“Soldati russi” in Ucraina: quale sarebbe lo “scandalo”?
di Enrico Galoppini
Ecco lo scoop del giorno: l’Ocse afferma di avere le prove del coinvolgimento di “militari russi” in Ucraina. Supremo scandalo! Ecco qua i cattivissimi russi beccati con le mani nella marmellata!
Ma ragioniamo un attimo. Che cosa ci sarebbe di strano se soldati di Mosca agissero in missione militare in Ucraina? La Russia ha tutto l’interesse che l’Ucraina, dopo un golpe sponsorizzato in tutto e per tutto dalla Nato, non diventi, in men che non si dica, un serissimo problema alle sue porte.
Stesso discorso vale per l’Iran. Che cosa ci sarebbe da meravigliarsi se militari iraniani fossero impegnati in Siria? La Siria oggetto di una manovra sovversiva occidentale che si protrae da anni e che rappresenta l’antemurale, verso il Mediterraneo, delle potenze eurasiatiche che lo stesso occidente mira a distruggere.
Eppure i “nostri” giornalisti fanno a gara a chi si sbalordisce di più quando “salta fuori” che un russo o un iraniano “confessano” di operare al di fuori dei loro confini nazionali. Questi gazzettieri sono i classici finti tonti, che cascano dalle nuvole a comando. Perché trovano perfettamente “normale” che reparti speciali americani, inglesi, francesi, israeliani ecc. scorazzino per la Siria, la Libia, l’Ucraina… La regola numero uno è occultare la questione, ma se capita loro di entrarvi nel merito non li sfiora il dubbio che un americano in trasferta in Siria è una cosa un tantinello strana.
Questi giornalisti, oltre che falsi come i soldi del Monopoli, sono oltretutto illogici. La Siria e l’Iran sono vicini. L’Ucraina ha un lunghissimo confine condiviso con la Federazione Russa. Vi sono inoltre affinità culturali e religiose tra i rispettivi popoli.
Che cosa c’incastra, invece, un militare americano a spasso per la Siria o l’Ucraina? Perché non se ne sta a casa sua a controllare, al limite, cosa accade in Messico, in Canada o nei Caraibi?
Ma qui bisogna entrare in un altro ordine d’idee. Che questi giornalisti fanno finta di non capire che è in atto una partita per il dominio a livello planetario ingaggiata dagli occidentali. Perché gli altri, sì, danno battaglia e non mollano l’osso, ma se non fossero provocati ogni santo giorno se ne starebbero buoni e tranquilli nella loro zona d’influenza. Che certo comporta il controllo di aree che vanno al di là dei propri confini. Ma siamo ben al qua della pretesa di voler piegare al proprio progetto di dominio l’intero orbe terracqueo.
Certe “notizie”, poi, non vengono nemmeno create per la massa dei sudditi mediatici, ma per i cosiddetti “decisori”, che in tal modo, di fronte a queste “evidenze”, non potranno sottrarsi dal battere i tacchi davanti al Padrone che ordina d’imbracciare il fucile per “liberare” altri ad esclusivo suo vantaggio. Mentre i suoi “alleati”, venduti e senza cervello perché già “liberati” settant’anni or sono, avrebbero tutto l’interesse a mantenere un atteggiamento diametralmente opposto.