ISIS: a Mosul è arrivata la Buon costume!

di Enrico Galoppini

manichini_mosulA Mosul è arrivata la ‘Buon costume dell’ISIS’, che tra le varie censure in cui è specializzata ha pensato di mettere il velo ai manichini-donna.

In poche parole, l’ISIS ha inaugurato il manichino “conforme ai dettami del Corano”, secondo un modo d’interpretare l’Islam dei modernisti-fondamentalisti complementare a quello dei loro pretesi avversari laicisti.

Per tutto costoro, infatti, “i dettami del Corano” sono qualsiasi cosa. Ovviamente qualsiasi cosa vada nel senso dell’esaltazione (o della condanna) di un puritanesimo ossessivo e di un letteralismo indice di un’ignoranza sesquipedale. Per questo motivo esiste infatti chi, musulmano, ha in odio certe frittelle triangolari perché ricordano “la Trinità”, o evita accuratamente di mangiare il cornetto perché esso originerebbe da uno sfottò degli assediati di Vienna, che dopo aver resistito all’attacco ottomano festeggiarono la vittoria con questo dolcetto a forma di falce di luna.

Eppure, siccome il Male non è mai esclusiva di una sola parte (o almeno anche nel Male c’è qualche aspirazione a combinare qualcosa di buono), va detto che la considerazione da cui prende le mosse un provvedimento farsesco e farisaico come questo non sarebbe, in via di principio, del tutto sbagliata.

Con ciò intendiamo dire che il manichino (e soprattutto quello che riproduce le fattezze di una donna) in effetti non dovrebbe esistere, a meno che non vogliamo parlare di una sagoma dalle vaghe sembianze umane (si può anche omettere la testa, e non intendiamo fare dell’ironia sui “tagliatori di teste”! I sarti seri usano un tipo di sagome senza testa).

Lo sviluppo del manichino oggidì è arrivato ad un livello tale che è in grado di suscitare effettivamente pensieri lascivi, mentre sarebbe un sacrosanto diritto di tutti noi poter camminare per le strade senza questa continua sollecitazione con immagini femminili che ritroviamo anche nelle classiche gigantografie che mettono a repentaglio l’incolumità degli automobilisti maschi. Negli ipermercati e nelle principali vie del centro delle nostre città, nelle vetrine illuminate a giorno ad ogni ora, a volte sembra che lì in posa ci siano delle belle figliole vere.

Per sovrammercato, l’abbigliamento di questi manichini, le loro mosse e le loro acconciature costituiscono un modello per molte donne, che così poi vanno a conciarsi nello stesso modo al limite del baldracchesco.

Ad ogni buon conto, tornando al provvedimento preso a Mosul dalla ‘Buoncostume dell’ISIS’ (e premesso che non crediamo che a Mosul ci siano così tanti manichini in grado di spingere a certe fantasie…), se costoro fossero minimamente coerenti col loro puritanesimo toglierebbero totalmente di mezzo i manichini, evitando di apporgli sul volto un velo.

Ad ogni modo si conferma un fatto: che il manichino rappresenta un modello per le donne, che in quel contesto dovranno così adeguarsi a quello promosso dai sostenitori di questo preteso “Stato islamico”

Ben più sostanziosa sarebbe piuttosto la questione della liceità della raffigurazione umana, ed allora essa dovrebbe riguardare tanto i manichini-donna quanto quelli che raffigurano dei maschi, come pure ogni statua o dipinto o miniatura che rappresenti un essere umano, ogni foto o video con esseri umani, compresi  quelli del cosiddetto “califfo” e dei suoi accoliti. Ma figuriamoci se questi signori vogliono privarsi del piacere di postare su YouTube le scene dei loro sgozzamenti!

Il fatto di fissarsi sui manichini-donna mettendogli il velo la dice lunga sulla bigotteria ed il parodistico “tradizionalismo” di questa organizzazione dal nome così ‘pagano’ che ha preso il controllo di porzioni della Siria e dell’Iraq. Sembra infatti che i suoi esponenti intendano accanirsi nell’applicare in modo farsesco, ed al tempo stesso assurdo e maniacale, ogni norma islamica, per dire al mondo  “ecco cos’è l’Islam!”, suscitando invece odio, disprezzo, ilarità, orrore e disgusto generalizzato.

Ma il loro esasperato e ridicolo puritanesimo è speculare all’esasperazione occidentale nell’esaltazione, spesso volgare, della sessualità femminile in tutto quel che riguarda la pubblicità e la promozione commerciale (manichini dei negozi compresi).

Pertanto, quello che deve suscitarci ilarità e sconcerto è soprattutto la superficialità di questi “fondamentalisti”. Fermo restando che il problema di fondo dell’ipersessualizzazione della nostra società esiste, con tutte le sue conseguenze devastanti per la tenuta interiore dell’essere umano.

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