Contro il logorio del “terrorismo” moderno… : un selfie!

di Spectator

selfie_terroristaPensate quello che vi pare, ma a me il “selfie” dell’ostaggio inglese col dirottatore egiziano è piaciuto e non mi ha affatto disturbato.

C’è chi ha scritto che quello è più pazzo di quell’altro. Chi ha parlato di totale incoscienza. Chi ancora ha trovato il modo di disquisire se si tratta di un autoscatto o no.

In un frangente del genere, con uno accanto che indossa una cintura esplosiva, ci vuole senz’altro un po’ di “follia” e sangue freddo per trovare il tempo di farsi fare una foto col tuo probabile assassino. Ma la tensione fa fare cose inaspettate, e allora ci sta che per sdrammatizzare uno compia gesti impensabili ed assolutamente “irrazionali”.

Fatto sta che quella foto, presa così com’è, rappresenta una burla per tutti i “terroristi” ed aspiranti tali: perché mai venite ad ammazzare uno che “non c’entra niente” e non ve la prendete – imitando, che so, i regicidi del passato – coi tiranni ed i loro diretti tirapiedi se proprio dovete ammazzare qualcuno?

Ma se si riflette bene su come si viene controllati ed ispezionati minuziosamente in aeroporto all’atto di transitare verso il “gate” non si può non dubitare dell’autenticità di una cintura esplosiva indossata da un comune passeggero.

Perché le cose sono due: o quell’armamentario è stato cortesemente fornito direttamente sull’aereo da qualche complice che ha il potere di far passare del materiale senza i controlli di routine, o quella cintura esplosiva è falsa.

E stavolta era falsa.

Al che mi vien da dire che non solo con un “dirottatore” del genere val la pena di farsi ritrarre per un attimo di celebrità, ma se quello è così sprovveduto dal permettere ad uno che è il doppio di lui di mettersi in posa fianco a fianco e per giunta mentre si hanno le mani libere (e dunque senza alcun dispositivo d’innesco in mano), ciò significa che siamo in presenza di una sceneggiata. Di cattivo gusto, certo, ma pur sempre di una sceneggiata.

osama-bin-laden-mortoE allora, la prossima volta che a uno di noi capiterà d’incrociare un “dirottatore” o un “attentatore suicida” solitario in preda alle ambasce, non ci si dimentichi di scattare un “selfie”, ché tanto se davvero di “terrorismo” si tratta non si avrà certo il tempo per tutti questi salamelecchi e per fare la conoscenza con “terroristi” che, regolarmente, anziché essere acciuffati e/o mostrati al pubblico spariscono immediatamente dalla circolazione, anche da morti (si pensi a Bin Laden, gettato in mare in fretta e furia!).

Ecco, forse stavolta quello era proprio un “dirottatore” vero. Uno che voleva fare il “terrorista” ma che non avendone la possibilità (c’è il metal detector) s’è limitato a farlo per gioco per reclamare le sue “ragioni”. Le altre volte, e cioè tutte quelle in cui ci raccontano di “cellule dell’Isis” e “cani scioliti” e simili, chissà…

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