Che fine avranno fatto quegli sventurati operai?

di Enrico Galoppini

Adesso, tutti dietro all’ultimo tormentone (la nave Aquarius), e da domani o dopodomani dietro al prossimo che qualcuno, nella “fabbrica delle notizie”, sceglierà per farci schierare da una parte e dall’altra. Scorro la mia “home” qui su Facebook e praticamente non si pensa ad altro. Cavolo com’è facile pilotare le opinioni e le ondate emotive!

Un mese fa, a Padova, quattro operai, italiani, romeni e moldavi, venivano investiti da una colata di metallo fuso… Vite rovinate, stravolte per sempre, per portare a casa un banale stipendio. Che ne sarà di loro? In che condizioni saranno ora? Riusciamo ad immaginare il tormento che stanno passando loro e i loro familiari? 

I media, ma praticamente tutti quanti, compresi gli informatori “alternativi”, se li sono filati sì e no un paio di giorni, poi via con ben altri argomenti meno… “scottanti”. Ma il problema, Aquarius o non Aquarius, resta sempre lo stesso: la dignità del lavoro e del lavoratore, perché hai voglia te a passare tutto il giorno a commentare e a fare il tifo per questo o quel politico, ma alla fine tocca a tutti (o quasi) lavora’! 

Peccato che non se ne parli, che non veniamo informati sulle loro condizioni, perché il lavoro interessa la quasi totalità delle persone, assorbe la maggior parte delle loro energie e… non lascia loro, spesso, se non quei quattro soldi per tirare a campare. 

Che cosa farà questo nuovo governo per il mondo del lavoro? Mi chiedo questo, e la risposta credo di saperla già…

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