«Ordinare il bene e proibire il male»

 «Ordinare il bene e proibire il male»[1]

«Tu credi di poter ordinare il bene e proibire il male, ma ne sei degno?»

[di Shaykh Ahmad al-‘Alawî][2]

Saint_Ahmad_AlawiTu credi di poter ordinare il bene e di proibire il male, ma ne sei proprio degno? Il Profeta (su di lui le preghiere e la pace divine) ha detto:«Può ordinare il bene o proibire il male solo colui che dà prova di dolcezza quando ordina o proibisce; colui che è paziente (sabr) e intelligente (hilm) quando ordina o proibisce; colui che conosce e comprende [veramente] le regole religiose quando ordina o proibisce».

La prima parte di questo detto profetico (hadith) significa, ma Dio è più sapiente, che non si formulano degli ordini e dei divieti se non con dolcezza. Oh Shaykh è esattamente il contrario di ciò che tu hai fatto nel tuo “Miroir”[3]. Avresti fatto meglio ad astenerti da ogni iniziativa, prima di conoscere le reali condizioni dell’esercizio di questa funzione [di ordinare il bene e proibire il male], come Dio le ha fissate: ciò ti avrebbe permesso di entrare nella casa [del comando del bene e dell’interdizione del male] per la sua [giusta] porta.[4]

Non hai mai sentito la storia di quel giovane uomo che venne a trovare il Profeta (su lui la grazia e la pace) e gli chiese con voce forte: «Oh Inviato di Dio, mi permetti di avere delle relazioni sessuali all’infuori del matrimonio?». Le persone presenti, scandalizzate da tale richiesta, disapprovarono a gran voce, ma il Profeta ordinò subito: «Lasciatelo, lasciatelo!»[5]. Poi chiese al giovane di avvicinarsi e gli disse con dolcezza: «Ameresti che si faccia una cosa simile con le donne della tua famiglia?», e si mise ad enumerare i suoi parenti stretti: sua madre, sua sorella, e la sua sposa; e ad ogni volta, il giovane uomo rispondeva: «No, ciò non mi piacerebbe affatto!». Il Profeta allora concluse dicendo: «Orbene, le persone sono come te; essi pure non amano che si faccia ciò con le donne della loro famiglia». Poi egli mise la sua nobile mano sul petto del giovane e fece questa invocazione: «Allàhumma, Oh nostro Signore, purifica il suo cuore, perdona le sue colpe, e preserva la sua castità». In seguito a ciò, nessuna cosa sembrò più ripugnante a questo giovane uomo della fornicazione (zinà).

I racconti di questo genere sono numerosi nella storia della vita del Profeta e dei suoi Compagni. C’è in particolar modo l’aneddoto, molto conosciuto, del beduino che urinò in un angolo della Moschea. Di un solo salto, i Compagni si alzarono per espellerlo senza riguardo, ma il Profeta (su di lui la grazia e la pace) l’impedì e coprì l’uomo con il suo mantello dicendogli [pure] di non avere fretta. Quando ebbe finito, il beduino esclamò: «Allàhumma, oh nostro Signore, accordaci la Tua misericordia, a Muhammad ed a me stesso, ma non accordarla alle altre persone!». Il Profeta allora disse: «Tu stai limitando qualche cosa di immenso [la Misericordia Divina] oh beduino!».

Shaikh_Sayidna_Ahmed_Al_AlawiMa tu ed io, abbiamo noi cosi tante nobili e buone maniere [come il Profeta]? La dolcezza non fa che abbellire le cose, mentre le brutalità non le fa che imbruttire. Ecco una parte di ciò che si poteva dire a proposito del fatto di ordinare e di proibire con dolcezza.

In quanto alle qualità di pazienza (sabr) e di intelligenza (hilm)[6] che deve avere colui che ordina o proibisce, esse hanno generalmente un effetto benefico sulla persona alla quale ci si rivolge, perché queste qualità presuppongono che ci sia una reale sollecitudine nei riguardi di questa persona. La Rivelazione ne ha fatto così allusione: «Pieno di sollecitudine verso voi, benevolente (ra’ùf) e misericordioso (rahìm) con i credenti».[7]

Non cercare di avere ragione quando qualcuno si rifiuta di ascoltarvi o che va contro a ciò che ordinate e proibite: ecco una dimostrazione di pazienza e d’intelligenza! Sai tu che al momento in cui uno dei suoi denti fu rotto [durante la battaglia di Uhud], il Profeta (su lui la grazia e la pace) si accontentò di dire: «Perdona al mio popolo perché non sanno». Forse tu però non hai una natura clemente? In questo caso, il tuo dovere è di acquisire questa qualità, nella misura in cui si può fare, in virtù di questa parola del Profeta (su lui la grazia e la pace): «La scienza si acquista con lo studio, ed è sforzandosi di essere clementi (tahallum) che si realizza questa virtù».[8]

santo-sufi-XX-secoloNon hai mai sentito questa parola di Gesù (su lui la pace) a proposito dei destini del suo popolo (I Cristiani) dopo di lui, come ce la riporta il Corano: «Se li punisci, in verità essi sono i Tuoi servitori (‘abdu-ka). Se li perdoni, invero sei Tu il Potente (‘Azìz), il Sapiente (Hakìm)».[9] Considera l’eccellenza di questa parola e la benevolenza di cui essa è portatrice (testimone)! Tuttavia, a dispetto dell’associazionismo di cui il suo popolo si rese colpevole in seguito, [Gesù] non è arrivato a dire ciò che tu hai affermato delle persone della comunità di Ahmad[10], e cioè che sono i peggiori delle creature; e questo, semplicemente perché secondo te venerare [amare] i santi dell’Islam è peccato. Il tuo cuore è duro, e tu sei senza pietà per i credenti: ecco la vera ragione delle tue affermazioni! Jabir Ibn ‘Abdallah riporta del Profeta (su lui la grazia e la pace) la seguente parola: «Chi non è misericordioso verso gli uomini, Dio non lo sarà al suo riguardo».[11] Questa è dunque una qualità particolare che deve avere colui che ordina o proibisce agli altri.

In quanto alla comprensione della religione[12] di cui deve fare prova colui che ordina o proibisce, è là il fondo del problema, il punto centrale di tutta questa domanda sull’ordinare il bene e sul vietare il male, perché l’incomprensione della religione di Dio porta generalmente a deliberare al contrario del Suo giudizio, ordinando il male e vietando il bene. Quale abominevole modo di esercitare l’autorità religiosa, pretendendo prescrivere ciò che conviene!

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Fonte del testo  in francese: http://oumma.com/Commander-le-bien-ou-interdire-le

Libera traduzione in italiano con aggiunta di note a cura di Umar A.F. – 10.10.2012

 

Note:

[1] È un ordine divino tratto dal Corano: «Sorga da voi una comunità i cui membri chiamino al bene, ordinino le sagge tradizioni (al-ma’rùf)[ciò che è buono/le buone cose] e proibiscano l’iniquità (al-munkar)[ciò che è riprorevole]): sono questi che prospereranno». (Corano 3,104 e anche vv.110).

[2] Shaykh sidi Ahmad al-‘Alawi, vissuto e deceduto in Algeria (1869-1934) fu uno dei principali rappresentanti del Tasawwuf (Sufismo) nord africano nel XX secolo. Era ricollegato alla Tariqa Shadhiliyya-Darqawiyya. Vedi il Libro “Un Santo Sufi del XX Secolo. Lo Sceicco Ahmad al-‘Alawi”- di Marting Lings, (trad. it.) Ed. Mediterranee, Roma 1994.

[3] Shaykh al-Alawi risponde qui all’autore di un Libro polemico che criticava vivamente il Tasawwuf (Sufismo) e i suoi insegnamenti. Mentre il Tasawwuf è la Scienza della ‘purificazione dei cuori’ e il perfezionamento della Fede (Ihsan) e si basa sul Corano e sulla Sunna del Profeta Muhammad (s.a.s.).

[4] Riferimento al versetto del Corano:« Non è un’azione pia entrare in casa dalla porta posteriore, la pietà è nel timore di Allàh. Entrate pure nelle case passando per le porte (…)» Corano 2, 189.

[5] «Aqirrù-hu»; si trova anche «da’ù-hu» in un hadit pressoché identico citato nel Kanz al-‘ummàl nr.13611.

[6] «Hilm» si tratta di una pazienza clemente e in qualche modo “tattica” verso gli altri.

[Anche ‘mite perspicacia’ che deriva dal Nome divino al-Halim: il Mite, il Perspicace. As-Suyùti riporta da Raja ben Abi Salama: “La mite perspicacia (hilm) è più elevata dell’intelligenza razionale (‘aql), perché Allàh prende da essa uno dei Suoi Nomi”. (nota tratta da Idris Zamboni, La Sura della Famiglia di Imran, pag. 389).]

[7] Questo il versetto coranico completo: «Ecco che è venuto a voi un Inviato che viene da voi stessi, al quale pesa il vostro male, pieno di sollecitudine verso di voi [che ha cura di voi e vi salvaguarda], benevolente e misericordioso con i credenti» (Corano 9,128).

Vedi anche: «Per quale Misericordia da parte di Allàh hai mostrato dolcezza (linta) nei loro confronti? Se tu fosti stato rude (fazz) e duro (jaliz) di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te. Usa loro clemenza, chiedi perdono per loro, (…)» (Corano 9, 159).

[8] Hadit riportato da Daràqutnì e Tabaràni (Kanz nr.29265). «Tahalli» ha anche questi significati: abbellimento interiore, adornarsi (interiormente) con belle virtù.

[9] Corano 5, 118. Questo versetto viene dopo i seguenti due versetti: «116. E quando Allah ha detto: «O Gesù figlio di Maria! Sei forse tu che hai detto alla gente: “Prendete me e mia madre come due divinità all’infuori di Allah?”», Rispose Gesù: «Gloria a Te! Come potrei dire ciò di cui non ho il diritto di dire? Se lo avessi detto, Tu certamente lo sapresti, perché Tu conosci quello che c’è in me e io non conosco quello che c’è in Te. In verità Tu sei il Supremo conoscitore dell’inconoscibile. 117 Ho detto loro solo quello che Tu mi avevi ordinato di dire: “Adorate Allah (u‘budù Allàh), mio Signore e vostro Signore”. Fui testimone su di loro finché rimasi presso di loro; da quando mi hai elevato [a Te], Tu sei rimasto a sorvegliarli. Tu sei testimone di tutte le cose» (Cor.5,116-117).

[10] «Ahmad» è uno dei nomi del Profeta Muhammad, e qui si parla della Comunità dei musulmani (Umma Muhammadiana).

[11] Hadith riportato da Bukhàri e Muslim (Kanz nr. 5972).

[12]il «Faqìh» Giurista, Giureconsulto, è chi conosce profondamente le regole della religione e la ragione di essere delle sue prescrizioni. In senso tecnico e storico, è l’esperto della giurisprudenza e del diritto islamico (fiqh). Il distinguo è stato stabilito in anticipo nell’hadith: «Quanti conoscono il diritto islamico (fiqh ) mancando di chiaroveggenza (laysabifaqîh!.

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