Esultate: le donne saudite al voto! E noi, invece, non si vota più?
di Enrico Galoppini
Ma quanto sono ridicoli questi “media” occidentali?
In Siria le donne votano dal 1949 e, dall’anno successivo, possono essere elette. Il vice presidente attuale è una donna. E tutti, all’unisono tranne rare eccezioni, da quattro anni attaccano il governo siriano ed appoggiano i “ribelli”.
In Iraq, fino al 2003, c’erano donne ad ogni livello di responsabilità: persino scienziate, che qui si misero ad etichettare come “lady antrace” e “dottoressa germe”.
In Francia c’è una donna a capo del Front National che tutti i “media” occidentali demonizzano manco fosse Belzebù. E stasera festeggeranno quando il “tremendo pericolo” sarà sventato grazie all’ammucchiata “antifascista” e panciafichista di tutti gli altri partiti (guidati da uomini: le “quote rosa” non contano più?).
Ma che saranno queste quisquilie: gioiamo per le donne saudite che votano (e sono votate) alle comunali!
Non oso pensare con quali grida di giubilo verrà annunciata la concessione della patente di guida. Cortei di auto in festa – ovviamente guidate da donne – saluteranno, da Parigi a New York, i nuovi “pericoli costanti” circolanti per le strade di Mecca e Medina.
Ora, tutta quest’insistenza sulle suffragette saudite (afghane ecc.) e le donne al volante, tutto fumo e poco arrosto, cela malamente il fatto che, come che vada, “loro” saranno sempre considerati un passo “indietro” rispetto a “noi”.
Per la massa beota, infatti, le donna siriana e quella saudita pari sono. Sono tutte “arabe”, e perciò “oppresse” (per colpa di una religione “retrograda”).
La cosa tragica (e non tragicomica perché qui non c’è nulla da ridere) è che gli occidentali (e cioè L’America col suo codazzo) hanno dichiarato guerra alla Siria, e non all’Arabia Saudita. I motivi sono arcinoti, quindi non è il caso di ricordarli qui.
Se, un giorno, in Arabia dovessero sbarazzarsi di questa monarchia e del relativo clan al potere per metter su una qualche altra formazione statuale non incline a legarsi mani e piedi alle sorti dell’Occidente, c’è da stare sicuri che quand’anche le donne uscissero dall’attuale condizione “deprecabile” secondo i parametri occidentali l’Occidente stesso, coi suoi apparati di manipolazione mediatica e culturale, presenterebbe questa nuova realtà come il solito “Male assoluto” da cancellare dalla faccia della terra.
Bisogna pertanto ficcarsi bene in testa il seguente assioma: che l’Occidente non prende di mira questo o quello Stato perché non rispetta i “diritti umani” eccetera, ma addita come nemico e concentrato d’ogni nefandezza solo chi non gli si sottomette collaborando su tutta la linea.
Tutto il resto, comprese le donne felici di “scegliere” se farsi fregare da questo o quel “rappresentante del popolo”, è puro spettacolo ed argomento per i cosiddetti “dibattiti” che tanto appassionano il pubblico che li segue. Un pubblico che s’è addirittura dimenticato che qui avevamo un governo, sostituito con un golpe politico-finanziario e sostituito con ben tre altri esecutivi mai eletti.
Dunque, il problema che dovrebbe appassionare gli occidentali, ed in particolare gli italiani, non è che qua o là non votano le donne, ma che a casa propria non si vota più! E si rivota solo quando fa comodo a Qualcuno e tutto è ben messo “al sicuro” (con “leggi elettorali” e “liste blindate”), senza possibilità di “imprevisti”. La massa, come al solito, si adegua, senza alcun sussulto né un seppur minimo mugugno. Il che è indice di quanto il tanto strombazzato “diritto di voto” non sia in alcun modo un qualche cosa sentito intimamente come inalienabile. Basta saper mettere le cose nel mondo giusto e in un battibaleno lo si baratta per tre governi caduti dall’alto.
Come quello dell’Arabia Saudita, senonché almeno lì, per quanto riguarda la forma istituzionale, non sono così ipocriti dal raccontarsi la favola della “democrazia” e della gente che non vede l’ora di “votare”.
Ha fatto scalpore – facendo imbufalire parecchi “attivisti” – l’attribuzione all’Arabia Saudita della presidenza della Commissione sui diritti umani delle Nazioni Unite. E se non c’è stata la solita canea è solo perché Riyad è un alleato di ferro dell’America. Ma c’è poco da ironizzare: finirà che dopo le “bacchettate” dell’UE all’Italia per un sacco di cose una più assurda dell’altra, ci arriveranno anche quelle dei sauditi freschi di voto alle donne se non si ridarà agli italiani la possibilità di darsi un governo eletto. Anzi, con l’aria che tira laggiù, più che le “bacchettate” arriveranno direttamente le frustate e, in qualche caso più serio, altre misure draconiane e forse non proprio sgradite a quell’altra parte del corpo elettorale che, anziché adeguarsi allo scippo del “diritto di voto”, preferirebbe poter scegliere da chi farsi governare piuttosto che lasciar fare al mondo della banca e dei suoi camerieri.
E questo per quanto riguarda la “colonia Italia”. Ché, se andiamo a vedere cosa succede in “Europa”, la morale della favola è che la situazione è – a livello di “rappresentanza popolare” – la stessa identica dell’Arabia Saudita. Il che probabilmente spiega perché tutta questa gente – da una parte e dall’altra dell’evanescente barricata dei “diritti umani” – si trova fondamentalmente d’accordo su tutto, guerra alla Siria inclusa.