Una campagna elettorale all’insegna dell’Antifascismo per coprire l’agonia della Colonia Italiya

di Enrico Galoppini

Anche se la seguo più che distrattamente, si può dire che questa campagna elettorale, al netto della deprimente vuotezza di contenuti e delle sue fisiologiche mirabolanti sparate, si riduce a stabilire chi primeggia nell’unico vero criterio posto a fondamento di questa Repubblica: l’Antifascismo.

Buon segno. Segno che questa finzione giuridica della “Repubblica Italiana” (“antifascista e nata dalla Resistenza”) scaturita da “trattati” ed “accordi” coi “Liberatori” mai resi del tutto pubblici (perché impresentabili), è in piena agonia.

Gli equilibri internazionali sono in radicale mutamento, nel segno del “mondo multipolare” (preconizzato sin dal 2004 dalla rivista “Eurasia”…), ma in questa Colonia Italiya, condannata ad essere sempre più irrilevante e periferica, ai “nababbi” indigeni preposti alla gestione della predetta finzione giuridica è stata data l’imbeccata da “ultima raffica”, onde garantire lo status coloniale: la parola d’ordine dell’Antifascismo. 

I nodi vengono al pettine. Gli italiani sono sempre più scontenti, e non perché “c’è il Fascismo”. Alla favola del “Fascismo eterno” (tanto più che il suo ideatore ufficiale è passato a miglior vita) crede sempre meno gente. Il che è tutto dire se si pensa allo sforzo profuso dalle centrali della disinformazione e della propaganda.

A questo punto, a questi mestatori e criminali, che farebbero di tutto pur di compiacere il Badrone (con la B, mi raccomando) anche per mantenere i loro privilegi, non resta che stressare oltre ogni limite la situazione, cercando a tutti i costi la provocazione e lo scontro, nella speranza di sgraffignare con questi vecchi trucchi qualche punto percentuale dei votanti.

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There are 4 comments for this article
  1. BENNATO BENNATI at 12:50 pm

    Non c’è giorno in cui la tv non ci ricordi le malefatte del fascismo.
    Sono malefatte che servono ormai da foglia di fico per nascondere quelle della classe dirigente repubblicana.

  2. Pingback: RASSEGNA STAMPA 1 MARZO 2018 – Detti e Scritti
  3. Andrea at 8:12 pm

    Ridicoli… per essere coerenti bisognerebbe dire no anche al Comunismo, però fa male nessuno dice nulla….guai a parlar male del Comunisco e di tutti i crimini partigiani, quelli vanno bene… che ipocrisia.

  4. Der Einsame Stein at 6:05 am

    L’assurdo elevato a norma, oramai è invalso l’uso di tacciare di “fascismo” perfino i comunisti che, secondo la morale di certi buffoni nostrani, si comportano male. In particolare in i-taglia dove ogni scusa è buona per sventolare il babau del fascismo. Non si sono mai guardati allo specchio i comunisti i-taglioti? I peggiori del mondo, credo, o sottosviluppati mentali irretiti e indottrinati o quelli in alto, in malafede, farabutti che non perdono occasione per mantenere i loro privilegi. un esempio di intelligenza trinariciuta (Il buon Guareschi…), io sono sempre stato anticomunista. se discutev con qualche compagno la risposta era lì, scontata “Eh già, tu che voti democristiano…” Non valeva nemmeno la pena rispondere “E chi ha mai votato democristiano?” Comunque ho l’abitudine di affermare che “forse” il comunismo sarebbe la migliore delle ideologie… se mai fosse stato applicato alla lettera da qualcuno. d

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