“Je suis Charlie”: scatta il business per gli allocchi
di Enrico Galoppini
La faccenda del Charlie Hebdo non finisce mai di stupire.
Circonfusa della mistica democratica del “diritto d’espressione”, questa collezione d’insulti verso ogni religione e la più elementare dignità umana fatta assurgere a simbolo dei “nostri valori” e della “cultura occidentale”, passata la ‘sbornia’ ce la ritroviamo nei mercatini telematici dell’usato a cifre davvero sbalorditive.
Sette milioni di copie del primo numero dopo la strage di Parigi sarebbero andate a ruba (se vogliamo credere ai media-strilloni) tra quel pubblico che, preso da una reazione automatica di odio viscerale verso l’Islam, s’è abbarbicato ad una pubblicazione degradante per ribadire pateticamente ciò in cui “crede”: il diritto d’insulto e di blasfemia.
Ma poiché chi sta dietro operazioni del genere non lascia nulla d’intentato, ecco che si prova a spillare gli ultimi quattrini a qualche altro fesso in vena di ‘auto-proclamazioni’.
Tuttavia questa volta “essere Charlie” costerà un po’ caro: per il mitico numero “da collezione” c’è chi chiede addirittura 10.000 euro!!!
Ecco qua alcuni esempi, visibili prima che “le offerte” scadano:
http://www.ebay.it/sch/i.html?_from=R40&_sacat=0&_nkw=Je+Suis+Charlie&_sop=16
Un giro tra le altre offerte collegate è senz’altro consigliabile, perlomeno a chi ha un certo senso dell’umorismo. Troverà fermacarte, ciondoli, magliette e felpe, borse, tazze, orologi, custodie, timbri, portachiavi, poster, spille, sciarpe, bandiere, adesivi, braccialetti, cappellini, candele, ombrelli e persino luci notturne da camera, matitone lunghe oltre un metro e fasce modello “primo cittadino” della ‘Repubblica di Charlie’, oltre a indizi abbastanza significativi sulla regia occulta di questa operazione di manipolazione di massa, come il famoso pugno chiuso delle “rivoluzioni colorate” e delle “primavere arabe” con la matita del Charlie.
Non mancano poi le raccolte di vignette “in difesa della libertà di stampa”, a cura del Corriere della Sera, lo stesso che anni fa interruppe bruscamente, e senza tanti ossequi alla “libertà di espressione”, la collaborazione del professor Filippani-Ronconi alla sua terza pagina dopo aver “scoperto” quello che tutti sapevano, ovvero che aveva combattuto nella Seconda guerra mondiale dalla “parte sbagliata”.
Ma queste son bazzecole. Mica vogliamo mettere uno che sa decine di lingue e trasmette un sapere non soltanto libresco ed accademico con chi passa il tempo a insozzare e deturpare ciò che vi è di più sacro per gli altri!
E il “mercato”, compreso quello delle offerte, segue la medesima logica all’incontrario: i libri del professore – che sono una fonte inesauribile di saggezza – vengono venduti al massimo a 35 euro, mentre la contumelia e l’insulto sperano di piazzarsi a 10.000.
Che la scienza delle dottrine orientali e sapienziali in genere valga quasi trecento volte meno delle vignette del Charlie non può che riconfermare quanto è già ampiamente dimostrato. Che la democrazia ed i suoi miti di cartapesta non possono che abbindolare degli ingenui e degli sprovveduti, che anziché ascoltare il loro innato istinto alla virtù e alla conoscenza vivono di stimoli “di pancia” e perennemente in stato d’assedio psicologico.