Cosa non si fa ormai per demonizzare internet e chi ci scrive

di Enrico Galoppini

web_satanaBebe Vio minacciata su un social network. L’atleta paralimpica denuncia gli autori, serve risposta decisa. La tipica questione risolvibile senza fare tanto baccano mediatico, diventa un “caso”.

Ma se c’è stata diffamazione, ingiuria o addirittura minacce, le vie da adire sono quelle a disposizione di tutti i comuni mortali. Tra l’altro qua non ci si capisce nulla perché l’Ansa, come suo costume, non riporta i fatti, ma arriva già alla “morale” per provocare ondate di “indignazione” scontata. Non tanto contro degli individui anonimi che sicuramente saranno squallidi e vigliacchi[1], quanto contro internet in generale e la libertà di espressione sul web.

Il punto dunque è un altro, e lo si capisce quando l’agenzia scrive: “l’ennesima vicenda ignobile alimentata dalla Rete”. Ecco dove si va a parare con quest’altro “caso”: la demonizzazione di internet, assimilato ad una specie di spelonca di ladri o fabbrica di “bufale”. Ogni giorno, dall’inizio dell’anno, da quando cioè la Boldrini con la sua squadra di “antibufalari” ha preso di petto la rete, salta fuori un “caso” tendente a dipingere internet come l’ultima ridotta delle canaglie.

VIII_comandamentoEppure, a proposito di “ennesima vicenda ignobile alimentata dalla”… televisione o dai “grandi giornali”, vogliamo parlare di quando Blair assicurava che l’Iraq aveva armi chimiche pronte per essere usate contro il “mondo civile”? O di quando, agitando fialette di antrace finte, Powell ha preparato l’invasione dell’Iraq? “L’ennesima vicenda ignobile alimentata” da un profluvio di menzogne! Il massacro di un numero incalcolabile di esseri umani, non qualche pur deprecabile insulto sul web.

Vogliamo parlare di Libia o di Siria, Ansa? che dal 2011 “alimenti” la favola di una “rivolta” di anime belle (e “democratiche”) contro la “tirannide” di Assad? O dei filmati dell’Isis “scoperti” dal SITE di Rita Katz? Che dire poi della costante russofobia e della martellante campagna di denigrazione del presidente Putin? Una nazione (la Siria) ridotta a un cumulo di macerie, morti innocenti (anche nostri) vittime di un “terrorismo islamico” molto arlecchinesco, affari in fumo con la Russia per fare largo ad assurde “sanzioni”. Non è piuttosto che ogni santo giorno ci sorbiamo (e qualche malcapitato subisce sulla sua pelle) “l’ennesima vicenda ignobile alimentata” da voialtri giornalisti?

NOTE

[1] La sua storia è diversa, ma il pensiero corre ad Alex Zanardi, vittima di un gravissimo incidente automobilistico ed autentico esempio – come del resto Bebe Vio – di tenacia ed incrollabile volontà. Nessuno s’è mai azzardato a “minacciare” Zanardi, perché le campagne alle quali ha partecipato non sono riconducibili alla politica né in senso stretto né in senso lato. Ciò non toglie – ci mancherebbe altro – che anche un disabile possa liberamente fare politica, ad ogni livello. Tra l’altro non esiste la categoria unificata del “disabile”: esistono solo le difficoltà dei disabili, in base alla loro specifica disabilità (e a come la vivono), e, soprattutto, esistono gli esseri umani, liberamente criticabili – come tutti gli altri – quando si “mettono in gioco”. Trovo molto meschino mandare avanti un “disabile” per perorare la propria “causa” politica e poi inalberarsi se il testimonial di turno viene criticato ed attaccato, anche duramente (purché non se ne leda l’onorabilità). Un conto è il rispetto per l’essere umano (e la sua storia, che certamente influirà sulla scelta di prestare la propria immagine ad una certa “campagna”), un altro il diritto di criticare i contenuti delle “campagne” stesse, per non parlare delle preferenze politiche dei predetti testimonial, disabili e non. È comprensibile che quando si prende posizione contro un’ideologia, un partito, una “campagna”, un provvedimento ecc. ci finisca in mezzo anche chi s’è messo da quella parte, quale che sia la sua condizione. Ma certi giornalisti, erettisi a vestali del “moralmente corretto”, fanno finta di non capire questo banalissimo ragionamento.

 

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