limitare – se non per un certo tempo almeno, addirittura bandire – l’importazione dei telefilm americani, forieri nel grosso pubblico di correnti psichiche dissolventi.
Anche nelle scuole- aggiungo – sarebbe l’ora di farla finita con l’inglese che la fa da padrone ( segno evidente di subordinazione psicologica e culturale , ed almeno fosse l’inglese di Shakespeare, e non quello – come di fatto è – delle plebi dei grandi magazzini, delle birrerie e dei tabloids scandalistici !). Si apra finalmente allo studio del russo, del cinese e dell’arabo e non solo per ragioni di nuovi ( ed autonomi ) scambi politici e economici, ma anche e sopratutto per gli scambi dell’anima.