Non è giusto morire così

di Enrico Galoppini

morto_terniMi chiedo se sia in qualche modo ammissibile essere ammazzati com’è accaduto a Davide Raggi, 27 anni, di Terni, ucciso ieri sera nella sua città da un marocchino ubriaco di due anni più grande di lui all’esterno di un locale della cittadina umbra.

Il marocchino era ubriaco e molesto, tant’è che era stato allontanato dal locale. E come reagisce? Se la prende col primo che passa, tagliandoli di netto la giugulare con una bottiglia rotta (un classico, tra i maghrebini sbandati e dediti al vizio e al crimine, che si sfregiano coi cocci di vetro nei regolamenti di conti tra bande di spacciatori).

Quello che normalmente si fa quando non si è ammessi in un pub o una discoteca, vero? Non mi pare proprio, perché anche al sottoscritto, da ragazzo, è capitato di non essere stato fatto entrare in discoteca per qualche insindacabile motivo deciso dal buttafuori di turno. Ma mica per questo me la sono presa, ammazzandolo, col primo che passava!

A livello nazionale, questo tipo di notizie, quando viene dato, resta sempre un po’ nel vago, per paura che un giorno o l’altro scoppi una sommossa popolare (che avrebbe i suoi perché); ma a livello locale, si possono leggere tutti i particolari agghiaccianti di quello che, a casa dell’omicida, avrebbe probabilmente provocato la tanto aborrita “giustizia-fai-da-te”.

Prova ad ammazzare nella stessa maniera un balcanico a casa sua e vedi se resta del tuo cadavere qualche brandello riconoscibile. Ma noi ormai siamo mollaccioni, buoni solo ad insultare dai “social network” e inviperiti a comando contro “la Casta”. Ma appena arriva uno con la bottiglia rotta tutti si dileguano e peggio per chi c’incappa.

barcone-migrantiIl mitico “diritto all’accoglienza” stabilito dall’ideologia senza frontiere ecco che cos’ha prodotto. Città, e non solo (chi vive in campagna la sera deve barricarsi e sguinzagliare i cani), in preda a torme di sbandati senza né arte né parte, assolutamente fuori controllo. Piene di potenziali Kabobo pronti a scatenarsi da un momento all’altro.

Si troverà senz’altro la giustificazione sociologica anche per questo crimine, forse qualcuno dirà che sarebbe meglio starsene a casa la sera, e come al solito tutto passerà in cavalleria, fino al prossimo morto ammazzato. Come se un ragazzo italiano di 27 anni e la sua famiglia non meritassero la minima comprensione da parte di chi sarebbe preposto alla tutela del bene comune, nel quale rientra anche il tanto sbandierato “ordine pubblico” (che non c’è). Dei giornalisti, manco a parlarne, tanto prendono ordini dall’alto per non disturbare il “manovratore”.

Vergogna, tremenda vergogna sulle cosiddette “autorità”, perché secondo quanto è emerso successivamente l’omicida non aveva alcun titolo per stare in Italia. Lo scoprono sempre dopo, perché tanto prima non gliene frega niente a nessuno. Ci sarà qualcuno che deve pagare, o no? O siamo nel paese dell’eterna “irresponsabilità”?

Magra consolazione, quella di sapere che l’assassino è stato arrestato. Davide non c’è più e i suoi familiari non sapranno darsi un perché dell’accaduto, a meno che aprano gli occhi su questa mistificazione buonista che ha già provocato troppi lutti tra i nostri connazionali.

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There are 2 comments for this article
  1. Timur at 2:29 pm

    Gli daranno sicuramente la semi infermità mentale, quando esce dal carcere entrerà a lavorare per qualche cooperativa sociale che ha l’appalto per la manutenzione delle siepi e del bordo stradale nella città dove ha compiuto il delitto o in una zona limitrofe. Verrà regolarizzato , metterà da parte i soldi per farsi una famiglia . Addio David, un altro italiano muore ammazzato perché venga lasciato il posto ad altri. Questa è la dura legge della jungla.

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