Quiz a premi o ‘allevamento di politici’?

di Enrico Galoppini

renzi_mikeAppena uno va un minimo su nell’indice di gradimento politico, scatta l’inesorabile meccanismo mediatico per buttarlo giù.

È il caso di Matteo Salvini, attualmente a capo della Lega Nord, che tutti i sondaggi danno in netta ascesa, sia perché la frana di Berlusconi ‘a destra’ ha lasciato aperte vaste ‘praterie elettorali’, sia perché il nuovo corso del Carroccio ha saputo intercettare quella protesta sociale che sente il problema dell’insicurezza generata dall’eccessiva presenza di stranieri in Italia.

E cosa ti vanno a scovare per metterlo in ridicolo ed insinuare che Salvini in realtà è sempre stato “un nullafacente”?

Un filmato del 1993, col futuro segretario leghista concorrente a “Il pranzo è servito“.

Una cosa che non significa nulla di quello che si vuole suscitare nella massa, ovvero che Matteo Salvini, che all’epoca aveva vent’anni esatti, era (ed è) “un nullafacente”, uno dei tanti fannulloni della politica che sa solo “magnare”.

Ci sta pure che anche lui sia l’ennesimo esponente del “magna magna” italico, perché non conoscendolo personalmente non possiamo giurare sulla sua specchiata buonafede, ma stabilito che non si può fare il processo alle intenzioni per partito preso, questo rivangare su ogni cosa detta, scritta o fatta è effettivamente spregevole, da comari della peggior specie, perché chi è senza peccato (ed i giornalisti di peccati ne hanno da vendere) scagli la prima pietra.

In breve, Matteo Salvini dà fastidio a qualcuno, anche se la piega antieuropeista e filo-russa della Lega Nord non ha preso la direzione che sarebbe auspicabile, stante la sua islamofobia dai tratti grotteschi indice di un’incomprensione grave della Tradizione tout court.

La Lega dà fastidio, ed ha dato fastidio, in qualche momento cruciale della recente storia italiana. Anche se in altri ha fatto il gioco del sistema di potere.

Ma questo non è il punto che qui interessa rilevare.

È semmai curioso il fatto che la partecipazione a questa gara a premi delle reti di Berlusconi fece seguito ad un’altra, avvenuta otto anni prima, sempre su una rete Fininvest.

Qualche domanda a questo punto è lecita: o Matteo Salvini era un appassionato di quiz televisivi ed era fortunato nell’essere chiamato a partecipare, o aveva qualche ‘gancio’ che lo faceva andare in tv. Il che, se pensiamo che le reti berlusconiane sono state la base da cui ha preso vita il Centro-destra degli ultimi vent’anni (quello emerso da “Mani Pulite”, per intenderci), potrebbe essere indicativo di come certi personaggi pubblici vengano ‘coltivati’ da chi poi li lancerà in seguito.

Obama, in questo senso, e con le dovute distanze, è il caso più paradigmatico di elemento venuto “dal nulla” formato accuratamente per svolgere, ad un certo punto, una determinata funzione.

Sarà allora un caso che anche Matteo Renzi, attuale presidente del Consiglio, è stato ospite di un quiz di Mike Bongiorno? Una “Ruota della fortuna” (oltre 48 milioni dell’epoca) che, gira e rigira…, l’ha portato dritto a Palazzo Chigi!

 

 

 

 

 

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