L’incomprensione per il Palio di Siena nasce da una disperazione nichilista
di Enrico Galoppini
Nelle ultime batterie di selezione del lotto di dieci cavalli (la “tratta”) che vengono assegnati, con quattro giorni d’anticipo, alle contrade che parteciperanno alla Carriera del 2 luglio , è accaduto un incidente ad un cavallo, che subito condotto nelle strutture apposite per essere medicato, è risultato spacciato e pertanto è stato soppresso.
Siena, tra l’altro, ha istituito da un certo numero di anni un “pensionato” per tutti i cavalli (che sono di proprietà privata, non della città) che nel corso delle suddette batterie, delle prove e della Carriera stessa subiscono infortuni che ne determinano stabilmente l’inidoneità a correre.
La notizia del grave infortunio, circolata subito sulle agenzie, ha ringalluzzito tutti gli animalisti e, a seguire, chi ha in odio tutte le tradizioni “barbare” ed “incivili”.
Li aspettavo al varco, tanto sono scontati e prevedibili.
“Medioevo”, “malati di mente”, “sadici”, “vergogna”… Ma anche uscite come quella di chi propone di far correre i fantini (o direttamente i senesi) scalzi sulla ghiaia; chi auspica che i cavalli siano sostituiti dalle moto da cross; chi si lamenta del fatto che, trovatosi a Siena nei giorni del Palio, notò un’atmosfera “inquietante” ed “eccitata”, coi senesi che lo guardavano male, “peggio che in Alto Adige”. Reazione di getto: “Che se ne stiano isolati, col loro Palio che probabilmente è l’unica cosa che hanno”.
Ecco, questo signore, tra i molti che hanno perso un’occasione d’oro per tacere ma che non ce la fanno perché oggi ognuno deve avere un “pensiero” su qualsiasi cosa, ha colto un elemento essenziale: ai senesi non interessa un accidente della pubblicità al Palio, né dei turisti e né dei commenti su Facebook.
La telecronaca in diretta, se ha sicuramente attirato dei simpatizzanti (che in qualche caso sono pure diventati dei contradaioli sfegatati), ha avuto il difetto di far uscire allo scoperto un sacco di ficcanaso so-tutto-io. Che per ora si mantengono sull’insulto da tastiera, ma che se avessero la possibilità di armeggiare in altro modo (vero Sig.ra Brambilla?) abolirebbero, in nome della “liberazione animalista”, una Festa che non comprendono perché non sono nati e cresciuti a Siena e soprattutto perché sono troppo imbevuti di una mentalità moderna che pone al primo posto, assieme ad una “razionalità” di facciata, elementi d’ordine sentimentale e moralistico (le due cose, com’è noto, non sono affatto in contraddizione, ma vaglielo a spiegare…).
Quanto ai turisti, molti senesi traggono innegabilmente un beneficio economico da questa vera e propria invasione, che provoca anche i suoi disturbi ai senesi stessi ma che viene sopportata perché comunque dopo qualche giorno tutti tornano a casa loro.
È ovvio che il turista, essendo un estraneo in una faccenda che non può capire, dovrebbe avere l’umiltà di farsi introdurre al Palio da un amico o un conoscente senese. E quelli diventano i più intelligenti ed educati. Ma molti si muovono come dei pachidermi in mezzo alla cristalleria di Boemia, così pretendono di curiosare e ficcare il naso dappertutto, persino nei più intimi momenti della giornata culminante di un rito, direi l’ultimo vero della specifica religiosità italica.
Mi riferisco al momento della benedizione del cavallo, nell’oratorio di Contrada, officiato dal “correttore” (il sacerdote) alla presenza di tutte le “comparse” (i figuranti) che confluiranno assieme al fantino (che è un “mercenario”), dopo un “giro” in città, nella Piazza del Campo per l’ultima parte del Corteo storico, chiuso dal Caroccio trainato dai buoi (orrore!) e che trasporta, tra gli altri, i musici di Palazzo con le loro chiarine e il “cencio”, ovvero il Pallium che andrà alla contrada cui arriderà la Fortuna.
Questi turisti-pachidermi, disabituati evidentemente a rispettare alcunché, una volta saputo che sta per arrivare il momento della benedizione del cavallo, s’infilano nell’oratorio, di norma non di dimensioni eccelse, togliendo il posto (e il fiato: fa caldo, essendo estate) ai contradaioli, i quali meriterebbero la precedenza su tutti gli altri… Non contenti di questo, scattano foto a tutt’andare, e bisogna invitarli più e più volte a non far scattare il flash per non spaventare il cavallo.
Vi sono poi quelli che si scandalizzano pure per qualche scazzottata – per la verità sempre meno frequente – in nome della mitica non-violenza. E anche quelli che non concepiscono come si possa piangere di tristezza o di gioia per una cosa del genere. E giù foto anche a chi piange, a proprio rischio e pericolo quando le lacrime sono di disperazione…
Poi però questo stesso mondo così fiero di essere “moderno” istituisce cattedre di Antropologia e si commuove al pensiero della scomparsa delle “ultime tribù dell’Amazzonia”… E sforna sempre più depressi e squinternati che sfogano la loro rabbia repressa nei modi allucinanti che purtroppo sentiamo dai notiziari… Forse un Palio a tutti quanti avrebbe fatto bene, altro che: Siena è la città d’Italia col minor grado di criminalità, perché è noto che se l’aggressività è un istinto insopprimibile dell’essere umano, quando essa trova un canale per sfogarsi – e possibilmente un canale che si “integri” nell’esistenza di una persona e concorra alla formazione del suo “carattere” – ciò non mi pare certo un difetto…
Lo sanno talmente bene i controllori di queste società moderne che per tutti quelli “senza Palio” (cioè i non senesi) hanno creato la mania della tifoseria sportiva, dove si giunge ad eccessi di violenza che mai passerebbero per l’anticamera del cervello di un contradaiolo senese, il quale ha ben chiaro che dall’altra parte non vi è un “nemico assoluto” da odiare ciecamente, ma un altro senese come lui.
Quanto ai commenti su Facebook, anche se qualche senese si abbassa a rispondere a certe flatulenze senza capo né coda, non è cosa di che preoccuparsi. Si tratta di un giocattolo messo in mano a gente disperata che vorrebbe coinvolgere nella propria disperazione nichilista anche chi – fortunato lui – possiede ancora quella “unica cosa”, inconcepibile per gli altri, che è il Palio.
Sig. Galoppini.
Questo articolo è semplicemente ridicolo.
Sarà pur vero che ai senesi non interessa la pubblicità e il potere economico dato dell’afflusso di turisti; ma resta ignorato un semplice, piccolo, dettaglio:
IL CAVALLO (così come qualsiasi altro essere vivente) NON DEVE ESSERE COSTRETTO A PARTECIPARE AD UNA MANIFESTAZIONE UMANA.
Perchè?
Semplicemente perchè non l’ha chiesto, nè ha la volontà di parteciparvi. Un cavallo non sogna di diventare eroe del Palio di Siena, sono sicurissimo che un piccolo puledro quando nasce e poi cresce vive semplicemente la vita giorno per giorno, desiderando di farla nella maniera più naturale possibile.
I cavalli non andrebbero nemmeno cavalcati, non sono fatti per essere un mezzo di trasporto, così come, ad esempio, la gente di colore non è fatta per essere schiava nei campi di cotone, ma ad un certo punto gli umani “visi pallidi” l’hanno compreso.
Possono esserci benedizioni, tutta la cristianità, la tradizione, la passione, il fervore, il senso di appartenenza e la cultura possibili… ma ogni cosa MORALMENTE decade quando si palesa la sofferenza di un essere che non ha mai acconsentito di sua spontanea volontà al sottoporsi ad una prova così stressante e spesso potenzialmente mortale.
Inutile e puerile è la “presa per il culo”, pardon, il sarcasmo inserito in riferimento ai buoi che trainano il Caroccio che trasporta i musici.
Gli animalisti, seri, VERI che scelgono quantomeno di essere vegani per etica, se ne sbattono letteralmente delle scazzottate tra umani, stia tranquillo che nessuno si scandalizza per questo, perchè fin tanto sono umani consenzienti è realmente tutto lecito. Forse si scandalizzeranno i perbenisti da tastiera, quelli che accarezzano il gatto e mangiano un bel coniglio fregandosene dell’incoerenza… ah se sapessero quanto accidenti soffre un coniglio, magari scuoiato vivo perchè la sua pelliccia serviva a fare un bell’inserto d’abbigliamento.
Il calcio fiorentino potrebbe essere invece un bel candidato come esempio di manifestazione accettabile. Ah ma non sia mai dire una cosa del genere ad un senese, oh no eh! Un senese che accetti qualcosa di fiorentino, giammai!
Eh già è giusto mantenere le tradizioni. Mai messo in discussione, ma si è anche giusto però smettere di coinvolgere viventi non intenzionati.
Dobbiamo smettere di imporre il nostro volere a chiunque ed estenderlo alle altre specie viventi e senzienti.
Discorso a parte, che richiederebbe ore e pagine intere, andrebbe affrontato per gli animali domestici in generale, purtroppo anche quelli subiscono il nostro volere, ma purtroppo a causa di una condizione che abbiamo creato stesso noi nei millenni, addomesticando, incrociando, allevando e quindi moltiplicandoli a dismisura, e quindi si il cane meglio che non sia randagio così come i gatti, diciamo che in questo caso siamo tenuti a scegliere il male minore.
Ma non ritengo che per il cavallo il male minore sia partecipare ad una gara umana, creata dagli umani per intrattenere gli umani, per soddisfare le emozioni umane.
Lasciamoli al loro habitat naturale. Ovvero lontano dalle piazze, senza nessuno in groppa.
pensa che molti senesi seguono il Calcio Storico fiorentino,così come molti fiorentini seguono il Palio. il campanile c’entra poco, amico, sei fuori tema! io, senesissimo, pur non avendo mai visto nessuna “battaglia” in Santa Croce, mi sono ritrovato giorni fa a discutere con una persona (non toscana) sul fatto che una manifestazione così violenta andasse abolita, “perchè poi noi dovremmo pagare le cure mediche a questi esaltati che si riempiono di pugni!”; beh, come per il nostro Palio, invito a dire le cose in faccia ai protagonisti, quanto meno per coerenza verso i propri pensieri. e poi, non vedo mai nessuno protestare nei porti quando rientrano i pescherecci, eppure quei pesci sono nati per nuotare, non per cuocere nelle pentole dei benestanti esseri umani…
Beh campanilismo o no, di certo non è quello il nocciolo del mio disappunto, credo lo si evinca abbastanza bene, nonostante qualche errore di sintassi dovuta all’ora tarda…
Io ho protestato, quando ho potuto, in diversi contesti… Ho manifestato in piazza contro il consumo di carne (e s’intende anche pesce), ho protestato contro diversi circhi, ho protestato per strada contro le pellicce, sono uno di quelli che ha protestato fuori Green Hill…
Io sono coerente.
Mi sembrate piuttosto ridicoli, non tanto perché pensate di perseguire i vostri ideali in fondo è un diritto di tutti, ma perché tra tutte le cose che potreste fare scegliete quella più inutile.
Se davvero volete parlare dei cavalli sfruttati iniziate dagli ippodromi o da tutti gli altri eventi dove i cavalli vengono sfruttati, drogati o anche peggio! Per i senesi spesso il cavallo è più importante del fantino, non lo vedono solo come un oggetto per vincere ma come qualcosa che quando viene estratto entra a far parte della contrada come uno di loro!
Per concludere ci sarebbero davvero tante altre cose utili che potrete fare prima di venire al palio.
Io ho protestato, quando ho potuto, in diversi contesti… Ho manifestato in piazza contro il consumo di carne (e s’intende anche pesce), ho protestato contro diversi circhi, ho protestato per strada contro le pellicce, sono uno di quelli che ha protestato fuori Green Hill…
Io sono coerente.
Il tuo messaggio, denota più affetto che reale ragionamento. Non esiste una scala di urgenze, un ordine di priorità su cosa è piu grave o meno.
La tua risposta è traducibile con un: “Non rompete le palle, il palio è bello, mi fa sentire vivo, andate a rompere i coglioni da un’altra parte”.
Dimentichi sempre un piccolo particolare pero’:
“Per i senesi spesso il cavallo è più importante del fantino, non lo vedono solo come un oggetto per vincere ma come QUALCOSA che quando viene estratto entra a far parte della contrada come uno di loro!”… appunto QUALCOSA, a quel qualcosa potete volergli tutto il bene di quest mondo, ma continuate a NON CHIEDERVI se nella tua mente quel QUALCOSA sia davvero felice di fare quello che VOI gli fate fare.
La tradizione del Palio senese è antica, temo sia difficile da abolire. Nel Novecento ci sono voluti 2 guerre mondiali per interrompere momentaneamente il Palio. Rispetto il suo punto di vista, secondo il quale dovremmo essere tutti vegani e lasciare gli animali nel loro habitat. Allora però, prima di abolire una manifestazione che ha luogo due volte l’anno e che registra , negli ultimi vent’anni almeno, percentuali bassissime di incidenti, gradirei che venissero chiusi tutti i circhi, gli zoo (bioparchi), che chi possiede canarini e pappagallini in gabbia in casa li liberassero, che liberassero cani, gatti e conigli domestici, perché non puoi tenere in casa così costretti gli animali. Che aboliscano gli acquari e i pesciolini rossi.
E che nelle campagne più impervie vadano a piedi, questi anziani contadini, invece di andare a dorso di ciuco.
Cordiali saluti
Cara Caterina.
Dagli anni 70 ad oggi sono morti circa 50 cavalli, se non erro, per me non è una percentuale bassissima, lo è O% (zero!) invece.
Se tu avessi letto bene il mio commento, e non ti fossi lasciata prendere solo dal fervore che ti suscita una maniefestazione che, evidentemente, ti sta a cuore… avresti notato che per quanto riguarda la condizione animali domestici ho espresso un parere simile, toh ora mi cito :
“Discorso a parte, che richiederebbe ore e pagine intere, andrebbe affrontato per gli animali domestici in generale, purtroppo anche quelli subiscono il nostro volere, ma purtroppo a causa di una condizione che abbiamo creato stesso noi nei millenni, addomesticando, incrociando, allevando e quindi moltiplicandoli a dismisura, e quindi si il cane meglio che non sia randagio così come i gatti, diciamo che in questo caso siamo tenuti a scegliere il male minore.”
Come ho detto il discorso in merito agli animali domestici richiederebbe DAVVERO ore… perche bisognerebbe affrontarlo davvero con calma perche esiste il problema del randagismo e della moltiplicazione degli esemplari in maniera esponenziale dovuta ai vare allevamenti ed incroci inventati da noi….
Come ho gia risposto a qualche altro commentatore, io ho realmente protestato contro circhi, pellicce, allevamenti, consumo di carne e derivati animali, stabilimenti come Green Hill ed Harlan… si dovremmo gradualmente tornare a lasciare gli animali alle loro cose, e non coinvolgerli più nei noistri desideri di sentirci in diritto di fare quello che vogliamo.
Gran bell’articolo, complimenti …
Certo, il Palio è quanto di più “politicamente scorretto” possa esistere. Ma vedere signori di 70 o 80 anni esultare e piangere come bambini per una vittoria, mi induce a credere che sia tra le cose più vicine al cuore di un senese. E quindi di un uomo (dove mai si vedono scene simili?).
Venite a vedere questo, animalisti !
Legga le risposte che ho dato agli altri, e si risponda da solo.
E’ certo, perchè la condizione del cavallo non l’ha creata l’uomo nel corso dei millenni, vero? Eppoi definisce ridicolo l’articolo…
Se avesse solo un pochina di quella voglia che caratterizzerebbe gli esseri senzienti di comprendere l’articolo, non solo non lo definirebbe con tanta superficialità, ma ne individuerebbe tratti specifici che la maggior parte della gente non conosce, e sputa sentenze senza cognizione di causa. Picco massimo di questa “ignoranza” raggiunto da uno dei più famosi giornalisti italiani, Vittorio Feltri, che nel suo editoriale su Il Giornale ha messo in fila una serie di castronerie che una smentita con la stessa diffusione gli farebbe perdere ogni credibilità residua.
Il cavallo è sicuramente un animale che ha subito l’addomesticazione, certo non agli stessi livelli del cane o del gatto, che sono stati addomesticati molto tempo prima.
Definisco ridicolo l’articolo perchè nonostante l’aura di “magia”, “la sacralità del rito”, “l’onore”, “l’apartenenza”, la “tradizione” e tutte altre “belle cose” che rendono “speciale” questo evento… si sputa sentenze su un modo di pensare che lo stesso autore dell’articolo non conosce a fondo, ovvero i concetti reali e veri della compassione e dell’empatia in generale.
Lei, (visto che mi da del Lei), come l’autore, non considera la cosa ANCHE dal punto di vista del cavallo.
Ragionando per assurdo (un po’ come fanno certi onnivori che pongono sempre l’esempio del naufragare su l’isola senza altri umani, sperando di mettere in difficoltà un vegano e di vederlo inginocchiarsi e piangere, senza ragionare e pensare che il vegano mangerebbe quello che mangiano gli animali erbivori/frugivori che vivono sull’isola), ammettendo che una ipotetica razza aliena cominciasse a rapire umani per allevarli ed addomesticarli per spettacoli sul loro pianeta, l’umano come si sentirebbe? Dopotutto uno schiavismo simile è stato gia perpetrato dagli stessi umani contro razze che definiva inferiori, vogliamo forse dimenticare lo schiavismo dei neri nel periodo coloniale americano? Erano costretti a lavorare, ma anche a combattere tra di loro fino alla morte, per il puro divertimento dei padroni. Quindi vogliamo dire che i neri erano “contenti” di combattere per i loro padroni?
No nessuno approverebbe al mondo d’oggi il combattimento tra mandingo vero? PERCHE’? Perche forzare un’umano a fare qualcosa che non vuole è sbagliato, forzare un animale a fare qualcosa che vuole invece si, l’animale e inferiore, vero?
Il ridicolo sarei io?
Questo è quello che avviene
Mi sento, infine, di aggiungere che ho ben chiara la ricerca culturale e il parallelismo che questo articolo vuole fare tra lo studio degli antropologi sulle tribù lontane, arcaiche, fortemente attaccate alle tradizioni che fanno IDENTITA’ e la voglia di ricercare anche nel mondo occidentale quello stesso senso di appartenenza, quel ritrovare qualcosa di antico, qualcosa che ci leghi alle nostre origini. Infatti come ho già detto, ben vengano le tradizioni, i riti di iniziazione, o qualsiasi altra manifestazione che sia pregna di nozioni tramandate per non perdere la nostra identità e contribuire a rendere il mondo pieno di culture diverse, basta che si mantenga tutto questo tra UMANI, senza coinvolgere esseri che non vogliono parteciparvi.
Il concetto che sta alla base del suo dire, sig. Falanga, è semplicemente assurdo, non conforme alla realtà naturale, biologica, antropologica, storica. Non tenere conto, anzi rifiutare, od ignorare (tamquam non esset) il FATTO che l’essere umano fu posto (o se preferisce, si trovò “per caso”) all’apice, al vertice della creazione (in un’ottica giudaico-cristiana, credente, ma anche “laica” e meramente naturale), è un’operazione meramente e banalmente ideologica. L’uomo, partendo da questa posizione di sua naturale (innata, o pian piano acquisita, non importa) supremazia (intellettuale e psico-fisica), nel corso della sua lunga storia sul pianeta Terra, ha praticamente da sempre utilizzato (questo l’esatto termine: UTILIZZATO) le altre creature esistenti (vegetali ed animali) per migliorare la qualità della propria vita,e ciò sotto molteplici aspetti che il suo ingegno gli ha via via suggerito. Il fatto che l’uomo sia un essere non meramente istintivo (come invece l’animale), ma da sempre religioso, mostra ad esempio quanta distanza e differenza vi è tra esso ed il mondo animale, che è invece legato alla soddisfazione di bisogni ed alla sequela di istinti. Il fatto di dovere oggi,nel 2015, stare a discutere con persone che- come lei- sono talmente accecate dalla terribile e disperata (disperante) ideologia animalista,da non riuscire a vedere più l’ovvio, e cioè la REALTA’ naturale, biologica, storica, è la prova evidente dei nefasti danni culturali e psicologici arrecati dall’ideologia violenta del nichilismo materialista (e pseudo-animalista), che vuole ostinatamente (ed ideologicamente, perché va contro il REALE) defraudare l’essere umano dei suoi caratteri ontologici, essenziali: quelli di essere creatura assolutamente superiore (in tutti i sensi propri di tale espressione) all’animale, e chiamato a sotto-mettere (con equilibrio, rispetto, gratitudine, ma a sottomettere) a lui le creature animali e vegetali, delle quali è assolutamente lecito ed intelligente SERVIRSI secondo i caratteri che il Creatore (o la Natura, se preferisce) ha assegnato ad ognuna di esse, perchè fossero UTILI all’uomo, naturalmente posto al vertice della creazione (=della natura esistente). Questa negazione dell’evidenza della realtà è una forma di capriccio anti-umano che promana da un conflitto inetriore di un uomo andato in corto-circuito esistenziale, di un uomo che odia se stesso e crede di “amare” (sic!) “gli animali”, o “la natura”, quando invece è profondamente intriso di odio nei confronti della natura stessa, poiché non ama se stesso, ed anzi spesso arriva all’acme dell’assurdo, sostenendo addirittura una pretesa “superiorità” dell’animale (o del vegetale!) all’essere umano (magari sol perché- egli vaneggiando dice- l’uomo “è capace di cattiverie che l’animale non sa concepire”…dimenticando che la cattiveria è conseguenza di un CATTIVO USO DEL DONO PIU’ GRANDE RICEVUTO DALL’UOMO, che è il libero arbitrio; l’animale, essendo legato al semplice istinto, non ha da fare scelte MORALI).Il completo digiuno (o rifiuto) della dote più grande forse della sua umanità, che è il ragionamento, l’introspezione, porta questi uomini psicologicamente deviati a sintetizzare teorie che mostrano un grande disagio: il rifiuto della propria essenza, e la proiezione della propria solitudine, o disperazione, o pigrizia morale, verso un ipotetico mondo perfetto, asettico, privo di passioni, di sentimenti umani, di buon senso, di realismo: ecco il mondo dove questo nuovo “uomo” creato a tavolino da degli ideologhi inquietanti, vive “alla pari” con “le altre creature”, “non servendosi di esse”, non influendo sulla loro “libertà” (non esistente, dato che l’addomesticamento dell’animale è sostanzialmente definibile come una semplice interazione di quell’animale con l’uomo il quale, in quanto essere razionale, predispone un’offerta di cibo, ACCETTATA dall’animale!!), non esprimendo alcunché che sia proprio di una creatura che “presuntuosamente” rivendichi la sua capacità di disporre della creazione (o del mondo naturale). In pratica, un uomo che si odia a tal punto da auto-annichilirsi, auto-castrarsi, perché, secondo questa assurda ideologia, sarebbe “rispettoso”, “naturale”, “equo”, sol quando si limiti ad osservare il mondo che lo circonda, senza toccarlo; senza utilizzarne le potenzialità; senza prendere atto che un cavallo è un cavallo, un cane è un cane. E l’uomo è l’uomo: posto (da Dio, dalla Natura stessa) nelle condizioni di esprimere le sue potenzialità in modo infinitamente differente e superiore rispetto alle altre forme di vita. Se la Divina Commedia l’avesse scritta un cavallo, e Dante fosse il cavallo bianco di Napoleone, sarei pronto a mutare opinione. Con lei, e con quelli come lei, vale il detto: “Contra factum non valet argumentum”. “Questa è una mela- disse S. Tommaso d’Aquino appoggiando un bel frutto sulla cattedra. “chi non è d’accordo, può uscire”. Saluti.
Beh, se non altro quest’articolo ha suscitato parecchio interesse… essendo quello che ha ricevuto il maggior numero di commenti!
Di sicuro tornerò sull’argomento… (ci attende il Palio dell’Assunta).
Chiedo a tutti i senesi ai quali quest’articolo è piaciuto di segnalarlo sui vari siti cittadini e palieschi. E chiedo anche a chi non è d’accordo con me di evitare di definire quest’articolo “ridicolo”: d’altra parte cosa potrei affermare di chi, senza conoscermi, ritiene di dovermi spiegare “i concetti reali e veri della compassione e dell’empatia in generale”? Non è “ridicolo” sputare sentenze in questa maniera?
Una volta che uno viene bollato in questo modo, senz’appello, cosa resta della sua “umanità”? Il problema è che ci sono posizioni che partono da un “complesso di superiorità”, e tra queste – assieme a quelle dei militanti omossessualisti – si annoverano quelle degli animalisti e dei vegetariani/vegani estremi: per sentirsi eticamente superiori devono per forza di cose accusare tutti quelli non sono della loro categoria di ogni nefandezza e, soprattutto, delle peggiori tare morali. Da qui a passare anche ad azioni violente il passo è breve. Tutto ciò ricorda anche un certo approccio “fondamentalista” alla religione…
Chiudo tenendoci comunque a precisare che, sebbene ovviamente per i senesi la cosa più importante è il Palio (e vincerlo!), ciò non significa che si abbia a che fare con una popolazione di assatanati sostenitori di qualsiasi gratuita sofferenza inferta agli animali. Per quanto mi riguarda, convinto come sono che l’uomo davvero rappresenti (pur con tutte le sue “cadute”) la “corona della Creazione”, sono fermamente contrario agli esperimenti sugli animali, i quali non servono assolutamente a nulla se non a rafforzare uno stantio paradigma scientista ed evoluzionista. Sono assolutamente contrario alla moda del cane sempre e comunque (e specialmente “imposto” a tutti, in città), come ho già scritto. Sono favorevole all’uso di animali domestici in campagna, dove c’è spazio per tutti. Infine, per quanto riguarda il consumo di carne, ritengo che sia bene limitarlo il più possibile, tanto più che oggi i moderni allevamenti industriali – oltre che infliggere inutili sofferenze agli animali – producono carni dalle dubbie (eufemismo) qualità nutrizionali…
Gli animalisti e i vegani sono una specie di malati di mente. Trovo inutile continuare a cercare di convincerli in qualsiasi maniera..loro nel caso specifico hanno la presunzione di sapere come si sente un cavallo. Questa è la cosa veramente ridicola
Mi piacerebbe poter verificare quanto tutti questi puri che contestano il Palio riescono ad esserlo nella vita di tutti i giorni che significa onestà sul lavoro, con la famiglia, etc etc etc.
Che poi uno possa essere coerente nelle sue manifestazioni di dissenso meglio per lui…………purtroppo chi non ha la fortuna di poter passare qualche giorno a Siena e vedere anche il resto……….non capirà mai e probabilmente non vuole capire ma solo sentenziare.
Personalmente credo che a certe persone venga concesso anche troppo spazio soprattutto mediatico.
I cavalli sono nati per correre ed a Siena lo realizzano in una delle massime espressioni possibili in un contesto sicuramente rischioso ma come può essere una persona che magari lavora in una fabbrica dove nonostante il rispetto delle vigenti leggi sulla sicurezza comunque l’infortunio può accadere.
Capisco che un infortunio susciti compassione e dolore per chi lo vede ma i primi a provarlo sono i contradaioli ed i senesi tutti e da ormai diversi anni ci sono strutture per intervenire e cercare di ridargli una vita dignitosa se possibile.
In merito alle percentuali forse sarebbe meglio guardare in altri ambiti anche se ora quella degli ippodromi si è abbassata di sicuro perchè molte strutture hanno chiuso……….per la gioia degli animalisti (quando mai hanno protestato però?)………forse un pò meno per le famiglie di coloro che campavano lavorando in queste strutture.
Comunque per me è un bell’articolo…………complimenti.
E smettiamo di sentirci sotto processo da questa gente che si accanisce senza minimamente voler capire………..facciamo il nostro come abbiamo sempre fatto senza fare un passo ogni volta per accontentarli.
Noi conosciamo la nostra festa, noi sappiamo la strada migliore da percorrere e se porpio dobbiamo spiegarla a qualcuno forse è meglio farlo con chi siede in Palazzo!
Dopo il biberon dato all’agnellino ( mi diceva un conoscente che il suo contadino non è riuscito a venderne uno in occasione dell’ultima Pasqua… ); dopo la sessione ” animalista”, insieme a tutte le sue signore al gran completo, patrocinata dall ‘ autore della trovata di cui sopra ( se crede di rivalutarsi così presso i suoi nemici, nazionali ed esteri, che si sono inventati di tutto per degradarlo moralmente e giuridicamente e che anzi -alla stessa stregua di qualcuno di sua conoscenza – lo volevano morto, si sbaglia di grosso ), sono prevedibili nuovi attacchi al Palio di Siena che, in quanto tradizione radicata nella storia e nell’anima di un popolo, sta sullo stomaco agli agenti occulti e palesi della globalizzazione e della omologazione totali, della riduzione delle collettività e dei singoli a mere unità numeriche , senza tradizioni e senza qualità, tutte uguali fra loro e il cui obiettivo finale è ridurre gli abitanti del globo terracqueo alla indistinzione del verminaio.
Se così dovesse essere, si spera che, dopo tanti rospi dovuti ingollare ( il caso MPS è stato il più eclatante, ma non l’unico ) , vi sia una reazione ” forte” del popolo di Siena.