Ernesto Zucconi, Il rovescio della medaglia, Novantico Editrice, Pinerolo 2004

di Enrico Galoppini

zucconi_rovescio_medagliaSe uno studente del liceo alle prese con lo studio della storia del Novecento potesse sapere dal suo insegnante dell’esistenza di questo libro sono certo che da ciò trarremmo tutti un beneficio, in quanto avremmo sviluppato in questo giovane italiano quel tanto declamato “spirito critico” che costituisce uno dei capisaldi della pedagogia scolastica moderna.

Ma questo non avverrà, perché, alla faccia della libertà d’insegnamento e di ricerca (più importanti della generica “libertà d’espressione”), qualora un insegnante delle scuole secondarie superiori s’azzardasse a consigliare l’approfondimento storico contenuto ne Il rovescio della medaglia, di Ernesto Zucconi, si troverebbe alle prese con sanzioni “disciplinari” e forse con la berlina mediatica approntata. Quand’anche gli studenti, che essendo giovani sono naturalmente curiosi e, soprattutto, non devono difendere interessi costituiti, non avessero dimostrato alcun fastidio ed obiezione (fatta eccezione per i figli di quei militanti della versione ufficiale già dimostrata a priori e dunque non sottoponibile a revisione).

In questo volume di grande formato e riccamente illustrato vengono passati in rassegna, dopo un agile testo introduttivo, alcuni (non tutti) “crimini dei vincitori”, commessi prima e dopo la vittoria, o più genericamente dei “buoni”, quelli cioè che hanno combattuto dalla parte “giusta” e omaggiata dalle “grandi democrazie” uscite vittoriose dalla Seconda guerra mondiale delle credenziali del Bene assoluto.

zucconi_rovescio_medaglia_retroAbissinia 1935 (uso di proiettili dum dum e atrocità su operai italiani), Spagna 1936 (l’orrore delle sevizie ai danni dei nemici dei “repubblicani”, dalle quali non si salvarono nemmeno delle suore!), Polonia 1939 (violenze sulla minoranza tedesca), Francia 1940 (campi di concentramento per italiani quando i francesi in Italia erano stati trattati coi guanti), Cirenaica 1941 (devastazioni e saccheggi inglesi). E ancora Katyn (un assassinio di massa a lungo attribuito ai tedeschi), i bombardamenti sulla Francia da “liberare” (che provocarono più morti francesi di quelli causati dall’invasione tedesca!) e quelli del naviglio della Croce Rossa italiana (quando le navi erano chiaramente contrassegnate). Le bombe sulle città italiane, tedesche e giapponesi. Tutti fatti, altro che propaganda!

Fino all’incomparabile crimine, specchio della mancanza di qualsiasi senso del limite, di Hiroshima e Nagasaki con due bombe atomiche tanto per dare un “avvertimento” ed approfittarne per studiare “l’esperimento”!

Questo libro, che riporta numerose fotografie (e nemmeno le più raccapriccianti, a detta dei curatori) è una specie di galleria degli orrori, al principio della quale è stata posta un’eloquente epigrafe che dà il titolo alla prefazione di Adriano Toselli: Guai ai vinti!

Vinti, però, che non intendono (come viene spiegato nella premessa del’Autore a p. 5) mostrare il rovescio della medaglia, ovvero l’altra faccia della storia, per cancellare le malefatte degli sconfitti. Che è ciò che rende fruibile questo libro pubblicato da Novantico a tutti i sinceri amanti della storia e dei suoi risvolti meno noti, a meno che si appartenga al novero dei gendarmi della memoria a senso unico e di coloro che ne sono rimasti ipnotizzati.

 

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