Una definizione dell’America

di Enrico Galoppini

Ho finito di leggere una raccolta di rotocalchi intitolata “Cento anni d’America” (1860-1960), pubblicata nel 1962 per il settimanale “Tempo” da Aldo Palazzi Editore e curata da Flavio Simonetti (curatore anche delle altre due pubblicazioni nella foto). Si tratta di una serie di fascicoli riccamente illustrati in bianco e nero con esaustive didascalie esplicative, i quali attraverso immagini della storia americana ripercorrono le tappe salienti dei primi cent’anni di quel Paese “nuovo”. Alcune fotografie sono molto significative e talvolta rare, ma è l’insieme del materiale pubblicato che – partendo dai primi pionieri ed il “selvaggio West”, passando per la Guerra di Secessione e le “Guerre indiane”, poi lo sviluppo dell’industria e del “libero mercato” (delle merci e… degli uomini), ma anche dello spettacolo hollywoodiano, del femminismo, del consumismo e persino del gangsterismo, per finire con l’espansionismo americano prima nelle Americhe, nel Pacifico e poi nel “Vecchio Mondo” -; è quest’insieme, dicevo, che dà la sensazione di essere di fronte effettivamente ad un fenomeno unico nella storia dell’uomo.

L’America, dunque, a ben considerare la cosa, altro non è che la manifestazione e la realizzazione di possibilità latenti che, a causa della “tradizione”, nel senso più generale del termine (sistemi politici, istituti giuridici, modi di vita, credenze religiose eccetera), non potevano trovare alcuno spazio in Europa. 

Sbaglia, perciò, chi vede nell’America nient’altro che un prolungamento del mondo europeo (e per questo motivo è sempre incline ad allearsi con essa contro qualche “barbarie”). L’America, e lo si capisce benissimo anche da questa antologia fotografica, è sorta in opposizione all’Europa, sempre che con Europa non s’intenda l’attuale Unione Europea, punto d’arrivo di una pluridecennale colonizzazione dei corpi e degli animi.

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There is 1 comment for this article
  1. Backward at 7:06 pm

    Il Nord America è infatti la barbarie per eccellenza, la quintessenza dell’uomo senza radici che ha rinnegato il suo passato e si adopera per cancellarlo dal resto del mondo. Seppur il seme della Modernità non è nato in America, certamente in America ha germogliato e prosperato per diventare la pianta invasiva che sta devastando il pianeta.

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