Storia del degrado dell’arte: Gilbert&George – G&G/666
di Francesco La Sorgente
Esiste una storia, quella del “degrado dell’arte”, della quale poco o nulla è stato ancora raccontato.
Un capitolo interessante di questa saga decadente è rappresentato dal duo inglese Gilbert&George[1] (G&G)[2].
Costoro sono una coppia di artisti omosessuali che, nel loro immaginario poetico, si considerano un solo artista, o meglio: “una (duplice) scultura vivente”.
“Essere sculture viventi è la nostra linfa, il nostro destino, il romanzo fantastico, il disastro, la luce e la vita”, dichiaravano nell’autunno del 1971.
Nello stesso periodo G&G annunciano di volere abbattere le barriere che separano l’arte dalla vita, estendendo il concetto di “scultura” ad ogni loro azione e produzione. Tutto ciò che fanno diviene scultura.
Le prime apparizioni in pubblico li vedranno imitare delle statue semoventi, simili a robot, con volti e mani dipinti di color bronzo-oro.
Successivamente, dopo aver prodotto una serie di disegni di grandi proporzioni e spedito cartoline postali in giro per il mondo, passeranno alle composizioni fotografiche organizzate in un singolare formato “a griglia”.
G&G vogliono creare un’arte che sia per tutti (“Art for All” recita il loro motto), di grande impatto comunicativo e libera da ogni convenzione.
Come hanno più volte raccontato, ai due artisti interessa più il messaggio che la tecnica o lo stile con cui producono le loro opere. Ma in cosa consiste questo messaggio?
Per la critica d’arte non vi sono dubbi: l’opera di G&G ci mostrerebbe l’esistenza umana nella sua interezza, senza filtri o censure, così come percepita dalla coppia omosessuale.
Una vita dominata dal sesso, il denaro, l’ideologia e la religione; ma soprattutto caratterizzata dalla sofferenza, l’alienazione, la violenza, ecc.
La novità è che, sempre secondo la critica d’arte, G&G sarebbero capaci di misurare il polso della società meglio di qualsiasi altro, perché esseri umani dotati di una speciale sensibilità, quella di due “statue viventi”.
Attraverso un particolare processo di analisi e codifica iconica delle immagini che più li colpiscono durante le loro passeggiate nell’Eastend di Londra, o semplicemente nel loro appartamento-studio, G&G sarebbero stati in grado di comporre un dizionario delle immagini fondamentali dello psichismo collettivo.
Ma questa chiave di lettura non convince, poiché, anche se può risultare vagamente efficace per descrivere il complesso della loro opera, lascia troppe questioni aperte per quanto riguarda la comprensione dei singoli lavori.
Quando, ad esempio, ci si trova di fronte ad opere come “SEEN” (Visto, 1989) e si decide di leggere tale opera per ciò che rappresenta, ci si accorge che la spiegazione consueta non è soddisfacente:
Al centro di questo lavoro, sotto un cielo violaceo ed una sequenza di otto fiori, di cui successivamente scopriremo il significato, osserviamo la parte superiore del volto di un giovane dallo sguardo profondamente turbato. Il ragazzo sta guardando di fronte a sé e nei suoi occhi possiamo notare chiaramente riflessi i volti di G&G. Se volessimo descrivere ciò che quest’opera raffigura dovremmo dire che “un giovane guarda G&G e prova timore…”.
Questa interpretazione è rafforzata dall’opera “LOOK” (Sguardo, 1989), dove le teste di G&G vengono a sovrapporsi fisicamente con le pupille di un ragazzo simile per taglio ed espressione a quello di “SEEN”:
Qui, a differenza di “SEEN”, è l’intero mondo di G&G a spaventare il giovane, che non vede più con i propri occhi ma con quelli dei due artisti. Gli stessi artisti poi, coi loro corpi, fanno da “ponte” fra la dimensione del giovane e quella in cui loro stessi vivono, col loro strano mondo. In questo caso si tratta di una dimensione notturna e allucinata…
Uno dei lavori più espliciti, ma anche terribili, della coppia si intitola “REAMING” (Calibrare, 1982):
Al centro della composizione troviamo un giovane circondato da volti – fra cui quelli dei due artisti – e da elementi floreali che puntano minacciosamente verso di lui.
Il titolo dell’opera è stato tradotto in italiano (catalogo della mostra del Castello di Rivoli) con il termine “calibrare”, probabilmente per celarne il vero significato. In realtà “REAMING” andrebbe tradotto con “alasatura”, vocabolo che designa in ambito metalmeccanico “l’operazione di allargare un buco già esistente”; ma G&G, che pure amano giocare con le parole, qui non nascondono niente, poiché questo termine, nello slang londinese, indica esplicitamente il SESSO ANALE.
I DOPPI di G&G
G&G hanno un’immagine pubblica programmaticamente affabile, ordinata ed elegante[3], ma ciò che sono “dentro” ce lo dicono attraverso le loro opere.
In “INSIDE” (Dentro, 1983) G&G ci mostrano cosa realmente li abita e cosa li muove:
Si tratta di due terribili mostri dalle fauci aperte ed urlanti, con un paio di protuberanze che si dipartono proprio dall’altezza dei genitali.
In alto troviamo le teste urlanti dei doppi di G&G con le labbra colorate come clown – probabile rimando all’archetipo del “Buffone divino” (Trikster)[4] – e la foglia-lingua, “simbolo” del pene, che fuoriesce dalla loro bocca. La presenza di insetti rende il tutto ancora più tetro e disturbante.
Secondo ciò che si legge in quest’opera, G&G in superficie sono uomini, ma in profondità sono due mostri “sessuali” dominati da forze oscure ed inquietanti.
METODOLOGIA
G&G usano gli stessi elementi iconici in combinazioni sempre nuove e diverse.
In particolare ricorrono le immagini dei due artisti, di giovani, di fiori e piante, di escrementi, di fluidi corporei, di monete, di mappe del loro quartiere, della bandiera inglese, ecc.
Ogni opera è sempre accompagnata da un titolo che ne illumina un particolare aspetto e ne approfondisce il significato.
Quindi, per capire le singole opere di G&G, sarà indispensabile confrontarle le une con le altre, osservando le ricorrenze delle immagini ed i rispettivi titoli.
Quando ad esempio, agli elementi iconici “bocca aperta+lingua”, dal chiaro significato sessuale (ano+pene)[5], si aggiunge il titolo “HELLISH”, diverrà immediatamente evidente che, nel “vocabolario” creato da G&G, il sesso anale sarà anche “infernale”:
Un altro esempio, forse più esplicativo, ci viene dall’immagine del DRAGO, che troviamo in opere come “NATIONALISM” (Nazionalismo, 1980), “LONDON” (Londra, 1980) e “GO TO HELL” (Andare all’inferno, 1980):
Se leggiamo le opere per quel che “dicono”, troveremo che il DRAGO è Londra, capitale dell’Inghilterra e passaggio per l’Inferno.
I FIORI E LE PIANTE
I fiori e le piante ritornano spesso nell’opera di G&G.
Come possiamo vedere da opere quali SEX (Sesso, 1980), SHAG (“Scopare”, 1980) e LOVERS (Amanti, 1980), nel mondo di G&G, quando si mostrano dei fiori, si allude praticamente sempre all’amore fisico:
Le forme allungate rappresenterebbero il pene, quelle concave l’ano, quelle a stella il godimento sessuale, mentre la rugiada il sudore (dovuto all’atto sessuale).
LA ROSA
Spesso G&G rappresentano delle rose.
In “ROSE HOLE” (Buco di rosa, 1980) il vero significato della rosa è esplicitato dalla particolare posizione in cui stanno i due artisti. Si tratterebbe del “buco rosa” dell’ano:
Possiamo anche notare che i corpi dei due artisti, con la rosa al centro della composizione, disegnano in modo inequivocabile l’immagine di un occhio, cosa che non appare casuale.
Questo collegamento, fra occhio e ano, è oggetto di studio di un certo “esoterismo” denominato della “mano sinistra”, il quale asserisce che attraverso la penetrazione anale è possibile risvegliare la kundalini, l’energia sopita all’interno dell’osso sacro. Una volta attivata, questa forza sarebbe in grado di dischiudere tutti i centri occulti di energia del corpo (chakra) sino ad aprire il cosiddetto “terzo occhio” (ajna chakra), ovvero l’occhio spirituale e veggente della Tradizione spirituale.
A tal proposito, Samael Aun Weor, un noto occultista colombiano, ne “Il matrimonio perfetto” scrive:
“Dio come Padre risiede nell’occhio della Sapienza. L’occhio della Sapienza è situato fra le
sopracciglia”.
E poi:
“Il sesso è il santuario dello Spirito Santo. La chiesa di Filadelfia [terzo occhio] si apre quando il Kundalini arriva all’altezza delle sopracciglia. Essa è “l’occhio della Sapienza”.
G&G, essendo omosessuali, sostituiranno alla vagina, simbolizzata negli ambienti esoterici da una mandorla mistica (vesica piscis), un altro genere di mandorla: quella anale.
ROSA CROCE
In “GOOD” (Buono, 1983) G&G ci mostrano una grande croce fatta di rose rosse circondata dalle teste di 4 giovani:
Alla lettera leggiamo: “la CROCE di ROSE è BUONA (Good)”. Perché la croce di rose?
Forse qui G&G stanno alludendo ai Rosa+Croce, la misteriosa confraternita che, tramutatosi nel tempo nell’organizzazione della Rosa Rossa, sarebbe, secondo alcuni ricercatori, responsabile dei più efferati omicidi “mediatici” moderni (Jack lo squartatore; Mostro di Firenze; Cogne, ecc.)[6].
Che sia così oppure no, la rosa nell’opera di G&G torna diverse volte. Spesso, come abbiamo visto, con un chiaro significato sessuale, ma talvolta invece come simbolo di morte e distruzione:
La rosa come simbolo di morte e distruzione, è una scelta bizzarra e difficilmente spiegabile, a meno che non sia presente dell’altro, qualcosa che è sfuggito alla critica d’arte o che la stessa ha volutamente celato.
TEOSOFIA e MASSONERIA
È possibile credere che G&G siano membri di una qualche organizzazione di matrice occulta?
Le “Urethra Postcard” sono il titolo di alcune opere esposte dalla coppia inglese. Il termine urethra deriva dal teosofo C.W. Leadbeater (1854-1934) che amava firmare le proprie missive con un simbolo “angolizzato” dell’uretra umana. Questo simbolo verrà ripreso nella forma maschile e femminile dal duo inglese e riproposto come una sorta di sigla nelle loro opere.
Dice George: “Non avevamo nessuna idea di Urethra. L’abbiamo scoperta leggendo la biografia di Leadbeater. Firmava le sue lettere con ‘uretra e baci’ ”[7].
In HANDS (Mani, 2004) G&G ci mostrano un simbolo massonico, la stretta di mani:
Spesso G&G sono raffigurati in una particolare posizione chiamata “della fedeltà”, come si può chiaramente vedere in “OF THE CLOTH” (Della stoffa, 2008):
Questa posizione la ritroviamo in una foto di Leo Zagami, un noto massone, in una di A. Crowley e in un momento di una riunione massonica:
In un’opera dal titolo fortemente allusivo, “DIVIDERS” (Compassi, 2005), i due artisti incrociano molteplici crocifissi in modo da formare dei compassi:
V’è forse un riferimento alla squadra e il compasso massonico, simbolo principe della massoneria?
In un articolo apparso nel novembre del 2011 sul quotidiano La Stampa, G&G accennano ad un sistema dell’arte corrotto e massonico:
“Siamo venuti a East London, come degli emarginati, e abbiamo scoperto via via i poliziotti, gli aerei, il traffico, le aggressioni” ed anche “il MASSONICO, malsano mercato dell’arte”[8].
Adesso che G&G sono considerati fra i più importanti artisti viventi, osannati da critica e pubblico, possiamo davvero credere che ce l’abbiano fatta senza essersi mai affiliati a quel sistema che inizialmente criticavano?
Alla fine degli anni sessanta G&G spedivano centinaia di biglietti di invito per le loro mostre e performance. In uno di questi biglietti troviamo in bella vista la squadra e il compasso massonico:
Questa potrebbe essere una prova del loro coinvolgimento in massoneria, o perlomeno la prova dell’uso di una simbologia massonica di cui si fatica a comprenderne intenti e finalità.
GILBERT & GEORGE e la RELIGIONE
Cosa pensano della religione G&G non l’hanno mai nascosto ed anzi l’hanno sempre espresso chiaramente:
“siamo contro la religione. Perché la religione prevede qualcuno al di sopra di essa, al di sopra di noi, che ci dice come comportarci” [9].
Altrove George specifica:
“In realtà non abbiamo niente contro la religione. È Dio il problema”[10].
G&G non amano la religione e avversano Dio, ma forse hanno un “altro dio” a cui affidarsi…
In “FINDING GOD” (Trovare Dio, 1982) i due artisti stanno contemplando un enorme nudo di giovane, il loro “dio”, che s’erge possente da un fiore blu, simbolo come abbiamo visto del piacere sessuale. Alla loro destra troviamo la testa di un ragazzino dalla quale cresce una croce irta di spine, simbolo forse della religione del dolore, ovvero, della religione degli altri…[11]
In “SHIT FAITH” (Fede merda, 1982), il loro punto di vista su questo tema è così espresso:
Per G&G la fede religiosa è un escremento, ed al contempo, secondo il classico gioco del doppio significato tipico delle organizzazioni occulte, G&G hanno fede nella merda.
I FLUIDI CORPOREI
A G&G piace rappresentare gli escrementi e i fluidi corporei, tanto da far dire ai due artisti che “Fondamentalmente, c’è qualcosa di religioso nel fatto che siamo fatti di escrementi“.
“Qualcosa di religioso”: cosa intendono?
In “SPUNK BLOOD PISS SHIT SPIT” (Sperma, sangue, piscio, merda, sputo, 1996) troviamo il “ritratto” al microscopio di cinque fluidi corporei:
Questi cinque elementi, talvolta insieme alle lacrime, sono i protagonisti di decine di opere del duo in cui le varie sostanze vengono rappresentate in tutte le combinazioni possibili.
Qual è il senso di queste rappresentazioni?
Ne “Lo sputo della luna”, la raccolta di istruzioni operative attribuite al mago italiano Giuliano Kremmerz, è forse contenuta la risposta:
“l’Ascenso Alchemico completo fino alla realizzazione della Pietra Filosofale […] è riducibile alla MANIPOLAZIONE dei FLUIDI UMANI”.
In quest’ottica, che tanto deve al Tantrismo Shivaita[12], i fluidi corporei sono intrisi di un certo potere magico, fondamento delle pratiche della cosiddetta Via della Mano sinistra.
È possibile credere che G&G stiano rappresentando questo tipo di “alchimia”? E se sì, da dove deriverebbe?
Dice Francis King:
“[…] sapevo che nell’occultismo occidentale era presente una tendenza sotterranea derivata da quella filosofia orientale di tono sessual–religioso–magico nota come Tantrismo, ed avevo sempre presunto che questa tendenza derivasse da Aleister Crowley e l’Ordo Templi Orientis; tuttavia con mia sorpresa mi trovai di fronte ad un carattere tantrico nell’occultismo occidentale che sembrava essersi sviluppato in epoche addirittura antecedenti la nascita di Crowley!”[13].
Secondo Francis King le radici europee di questo approccio esoterico andrebbero cercate in Hargrave Jennings, un massone rosicruciano, e in Edward Sellon, un suo amico pornografo.
Se questa ipotesi è corretta, la presenza delle rose e la croce di rose in G&G potrebbero derivare da Jennings, mentre Sellon sarebbe l’anello di congiunzione col mondo dei siddha indù (alchima tantrica)…
A. CROWLEY
Aleister Crowley (1875-1947), il celebre mago inglese, fu molto interessato a queste pratiche, tanto da fabbricare strane ostie da lui chiamate “pani di luce”:
“Nella mia messa l’ostia è fatta di escrementi, che io consumo con reverenza e adorazione”[14].
G&G, già nei primi anni ’80, rappresenteranno lo stesso tipo di “consumo”:
Quando Crowley prese il comando dell’Ordo Templi Orientis (OTO), un’organizzazione iniziatica fondata all’inizio del ‘900 da Theodor Reuss, istituì un supremo grado d’iniziazione denominato Undicesimo grado (XI°).
Si trattava di un grado di magia omosessuale, definito dal mago inglese come preferibile al grado nono (IX°), di semplice natura eterosessuale [15].
Tale approccio potrebbe facilmente aver interessato la coppia inglese che, come sappiamo, è dichiaratamente gay ed ossessionata da ciò che un tempo era considerata la porta del “demonio”, ovvero: dal buco dell’ano (raffigurato in numerose opere come ad esempio “BUM HOLES”, “SODOM”, “ASS”, ecc.).
Crowley creava portali entro i quali far passare strane entità “aliene” perché il mondo potesse essere distrutto e riorganizzato secondo quella che egli chiamava la legge del Nuovo Eone.
In un suo libro leggiamo: “Vi è un’operazione magica della massima importanza: l’inizio di un Nuovo Eone […] [perciò] l’intero pianeta deve essere bagnato di sangue”[16].
Opere come “FLOW” (Corrente, 1988) o “THE EDGE” (Il margine, 1988), alludono forse a questa profezia?
Alla fine di una strada rossa (Flow) o sotto un cielo rosso sangue (The edge), “qualcosa” sta nascendo: è la Nuova Era, simboleggiata da un sole rosso che, a seconda di come lo si consideri, indicherebbe contemporaneamente la fine di un’epoca (tramonto) e l’inizio di un nuovo eone (alba).
G&G sembrano dirci che terminato questo ciclo storico la Nuova Era emergerà, ma solo dopo che il mondo verrà “bagnato di sangue”, come già intendeva Crowley.
R. CHUBB
Un contemporaneo di Crowley, che potrebbe avere interessato il duo, fu Ralph N. Chubb (1892-1960), anch’esso, come G&G, inglese e omosessuale.
Chubb, poeta stravagante ed autore di libri stampati artigianalmente, sognava l’avvento di un giovanetto mistico, salvatore dell’umanità:
“Io annuncio […] l’avvento della Terza Dispensazione, la dispensazione dello Spirito Santo sulla Terra, e la sua discesa visibile sulla Terra nella forma di un Giovanetto di tredici anni, nudo, perfetto e immacolato”[17].
È questo il fanciullo divino rappresentato da G&G in “CHILD GOD” (Il Dio bambino, 1982)?
Chubb credeva anche che Gesù avesse una relazione di natura omosessuale con san Giovanni.
Da parte loro G&G alluderanno forse alla stessa tesi in WAS JESUS ETEROXESSUAL? (Gesù era eterosessuale?, 2005):
Jenning, Chubb, Crowley e Tantrismo, probabilmente è questo l’effettivo sostrato sopra il quale si costruisce l’edificio concettuale ed espressivo del duo inglese.
ULTIMO PERIODO
A partire dalla fine del secondo millennio, l’opera di G&G si fa più criptica e indecifrabile.
Se un tempo G&G ritraevano loro stessi come due uomini, ora, grazie all’uso della computer grafica, la coppia si rappresenta nelle sembianze di figure mostruose e allucinate:
Nel frattempo G&G portano la “mappatura” del loro quartiere a livelli sempre più profondi e analitici.
I nomi delle strade, ciò che incontrano nelle loro passeggiate, i nomi dei ragazzi che si prostituiscono, ogni sorta di segnale, cartello stradale, indicatore; nulla sfugge al duo, tutto viene fotografato ed inserito nelle loro opere.
L’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un’enciclopedia visiva del luogo.
Qual è il loro intento?
Una risposta possibile è la seguente: tempo addietro ci fu riferito di una pratica magica che assicurerebbe la conquista invisibile di un determinato luogo.
Questa pratica, in effetti, somiglia molto a ciò che i due artisti compiono da oltre quattro decadi.
Anche se per i profani tali pratiche potrebbero apparire come semplici fantasie, nel mondo dell’occulto sono prese molto sul serio.
G&G, per loro ammissione, hanno l’idea di trovarsi in un luogo magico, una sorta di centro del mondo, dove qualsiasi cosa accade si riverbera sul resto del pianeta.
Inoltre, essi stessi credono di aver cambiato quel quartiere da quando, all’inizio degli anni 70, si trasferirono lì.
Evidentemente, per il duo, catturando e modificando lo “spirito del luogo” (genius loci) attraverso la propria l’arte, e diffondendo i risultati per via mediatica, è possibile trasformare il mondo.
Hanno forse avuto successo?
Da G&G a 666
G&G precorreranno i tempi, influendo notevolmente su quell’arte sfacciata e senza regole che fu la cosiddetta Young British Art (YBA), capitanata da artisti come Damien Hirst o i Chapman Brothers (i quali, questi ultimi, non a caso lavoreranno per diversi anni proprio nella casa-laboratorio del duo omosessuale…).
Scoperchiando il “vaso di Pandora”, G&G hanno spostato in avanti il paletto del “moralmente rappresentabile”.
Anche se non sono stati i primi, ed anzi sono un semplice anello della catena di ciò che abbiamo chiamato “storia del degrado dell’arte”, tuttavia sono coloro che hanno ottenuto uno dei maggior successi in termini di diffusione e di incisività nell’ambito dell’arte contemporanea.
Come può essere facilmente osservato, dopo che un’avanguardia artistica fa emergere qualcosa dalle profondità del subconscio – o chissà da quale altra dimensione! –, il mondo delle persone comuni ne rimane profondamente influenzato, se non proprio “contaminato” (si pensi ad esempio ai poeti Beat, che influirono notevolmente sulle mode del proprio tempo, e persino su eventi storico-politici come la cosiddetta “epoca della contestazione”).
Oggi, grazie agli sforzi di G&G, di concerto con altri “apprendisti stregoni”, ogni sorta d’immagine deviante si sta diffondendo nel mondo, influendo in modo deteriore sullo psichismo collettivo.
Se è vero che l’albero buono si riconosce dai frutti, e così l’albero cattivo, l’arte creata da G&G non lascia alcun dubbio: la “malattia” e la morbosità sono i suoi frutti.
A cosa conduce il “dipingi ciò che vuoi” di G&G, eco di quell’altro “fa ciò che vuoi”, motto di A. Crowley e oramai dell’odierna umanità? Alla perdita del limite, all’ingresso dell’ABOMINEVOLE.
Note:
[Nota 1] Gilbert&George, all’anagrafe Gilbert Prousch e George Passmore, operano dalla fine degli anni ’60 dello scorso secolo, ed attualmente sono considerati fra i più importanti artisti viventi.
[Nota 2] La E commerciale (&) che unisce i loro nomi indicherebbe la volontà di superamento dell’idea di genio individuale ed al contempo l’attitudine tutta “pop” di trasformare l’artista in una ditta economica.
[nota 3] Il loro modo di abbigliarsi G&G l’hanno definito “della responsabilità dell’arte”, intendendo dire che con tali vestiti è possibile esprimere tutto ciò che si vuole, anche le cose più turpi…
[nota 4] Il trickster è una figura mitologica presente da tempi remotissimi nelle culture di tutto il mondo. Egli rappresenta quella forza che mette in subbuglio l’ordine costituito attraverso scherzi, imbrogli o azioni apparentemente prive di logica.
[nota 5] Nell’opera di G&G la lingua, il pene, la foglia e talvolta le dita si equivalgono. Si veda ad esempio: “WINTER TONGUE FUCK” (Scopata invernale con la lingua,1982); “TONGUE FUCK COCKS” (Lingua fotti cazzi, 1983); “FINGERED” (Ditalino, 1991); ecc.
[Nota 6] Si vedano a tal proposito le pubblicazioni dell’avvocato torinese Paolo Franceschetti o quelle della ricercatrice Gabriella Carlizzi.
[Nota 7] Cit. tratta da un’intervista di Hans-Ulrich Obrist.
[Nota 8] Cit. tratta da La Stampa 07-11-2011.
[Nota 9] http://tv.wired.it/guru/2011/12/31/gilbert-george-la-nostra-arte-tra-sesso-e-natura.html.
[Nota 10] http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2014/07/24/news/gilbert-amp-george-lacoppia-piu-scorretta-dell-arte-si-racconta-1.174424.
[Nota 11] Qui l’ambiguità è per così dire perfetta, poiché anche se è vero che è possibile interpretare la croce di spine come la religione del sacrificio o del dolore cristiana, è anche vero che la stessa potrebbe essere letta come un momento della religione invertita di G&G, la quale prevedrebbe una fase di “nerezza”, ovvero di dolore, per le vittime “sacrificali” rappresentate dal duo. Si veda a tal proposito tutta una serie di opere dei primi anni ottanta (“BLACK CROSS”; “BLACK JESUS”; “BLACK CHURCH”; ecc.) che inverte di segno, da “bianco” a “nero” (black), tanti simboli cristiani e religiosi.
[Nota 12] Cfr. Il corpo Alchemico di David Gordn White. – Roma : Ed. Mediterranee.
[Nota 13] Il cammino del serpente di Francis King. – Roma : Ed. Mediterranee, c1979. – P. 19.
[Nota 14] Aleister Crowley: la bestia 666 di John Symonds. – Roma : Edizioni Mediterranee, 2006. – P. 288.
[Nota 15] Le possibilità magiche di questo grado, secondo Crowley, sarebbero molto potenti. In particolare questa pratica permetterebbe allo sperma di tenere in vita gli spiriti-demoni, attratti dal miscuglio di sangue ed escrementi dovuti all’atto omoerotico stesso.
[Nota 16] Magick di Aleister Crowley. – Roma: Ed. Astrolabio, 1976. – P. 274.
[Nota 17] Il cammino del serpente di Francis King. – Roma : Ed. Mediterranee, c1979. – P. 266.