“Venti anni”, ma sembrano un’eternità

di Enrico Galoppini

In oltre centocinquanta anni d’Italia unita, il Fascismo ne ha occupati appena una ventina (*). Eppure sono quelli che, a distanza di oltre settant’anni, riescono ad attirare l’attenzione più di tutti gli altri, nel bene e nel male.

I programmi scolastici, nel trattare questi vent’anni, sono ancora attardati ad un versione dei fatti che sembra uscita dai servizi di guerra psicologica anglo-americani. Come se nel frattempo non fosse stata pubblicata un’ampia messe di studi più o meno “revisionisti” rispetto alle esigenze di una propaganda che possiamo anche capire se la collochiamo nel 1945.

Le trasmissioni divulgative di storia di questa televisione di Stato che dovrebbe essere obiettiva e super partes (se non altro perché estorce il canone con la forza) praticamente non parlano d’altro, perché sanno che comunque sia il pubblico è garantito. Le dichiarazioni dei politici, quando non sanno più cosa inventarsi, finiscono per parare sempre dalle parti dell’antifascismo.

Quando qualcheduno di questi ultimi s’azzarda a proporre qualcosa di utile e sensato, se questa va a ledere interessi troppo potenti la si cassa sotto uno strato d’insinuazioni di “ritorno al fascismo”.

Ma che mostro sarà mai questo Fascismo contro il quale, nel 2018, s’istituisce addirittura un’anagrafe (http://anagrafeantifascista.it/)? Perché mai gli italiani, presi da altre faccende, dovrebbero perdere il sonno per questo “problema”? Che cosa ci sarà mai che non devono sapere?

Una piccola risposta sta forse anche in questi tre volumi, pubblicati nell’A. XXI E.F. dall’Ufficio Stampa del PNF (**), che illustrano le “realizzazioni” del cosiddetto “Male assoluto” contro il quale si sfogano ancora oggi dei giovinastri senza nemmeno un briciolo di pietà per dei morti ammazzati in maniera atroce.

Ma dopo settant’anni, che cosa possiamo dire dell’antifascismo se non che si tratta di un fenomeno meramente verbale? 

Da una parte i fatti, dall’altra le parole.

(*) Dal 28 ottobre 1922 al 25 aprile 1945, col “regime” vero e proprio solo dal gennaio 1925, caduto il 25 luglio 1943 e con l’appendice della RSI nei giorni successivi all’8 settembre dello stesso anno.
(**) Vol. 1: Dottrina, Storia e Regime; Vol. 2: L’Ordine corporativo e la Difesa sociale; Vol. 3: Guerra ed Impero.

Gli articoli de Il Discrimine possono essere ripubblicati, integralmente e senza modifiche (compreso il titolo), citando la fonte originale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*