Necessità etica e morale dello Stato

Noi pensiamo che lo Stato sia la stessa personalità dell’individuo, spogliata dalle differenze accidentali, sottratta alla preoccupazione astratta degl’interessi particolari… ricondotta e concentrata nella sua coscienza più profonda: dove l’individuo sente come suo l’interesse generale e vuole perciò come volontà generale (Giovanni Gentile)

di Antonio Messina

eurLa “moderna cultura” occidentale, laica e liberale, è tutta fondata attorno un presupposto individualistico: l’individuo come detentore di diritti naturali assoluti, che lo Stato deve riconoscere e tutelare. Quest’ultimo è concepito come un mezzo utile alla tutela della libertà e dei diritti naturali dell’uomo.

Strumento dei fini particolari del singolo individuo, subordinato alle leggi economiche del mercato e al potere esercitato dalle oligarchie finanziarie, esautorato delle sue prerogative dagli organismi sovranazionali, dello Stato non rimane altro che una enorme macchina burocratica e amministrativa priva di aderenza alla realtà. Esso è visto unicamente come una fonte di diritti per una popolazione frammentata in atomi e protesa a soddisfare esclusivamente i propri bisogni materiali.

Ma l’individuo così concepito è solo una fictio imaginationis. L’uomo reale è autocoscienza in quanto Spirito che attua la sua infinita universalità nella famiglia, nella comunità e – quindi – nello Stato. E se l’individuo si oggettiva e si universalizza, lo Stato si interiorizza.

Prima che possa esplicarsi giuridicamente, si costituisce nell’individuo, come legge morale assoluta. È volontà etica universale, è la stessa coscienza umana che trascende la materia per elevarsi a Spirito. Lo Stato, dunque, non è una prigione, ma la vera e concreta libertà dello Spirito in quanto Universale autocoscienza. I suoi fini sono quelli stessi dello Spirito, pertanto assolve una missione altissima. Tutti i fini divengono il fine dello Stato, il quale, trasportandosi su un piano che travalica le generazioni, le sottrae alla contingenza. Lo Stato attua il Bene Comune, il quale non è da intendersi come il bene dei singoli individui, ma come la concretizzazione della volontà universale e degli interessi di una nazione, intesa come eternità delle generazioni passate, presenti e future.

foro_mussoliniLo Stato, investito di una missione morale e spirituale, non può che suggellarsi nella sua eticità. Esso ha il compito di educare le masse ed elevarle ad una più alta coscienza nazionale, raggiungendo la pienezza della sua unità.

L’anti-nazione di oggi è solo un triste simulacro incapace di fondare l’unità politica e spirituale degli Italiani, perché retto da miti e ideali che sono in perfetta antitesi con la tradizione Romana dell’autentica Civiltà Italiana.

Il regime politico odierno non può essere definito uno Stato, ma un’oligarchia affarista insidiata dalla plutocrazia mondiale con lo scopo di attuare gli interessi del capitale globale. Lo Stato Etico è il nemico mortale del capitalismo. Per questo motivo gli Stati sono smantellati dagli organismi internazionali, privati di ogni sovranità, resi docili strumenti nelle mani del Potere finanziario. Lo Stato deve essere creato ex novo. Solo una rivoluzione politica di portata epocale, capace di dare vita ad uno Stato Nuovo, potrà ridare all’Italia il suo volto e il suo avvenire.

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There is 1 comment for this article
  1. Bennnato Bennati at 6:49 pm

    A proposito di Stato come ” oligarchia finanziaria”, penso alle privatizzazioni e particolarmente a quella attinente alla gestione del servizio postale, di fondamentale importanza in ogni Stato e società che siano minimamente organizzati.
    Ebbene, è esperienza comune che oggigiorno in qualsiasi ufficio postale, il servizio postale vero e proprio ( specie nei centri più piccoli , quelli dotati di un numero minore di personale) è largamente penalizzato rispetto alla gestione dei servizi finanziari, sopratutto di quelli bancari, gli elaboratori elettronici in dotazione ( si, riappropriamoci dell’italiano e il termine ” computer ” lasciamolo agli inglesi ) essendo programmati in modo che la lettera “P” ( designante i servizi postali ) sullo schermo luminoso, appare sempre con molto ritardo rispetto alle lettere che designano gli altri servizi, costringendo l’utenza a lunghe ( ed accolte talvolta con manifesti gesti di insofferenza , talvolta anche oltre i limiti della buona educazione ), fastidiose, attese.
    La “civetta” della ” Nazione ” di oggi ( edizione di Grosseto ) riportava a grandi caratteri la inquietante notizia che in alcuni comuni del grossetano, la posta verrà consegnata a giorni alterni ed anche questo non va bene, signori miei ( ma il verso sa rifarglielo bene Crozza ), non va punto bene.

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