Maggioranza silenziosa, batti un colpo!
di Spectator
Dopo l’aggressione col machete ad un capotreno di cui è stata protagonista l’altro giorno una banda di sudamericani, l’autore del fendente che ha quasi tagliato di netto il braccio a quello sventurato lavoratore italiano fa sapere di essersi “scusato”. C’è di che commuoversi per tanta “umanità” e velocità nella rielaborazione delle proprie colpe.
In casi come questi, quando c’è di mezzo il “migrante” o i figli di quello, scatta immediatamente e volenterosamente la macchina mediatica delle “scuse” e della “comprensione” per il gesto sconsiderato, la “bravata” di un “povero ragazzo”, che il solito “esperto” ben pagato, imbonendo il pubblico, inquadrerà nelle “difficoltà” di tipo socio-economico di questi giovani disadattati “non per colpa loro”.
La vittima più illustre in tutto ciò è uno dei principi cardine dell’ordinamento giuridico, e cioè la responsabilità individuale di quel che si combina (e l’eguaglianza di tutti davanti alla legge).
Invece no, si ragiona per categorie vittime di un “disagio” (da imputare sempre a qualche altra categoria “cattiva”), e così si mette in moto la macchina della “comprensione universale”, come quando un bravo giovane di Terni è stato ammazzato senza senso da un marocchino ubriaco per giunta irregolare in Italia (e addirittura espulso ma ancora circolante). C’è mancato poco che a “scusarsi” fossero i parenti della vittima!
Ma tutta questa disposizione ad accogliere le “scuse” (che sicuramente avranno un peso in sede di valutazione della condanna…) è assolutamente inesistente quando si tratta di capire le ragioni di qualcheduno che viene messo sotto torchio per “omofobia” o “antisemitismo”, per non parlare di quelli che finiscono sotto le grinfie degli strozzini delle banche, i quali devono essere dissanguati e zitti.
Cosa comporteranno le “scuse” di quello che certa stampa orecchiante e modaiola definisce “latinos” (non esistono più i “centro” o i “sudamericani”?) è facile prevederlo. Un po’ di “servizi sociali” (come Berlusconi!) e poi via, a riabbracciare la mamma e i suoi compagni di scorribande sui treni o altrove.
A proposito, com’è che queste bande non vengono sciolte immediatamente? Appena individuano qualche “sodalizio nazista” mettono su un’inchiesta spettacolare, con le bandiere e i pugnali apparecchiati sul tavolo dei Caramba, e tutti gli interessati finiscono nell’odissea giudiziaria, mentre per questi pericoli pubblici si va coi piedi di piombo e si aspetta a muoversi (con discrezione) solo quando ci scappa il morto o quasi.
La consegna è quella del silenzio, intervallato da fugaci botti che si abbattono con la precisione del machete. Meglio sbatterci in faccia tutto il nostro “razzismo” con lo spettacolo dei “sbarchi” e farci sentire tanto “cattivi” perché non accogliamo tutti quanti.
Intanto la proverbiale “gente” mugugna e monta la rabbia. Sente che è stata abbandonata a se stessa. Soffre e sopporta in silenzio.
Ed è la maggioranza, attenzione, la stessa “maggioranza” su cui dovrebbe far leva la “democrazia”, oppressa e tenuta in scacco da una minoranza di trafficoni, di furbastri e di traditori. Una maggioranza ridotta al silenzio perché non ha voce. Una maggioranza “silenziosa” che fa paura (a Lorsignori) e che presto farà sentire la sua voce.