Ancora sui padri e le famiglie…

di Enrico Galoppini

Dicevamo… in campagna elettorale son tutti “per la famiglia”. Ci mancherebbe altro. Mica vogliono colare a picco. Poi, però, quando si tratta di dare un sostegno, buonanotte ai suonatori!

Ora, chiunque abbia o abbia avuto bimbi piccoli – a meno che non abbia ricevuto una grazia dal Cielo – sa che si risvegliano, anche più volte, e che anche farli riaddormentare può essere un serio problema. Il sonno dei genitori (specialmente quello delle mamme), e dunque la loro tenuta psico-fisica, va a ramengo, eppure tutto, “là fuori”, non deve dare l’impressione di aver subito turbamenti. “Tutto va bene”, che diamine!

Stiamo parlando di gente che tira la carretta, non di Fedez-Ferragni che avranno otto tate a servizio che si occuperanno anche della notte col pupo. Allora mi chiedo: se si vuole davvero “aiutare le famiglie”, aiutarle concretamente, per alleviare la loro immane fatica, e non con discorsetti “da prete”, vogliamo o no istituire una forma d’assistenza per quello che è il problema probabilmente più comune tra le famiglie con prole?

Pare invece che l’unico problema concepibile, in questa civiltà del denaro, sia quello economico, ed è per questo che gli unici pallidi aiuti sono di questo tipo. Gli italiani, per come la vedo io, non è che non fanno figli perché non hanno soldi, o almeno non è questo il problema principale. Non li fanno perché da una parte preferiscono “godersi la vita”, la vita del “single”, e dall’altra sono tremendamente spaventati dalla fatica che i figli piccoli comportano, tanto più che possono constatarla quando vedono i loro amici con figli (o non li vedono più perché sono completamente “brasati”). I due problemi, di fatto sono due facce della stessa medaglia.

E vengo al dunque. Visto che siamo nel mondo delle “proposte” (anche un ministro ormai vive di proposte, di “sarebbe” e “dovremmo”, quindi perché non posso farlo io?), ne faccio una a titolo di provocazione ma non troppo. Perché non istituire una sorta di “servizio civile” obbligatorio per giovani, tenuti ad aiutare le famiglie in difficoltà sollevandole dalla fatica, specialmente quella notturna? Le giovani ragazze, in particolare (ma senza escludere i maschi “bamboccioni”), potrebbero così rendersi conto che la vita non è tutta un drink con gli amici, e che l’eroismo dei tempi moderni non è fare l’Erasmus. Se comandassi io, ecco, queste “nottatine” gliele farei assaggiare, così si misurerebbero con la vita vera e non con le fantasie da Instagram. Forse il risultato potrebbe essere catastrofico. e cioè che, scioccate, non ne vorrebbero più sapere di mettere al mondo figli… Ma chissà, le vie del Signore sono infinite, potrebbero invece prendere atto che una cosa è la vita che, per la maggior parte di loro, le attenderà dopo le albagie e i frizzi e lazzi dei vent’anni, un altro il perenne “divertimento” in cui questo sistema le immerge come in uno stato di trance.

E ora che l’ho detta, via, comincino gli ululati di chi mi vuol imbavagliare!

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There is 1 comment for this article
  1. Antonio Siberi at 4:53 pm

    Come salutare rimedio alla più completa anarchia attuale in cui languono e crollano le famiglie ( voluta sappiamo benissimo da chi e spacciata quale una progressione morale e civile ) torniamo all’art.144 del codice civile, testo originario :
    ” IL MARITO E’ IL CAPO DELLA FAMIGLIA ; LA MOGLIE SEGUE LA CONDIZIONE CIVILE DI LUI , NE ASSUME IL COGNOME ED E’ OBBLIGATA AD ACCOMPAGNARLO DOVUNQUE EGLI CREDE OPPORTUNO DI FISSARE LA PROPRIA RESIDENZA “.
    Ci sono momenti nella vita degli uomini in cui per andare avanti, bisogna tornare indietro.

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