I politici sono “ignoranti”: e allora?

di Enrico Galoppini

iene-politici-ignorantiChe pizza, che noia questa storia dei politici “ignoranti”!

Da quando i media hanno preso a suonare la filastrocca della “Casta”, è diventato un classico, oltre che gridare allo scandalo per i loro emolumenti, prenderli alla sprovvista nei pressi del “Palazzo” per fargli delle domande mirate a dimostrarne l’abissale ignoranza.

Gli si chiede di tutto, dalla storia alla geografia, dall’italiano alle lingue straniere. Le risposte lasciano a desiderare ed in qualche caso hanno del clamoroso (in senso negativo, s’intende). Ad aggravare il tutto ci si mette il montaggio dei vari servizi, che artatamente evidenziano questo o quello sfondone dell’onorevole di turno.

Ma nessuno si chiede quale sia l’infimo livello culturale, fosse solo limitato alla semplice erudizione, del pubblico che si sganascia dalle risate di fronte ad una data ciccata clamorosamente o a un verbo coniugato con una buona dose di fantasia. Un pubblico, che poi corrisponde al corpo elettorale, e che continua imperterrito a scegliere comunque tra questa pletora di mezze tacche riproducentisi dal suo stesso seno.

A dirla tutta, inoltre, ad un politico non si richiederebbe nemmeno di saper recitare a memoria la Divina Commedia, o almeno non a tutti, fino all’ultima circoscrizione, essendo la qualità per antonomasia dell’uomo politico quella di saper prendere delle decisioni.

E come se ciò non bastasse, se ci piace tanto la “democrazia” si deve accettare che il livello di chi governa non sia poi così diverso da quello della massa che vota… altrimenti si finisce nel “governo dei migliori”, che è quanto di più antitetico ci possa essere rispetto ad ogni fasulla mistica democratica.

In definitiva, lo spettacolo più deprimente di questa sagra dell’ignoranza che periodicamente va in scena con i politici a fare da bersaglio non è tanto l’ignoranza dei politici stessi, quanto l’ipocrita scandalo di radio o teleutenti che pensano di essere così tanto diversi da loro, per non parlare del ruolo assolutamente funzionale al mantenimento di quest’andazzo effettivamente deprimente svolto dai vari intervistatori di turno che – siamo sicuri – qualora venissero sottoposti ad un serio ed accurato esame culturale non saprebbero uscirne meglio delle loro vittime preferite.

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