La polpetta avvelenata dell’”antipolitica”

di Enrico Galoppini

castaLo so, lo so… è uno scandalo. È uno scandalo che si ritaglino stipendi da favola, pensioni d’oro, privilegi d’ogni sorta inimmaginabili per i “comuni mortali”.

Mi riferisco naturalmente ai politici, sui quali in questi giorni sta circolando un e-mail che descrive dettagliatamente, in un crescendo d’indignazione, tutti i benefici di tipo “sanitario” ai quali essi hanno “diritto”. A giudicare dalla lista, ce n’è di che tirarsi a lucido ogni anno, tra cure, terme e massaggi tutto compreso!

Ripeto è un’indecenza, una porcheria bella e buona. Un abuso e un insulto a tutti quanti, in particolare se penso a chi lavora in miniera o nei cantieri stradali…

Lo scandalo è talmente lampante che certi quotidiani e settimanali si sono specializzati nella denuncia dei “costi della politica”: il sito di uno di questi ha addirittura una pagina da cui è possibile calcolare la pensione percepita da ciascun parlamentare che ha prestato servizio alla Camera o al Senato. Se poi si pensa che questa “pensione”, già bella pingue, viene accumulata con altre succulente entrate, non è difficile immaginare il travaso di bile che colpisce chi, col mouse in una mano sudatissima dal nervoso, si fa due conti e considera la sua magra pensioncina, se e quando la percepirà; la sua triste condizione che gli impedisce di “accumulare due entrate” – stipendio e pensione – mentre questi signori non si fanno problemi a collezionare introiti e prebende da tutte le parti mentre predicano “sacrifici”!

Da qualche anno esiste addirittura in libreria un filone di saggistica dedicato agli sprechi e alle furberie dei politici, tant’è che il termine “la Casta” è diventato patrimonio comune di tutti coloro che auspicano un “cambiamento della classe politica”, un’improcrastinabile “moralizzazione”.

A questo pubblico, però, che viene informato quel tanto che serve ai gruppi di potere che detengono il controllo di giornali e libri “di denuncia” o che incoraggiano quei “talk show” in cui, a seconda della convenienza, si mette alla berlina questo o quel “corrotto”, a questo pubblico non viene mai in mente di chiedersi se i politici siano davvero gli uomini “più potenti” o no.

Che non lo siano affatto, ma che siano invece la maschera e l’eventuale parafulmine del potere vero, lo dimostra la gogna nella quale sono tenuti da anni, a mo’ di “pubblico ludibrio”, inaugurata nella nefasta stagione di “Mani pulite” che dette il là al primo assalto predatorio dell’economia nazionale italiana da parte dei vampiri della finanza e dei loro tirapiedi traditori.

L’esito di tutta quella stagione, dal punto di vista della “moralizzazione”, è stato pressoché nullo. Ma è rimasto un unico risultato: l’astio verso la “politica”, la sensazione diffusa dell’inutilità dei “politici”.

Eppure, questa “opinione pubblica” che divora i libri sulla “Casta” e pende dalle labbra del suo ‘tele-fustigatore’ prediletto che imbastisce processi in diretta, proprio nel suo autoelevarsi a “più morale” degli altri compie un primo grave atto di superbia, che non prefigura alcunché di buono e di realmente “alternativo” rispetto a chi dovrebbe essere “mandato a casa”.

Ne abbiamo viste letteralmente di tutti i colori, dal “popolo viola” agli “arcobaleno”, al tentativo di far passare anche qua l’arancione come il colore della “protesta”, passando per i “girotondini” ed altre amenità al grido sempre più mummificato di “resistere!”, ma non è mai cambiato nulla semplicemente perché questi personaggi non dovevano farlo (né potrebbero), mentre avevano invece il preciso e limitato compito – mettendosi alla guida di una platea di fessacchiotti – d’inscenare un’insulsa e sgangherata gazzarra contro il “male assoluto”, che dalla Democrazia Cristiana è diventato l’odiatissimo Berlusconi.

“Ladri”, “corrotti”, “bastardi” eccetera, sono ormai i classici attributi riservati ai politici (nei casi più ipocriti solo ad alcuni e non altri), salvo poi – in pieno stile italiota alla Alberto Sordi – cercare sempre di ingraziarsene uno per ottenere un vantaggio alla faccia del prossimo. Gli italiani, purtroppo, oggi sono questi: si lamentano sempre, per di più per le cose sbagliate, ma sotto sotto si comportano esattamente come quelli che criticano, né il loro orizzonte morale ed intellettuale travalica gli orizzonti di una “classe dirigente” che è la normale e consequenziale espressione dell’attuale “popolo italiano”, sempre più simile ad una massa desiderante amorfa.

Soprassediamo inoltre, per carità di patria, sul fatto che tutti questi ‘monopolisti della moralità’ non trovino nulla da eccepire sulla presenza di oltre cento basi e installazioni Usa/Nato sul territorio nazionale (?)… Ma sì, molto più facile ed innocuo prendersela con la “Casta”, con questo coniglio di pezza manovrato dai veri padroni dell’Italia e dell’Europa, e preparare il terreno al “superamento della politica”.

Il vento che soffia nelle menti di chi “protesta” quel tanto che basta a non scalfire i reali assetti di potere è quello dell’”antipolitica”, anche se credono di fare opera di “moralizzazione”. Ma siamo sicuri che questa “antipolitica” non sia alla fine manovrata per farci poi accettare – con la scusa del “debito” (questo feticcio!) – un “governo tecnico”? Un “governo” diretta espressione delle banche e della borsa, come quelli già visti all’opera nel saccheggio della nazione d’inizio anni Novanta e che adesso si vuol riproporre in versione aggiornata…

In Belgio, per la cronaca, vanno avanti di fatto senza un governo, il che la dice lunga su quali siano gli sviluppi delle “liberaldemocrazie”.

Quando un Paese è allo sbando e sprofonda nella melma non si può pensare che la colpa sia solo dei “politici”, i quali contano quel tanto che li fanno contare i loro padroni… Nelle liberal-democrazie il “politico” è subordinato all’economico e al finanziario, e il “debito” (procapite!) è assicurato, lo sanno anche i bambini.

Se poi ci aggiungiamo che non siamo una nazione libera, indipendente e sovrana, da nessun punto di vista, il quadro è completo.

Povera Italia! Non avevamo già dovuto inghiottire troppi bocconi amari? Non ci avevano ‘cucinato’ abbastanza? E ora, ci tocca pure la polpetta avvelenata dell’”antipolitica”!

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