L’antifascismo: più passa il tempo e più la spara grossa
di Enrico Galoppini
A Milano nel 1982 e a Roma nel 1984, col patrocinio dei rispettivi Comuni, si tennero due importanti mostre intitolate “Anni Trenta. Arte e cultura in Italia” e “L’economia italiana tra le due guerre: 1919-1939”.
Per la prima volta dalla fine della guerra il “Ventennio” veniva presentato ad un vasto pubblico in maniera seria ed accurata, per quel che concerne i differenti domìni dell’esistenza.
Ciò che resta oggi di quelle due mostre sono i due magnifici cataloghi pubblicati da Comune di Milano/Mazzotta e Comune di Roma/IPSOA, che oltre ad essere due miniere d’informazioni (658 e 548 pp.) sono anche due pezzi da collezione che custodisco gelosamente.
Ma di fronte a sparate come quelle di Mattarella, secondo il quale – probabilmente galvanizzato dal Giorno (o Mese?) della Memoria – nel Fascismo “non vi fu nulla di buono” mi verrebbe da imprestarglieli, di modo che possa farsi una “cultura” che evidentemente gli fa difetto o della quale forse non sente la benché minima curiosità (presente invece nelle istituzioni dei primi anni Ottanta!).