No, questa “rabbia” è proprio “musulmana”

di Enrico Galoppini

musulmani_arabbiatiUn mio fedelissimo lettore, che considero anche un amico e stimo per avere più “scienza” di me, mi ha scritto in privato chiedendosi se non sarebbe il caso di definire “araba” la rabbia che nel mio ultimo articolo – rifacendomi al titolo di un libro di Bernard Lewis – definivo “musulmana”.

No, non sono d’accordo. Benché sappia per chi lavora quest’orientalista insignito del titolo di “sir”, debbo convenire con lui, almeno nella scelta della definizione, perché questa “rabbia” è proprio “musulmana” (o “islamica” che dir si voglia).

Gli arabi in quanto tali non sono affatto “arrabbiati” al punto da spiaccicarci con un camion mentre giriamo in un mercatino di Natale. Lo sono solo nella misura in cui aderiscono ad una lettura particolare, sia dottrinale che pratica, della religione dell’Islam.

Furiosissimi sono infatti anche certi pachistani, turchi, caucasici ed altri elementi di etnie non arabe professanti una delle varianti del cosiddetto “fondamentalismo islamico”, con tanto di anatema all’indirizzo di loro correligionari visti come di fatto “apostati”, per non parlare dei non musulmani.

Jamâl ‘abd en-Nâsir (Nasser), simbolo del "socialismo arabo"

Jamâl ‘abd en-Nâsir (Nasser), simbolo del “socialismo panarabo”

Peraltro, Nasser ed i suoi epigoni, alfieri del Panarabismo (ovvero di quell’ideologia che accomunava, in un’ottica di “liberazione”, tutti gli arabi considerando comunque la religione un importante elemento culturale ed identitario), non hanno mai dimostrato simili livelli di collera e di odio nei confronti di ciò che viene individuato – a torto o a ragione – come “il nemico”.

Né Nasser, né Gheddafi, né Saddam Hussein e né Arafat, benché certamente non se ne stessero con le mani in mano ed anzi sostenessero vari movimenti d’opposizione, separatisti e/o terroristi impegnati a nuocere ai comuni avversari, non si sono mai sognati di mandare qualcuno in Europa ad uccidere indiscriminatamente su un lungomare quanta più gente possibile, falciare gli avventori di un mercatino o – colmo dei colmi – sgozzare un prete nell’atto stesso di celebrare messa. Questo perché anche se professavano l’Islam non avevano fatto propria un’ideologia religiosa che si alimenta di una dottrina unilaterale – letteralista e razionalista – che si traduce in una guerra senza quartiere a tutto ciò che è “superstizioso” e “idolatrico”. Sembra di vedere all’opera i neocon: “O con noi o contro di noi”.

no_takfirPer chi ragiona in questi termini, non esiste così più alcun amico o alleato tra i cosiddetti kuffâr (pl. di kâfir). O meglio, invertendo l’ordine dei fattori, essendo tutti gli altri oggetto del takfîr non è pensabile trattare in alcun modo con essi. Per i campioni del Panarabismo, al contrario, le amicizie e le alleanze andavano vagliate in base alla situazione concreta. Nasser si alleò con l’Urss non perché fosse “ateo” o “comunista” (la propaganda occidentale lo dipingeva come un “nuovo Hitler”), ma perché doveva fronteggiare l’imperialismo franco-anglo-americano e il Sionismo (nonché la pretesa saudita d’imporre la propria egemonia politica e culturale sulla regione e le menti dei popoli arabo-musulmani). Con Mattei, in nome della lotta allo strapotere delle “sette sorelle”, si alleavano importanti Paesi arabi (e musulmani) come l’Egitto e l’Algeria. Ma se oggi al-Sisi guarda alla Russia per divincolarsi dalla presa dell’America (che aveva sponsorizzato Morsi), frotte di musulmani più adusi agli schermi di Aljazeera che al minbar di un vero sapiente sono propense a ritenerlo “alleato del diavolo”.

E come se ciò non bastasse, per valutare lo scadimento sia tattico che strategico dei movimenti islamisti rispetto ai patrioti che, in nome dell’Arabismo e dell’Islam, lottarono per la liberazione delle loro terre dalla dominazione straniera, si pensi a quanto sono, tra i primi, quelli che, pagati e/o abbindolati, si sono prestati – a partire dal “jihâd” afghano – a fungere da mercenari e killer in operazioni poco chiare, delle quali non si capisce mai chi sia esattamente il beneficiario. Che non sono di certo l’Islam e i musulmani, la cui immagine cola a picco verticalmente dopo ogni “impresa” di questi scellerati ignoranti.

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