“Profughi siriani”: accogliere senza selezionare è da scellerati

di Enrico Galoppini

papa_lampedusaDice che la carità si fa senza stare a guardare troppo il pelo nell’uovo.

Dipende. In una cosiddetta “guerra civile” come quella che da anni sta insanguinando la Siria, non è questione di lana caprina il “profilo” del beneficiario della nostra carità. Invece si accoglie e si aiuta a prescindere, perché “il cristiano fa così” e anche perché “El Papa” lo vuole.

Come la Fortuna, anche la Carità s’è messa la benda, quando semmai è sempre stata l’identità del benefattore a non richiedere le luci della ribalta. Mentre non è detto che tutti si meritino d’essere aiutati.

Per questa Chiesa “al passo coi tempi”, Cristiani o Musulmani fa lo stesso. E questo ci può stare perché siamo tutti sotto questo Cielo.

siria-yabroud-chiesaPerò bisogna essere onesti e riconoscere allora che le periodiche lamentazioni per “la sorte dei cristiani d’Oriente” – che non godono di alcun “corridoio” privilegiato – servono solo per giustificare di fronte all’opinione pubblica la necessità “guerra all’Islam” con la scusa dell’Isis. La quale copre operazioni “imperialistiche” belle e buone in nome non della “civiltà” bensì del Capitalismo predatore da esportazione. La guerra del Bene (l’Occidente e “i musulmani moderati”) contro il Male (quell’Islam che sforna “terroristi” perché “ci odia”).

Ma ragioniamo un momento: in Siria, se c’è qualcosa di “barbaro” e “medievale” è la variegata ma di fatto solidale armata di “rivoluzionari” che in barba ai tanto declamati sacri principi occidentali della “convivenza” e della “tolleranza” ha fatto capire a tutti i siriani (dopo averlo fatto con gli iracheni) che o si sta con loro o contro di loro (anche quando si mettono i panni dei “moderati”). Dall’altra parte – quella del governo – ci sono persone anch’esse musulmane, che una certa propaganda a senso unico ha bollato o come “eterodosse” (e perciò meno degne d’essere rispettate e “ovvio” bersaglio dei “sunniti”, altra falsità, tanto più che dall’Isis in giù è arduo parlare di “sunniti”) o non ritiene qualificabili come “musulmane” in quanto “laiche”, sempre per ridurre tutto a caricatura e alle cosiddette “nostre categorie”.

siria_lattanzioSe anche così fosse, ciò sarebbe tuttavia un motivo in più per stare coerentemente dalla parte dei governativi, poiché accanto alla “convivenza” tra diversi anche la “laicità” è un altro caposaldo della visione del mondo occidentale e moderna. Invece no: si continua a predicare delle cose e a farne altre, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti, e cioè un mondo arabo sempre più incontrollabile che al momento non ci procura altro che bocche da sfamare quando invece potrebbe stare nella bambagia ed essere un nostro ottimo socio in affari a beneficio di tutti quanti.

Dunque, per tornare al problema dell’inizio, non varrà la pena di stilare un identikit di chi si prende la manna della nostra solidarietà? Quale tipo di musulmani sta aiutando l’esercito della salvezza delle varie associazioni “umanitarie” e “non governative” specialmente di stampo cristiano? Si tratta – come la maggioranza degl’italiani di settant’anni fa – di gente che “sta alla finestra” e cioè aspetta di vedere come va a finire senza prendere parte alla mattanza? Sono sostenitori della “rivoluzione siriana”? E di che tipo?

A quelle donne sole con bambini che – ci dicono i media in questi giorni – sarebbero la maggioranza dei “migranti” siriani, a volte hanno chiesto dove sono i loro mariti: una ha risposto che “combatte con l’esercito di Assad”. Sarà vero?

E le mogli dei “ribelli” (“moderati” o meno)? Accogliamo anche loro in attesa del “ricongiungimento familiare”!?

foreign_fightersA noi non serve seguire l’esempio dell’Inghilterra, che ha sempre ospitato il peggior estremismo “islamico” ufficialmente perché è “terra d’accoglienza” e di “libertà civili”. Di fatto perché controllandoli poteva usarli ora qui ora là per creare problemi ai vari Stati arabi che avevano debellato, o comunque tenevano a guinzaglio corto, la piaga del fondamentalismo, ma anche per reclutare quei famosi “foreign fighters” così utili ovunque c’è da sovvertire un governo inviso.

Per l’Italia, ora che il mondo arabo è sempre più destabilizzato, e di certo non per nostra volontà, l’accoglienza di famiglie di “guerriglieri” fanatizzati non può che risolversi in un fatale autogol: quando quelli si sentiranno abbastanza forti anche qui tenteranno di fare (se al loro padrone tornerà comodo) quello che hanno già fatto a casa loro, tanto più che a questi “internazionalisti” di stampo religioso non importa un tubo della Siria, dell’Iraq, della Libia eccetera, ma solo del “Califfato mondiale” (anche se il “califfo” porta il Rolex e sorseggia tè alla menta con McCain).

Meno ancora può importare loro dell’Italia e degli italiani. Questi babbei che essendosi incaponiti sull’imposizione secolare dei consigli evangelici (versione aggiornata del totalitarismo “comunista”) prima o poi si pentiranno amaramente per la leggerezza con cui hanno aperto le loro porte di casa.

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