Le ‘corsie preferenziali’ di Usa e Nato: altro che “trecentomila euro”!
di Enrico Galoppini
In mezzo a tutto il fradiciume romano pompato dai media per farci imbufalire ancor di più contro “la casta” ma che non scalfirà affatto il dogma della “devoluzione” e dei “servizi” appaltati che è alla base dello scatafascio degli enti locali, è saltato fuori un particolare non da poco, che però non è stato sviluppato come avrebbe meritato.
Ci riferiamo alle “corsie preferenziali” negli aeroporti di cui beneficiano i cosiddetti “vip” per transitare velocemente e far passare alla chetichella qualsiasi cosa.
Complici, gli stessi inscalfibili ed imperturbabili agenti che a noi “poveracci” tolgono persino le cintole e le scarpe, sottoponendoci all’umiliazione (e alle radiazioni) del “body scanner”. Ma che ci vogliamo fare: il “mito” dell’11/9 – diciannove arabi che, armati di temperino, dirottano quattro aerei di linea facendoli schiantare dove vogliono loro! – dev’essere sostenuto in ogni modo.
Anche questo ricamare sui privilegiati che scavalcano gli ordinari controlli ha concorso a far riversare fiumi d’imprecazioni all’indirizzo di chi avrebbe, secondo certe “gole profonde”, trasferito all’estero fior di quattrini.
Non solo politici. Anche gente dello spettacolo, nani e ballerine. E nemmeno il mondo dello sport, ormai pieno di vedette tatuatissime e strapagate che frequentano gli stessi giri, pare essere esente da questo tipo di favoritismi.
Lo schifo esonda fuori dagli argini della capacità media di sopportazione. Il senso di vendetta e di rivalsa pure. E nella coscienza degli italiani va sedimentandosi il desiderio di un’orgia di sangue purificatrice.
Ma contro chi e che cosa? Contro i “vip”? Che son gli stessi adorati come dei semidei ed invidiati perché sono quello che l’uomo-massa vorrebbe essere? I politici? Votati ad ogni tornata di ludi elettorali, senza battere ciglio?
Siamo seri e proviamo ad usare il cervello.
Loro vogliono farci “indignare” per questi odiosi privilegi della “casta”. Come il lasciapassare a beneficio di chi, mentre tu pirla stai in fila e vieni ispezionato anche negli orifizi, salta la fila e, tra due ali di addetti alla sicurezza che si scappellano e magari chiedono un “selfie”, si porta a casa la coca, la grana o i rolex.
Tutto deprecabile quanto si vuole, per carità.
Ma c’è mai stato uno straccio di “autorevole” giornalista che s’è chiesto, sottoponendo il dilemma alla pubblica opinione, se tutto il via vai di personale e mezzi delle forze armate americane e della Nato non comporti il passaggio, assolutamente fuori controllo, di cose ben più gravi e pericolose della polverina da pippare o degli ormai famigerati “contanti”?
Come denuncia da anni Gianni Lannes, l’Italia è diventata una discarica degli Usa e della Nato per scorie ed ordigni nucleari… e qui stiamo a perdere tempo dietro questi personaggi da b-movie, buoni tutt’al più per un western all’amatriciana?
Quello di Lannes è giornalismo; questa è passione ed amore per la propria terra.
Non lo starnazzare a vuoto di una pletora di gazzettieri orecchianti e pettegoli che non vedono l’ora di gettarsi sulla “carogna” di turno mentre la riverivano quando era in ottima salute e manco s’azzardavano ad insinuare il minimo dubbio.
Italiani, riflettete bene se son peggio e più nocivi per la vostra incolumità qualche centinaio di migliaia di euro che passano i controlli o carichi di esplosivi ed agenti chimici che dobbiamo custodire sulla nostra terra per guerre che non ci appartengono e che vanno esattamente contro il nostro più elementare tornaconto.
Tutti questi traffici a stelle e strisce non hanno nemmeno bisogno della “corsia preferenziale” dell’aeroporto perché sono per così dire “istituzionalizzati” a livello di cosiddetti “accordi” che ovviamente nessun italiano normale, nessun comune cittadino, può venire a sapere, mentre viene edotto con dovizie di particolari, stuzzicando la sua morbosa curiosità, sull’andirivieni di qualche nullità italiota.