La guerra psicologica anti-russa continua: i russi mangiano ancora i bambini?
di Enrico Galoppini
Sono cose di cui mi sono già occupato, ma a volte val la pena ritornarci su perché in qualche caso si è in presenza di piccoli capolavori di guerra psicologica.
Sui media occidentali russofobi sta circolando in queste ore un filmato, ripreso col telefonino, nel quale si vede un ragazzino fermato a Mosca da agenti della sicurezza e condotto con le maniere forti nella loro macchina, in mezzo a grida strazianti.
La “notizia” è intitolata: “Recitava Shakespeare, polizia russa trascina via un bambino”. Sottotitolo: “Nel centro di Mosca. L’accusa, era un mendicante, poi le scuse”.
Lasciamo perdere che questi giornalisti non sanno praticamente scrivere, e men che meno i titolisti, perché la virgola non è da usarsi in quel modo ‘allegro’. E sorvoliamo anche su ciò che è una “notizia”, perché tutti converrete con me che questo non è un fatto rilevante, a maggior ragione fuori dalla Russia (su Russia Today non ve n’è traccia, anzi pare si tratti di una “notizia” che circola in Italia perché digitando su Google, per esempio, “Shakespeare recited, Russian police drag a child away”, non esce alcun risultato…).
Ma veniamo al contenuto di questa “tragedia”. Si comincia col maltrattamento di un bambino. I comun… pardon, i russi, com’è noto “mangiano i bambini”. Quest’esecrabile abitudine pare si sia protratta anche dopo la caduta dell’Urss… Ma c’è di più: i russi odiano la cultura occidentale, in particolare quella inglese!
Sono anche intolleranti con chi, poverino, cerca di raggranellare due soldi in strada. Insomma, hanno una legge contro l’accattonaggio da parte dei minori (che in Italia servirebbe) ma li si critica comunque.
Un quadretto a tinte fosche: violenti contro i bambini, odiatori della cultura occidentale e persino insensibili verso chi chiede l’elemosina.
Si noti che la notiziona è particolarmente confusa quando si parla di una vicina o di una matrigna. Ma mica si pretenderà che i nostri “professionisti dell’informazione” verifichino questi particolari da nulla.
Il peggio però viene ora, ed è frutto di una riflessione.
Vedere un bambino maltrattato non fa mai piacere, e chi ha confezionato questa “notizia” che “sta scatenando un putiferio in Russia” lo sa bene. Ma come mai tutte queste sensibilità e compassione non vengono fuori quando a subire maltrattamenti ben peggiori sono i bambini palestinesi? Al contrario, la consegna delle redazioni giornalistiche dall’indignazione facile è quella del silenzio. Su internet si possono visionare tonnellate di filmati raccapriccianti, che anche solo a guardarne uno vien voglia di arruolarsi con la resistenza palestinese, e qui troviamo il tempo per montare un “puti[n?]ferio” per una simile baggianata?
Ce ne sono per tutti i gusti, da quelli trascinati via dai loro genitori (che qualche volta vengono accoppati) a quelli con le braccia spezzate. Ci sono anche filmati di ragazzetti fatti oggetto di controlli e poi freddati come manco si fa con una bestia. Sai com’è, i telefonini ce l’hanno anche i palestinesi.
Quindi, Ansa e compagnia bella anche stavolta avete toppato. Avete raccontato solo una favola, ma se volete fare una bella figura, rendendo un servizio alla verità e ripulendovi pure la coscienza, mettete ogni tanto, non dico tutti i giorni, la sequenza di uno dei tanti Muhammad, Ahmed, Omar eccetera arrestati, maltrattati e pure uccisi: chissà che una volta tanto non riportiate un fatti!