Magdi Allam alla riscossa!

di Spectator

allam_siamo_guerraMagdi Allam è come “Rocky Balboa”. Ti aspetta sempre una nuova puntata della saga di quest’irripetibile personaggio.

Dal 19 settembre, in allegato a “Il Giornale”, è disponibile il suo nuovo libro: Islam. Siamo in guerra.

Il titolo promette bene e, basandoci sull’articolo-lancio dell’Autore, del 18 settembre, possiamo già anticipare che questa nuova “fatica” dell’ex vice-direttore del “Corriere della Sera” non sfigurerà accanto a pietre miliari come Viva Israele e Kamikaze made in Europe.

A noi però piace l’onestà intellettuale, quindi siamo disposti a riconoscere in alcune preoccupazioni del giornalista egiziano trapiantato in Italia un loro fondo di verità.

È vero che “gli italiani non amano l’Italia”. Altrimenti non sarebbe il bordello che è. Ed è vero anche che esiste, in frange islamiche stabilitesi nel nostro paese (quando non si tratta di “convertiti” più realisti del re), un brodo di coltura per quello che l’Allam stesso definisce Bin Laden in Italia o Jihad in Italia.

Il dubbio, comunque, ci assale: non sarà che l’italiano che “ama l’Italia” deve stravedere anche “Israele”? E vogliamo davvero credere che il cosiddetto “integralismo islamico” sia un acerrimo nemico di quell’America che dovrebbe far palpitare il cuore d’ogni ‘italiano vero’?

Il personaggio – dicevamo – non è affatto scemo, ed anzi ha dato prova di un certo acume (e coraggio) scrivendo articoli sul fondamentale problema dell’emissione monetaria, avendo appreso la lezione di Auriti dal compianto Savino Frigiola.

Molto meno convincente, però, è stato il suo battesimo in mondovisione officiato nientemeno che da Benedetto XVI, in una versione moderna della “vita straordinaria” di Leone l’Africano. Ma il Nostro, dopo aver tanto fomentato la “crociata”, s’è trovato orfano di papa Ratzinger e con un Bergoglio che quasi quasi gli sta facendo venir voglia di “sbattezzarsi”.

magdi_lastricoQuel cambio di religione così spettacolare e strombazzato fu l’apoteosi della sua carriera. Ma dopo aver giocato la carta della politica (che dal Parlamento Europeo l’avrebbe condotto ad un fallito tentativo di farsi eleggere Governatore della Basilicata), l’autore di memorabili ed ubique comparsate televisive nelle serate sovreccitate che seguirono l’11 settembre 2001 imboccò il viale del tramonto.

Ma l’Allam pare affetto da una smania di protagonismo irrefrenabile, che unita ad una visione unilaterale della religione islamica, la quale coincide curiosamente, ma ‘in negativo’, con la lettura che ne danno tutti i cosiddetti “fondamentalisti”, lo conduce a svolgere una ‘provvidenziale’ funzione di complemento nello “scontro di civiltà” promosso dalle élite che governano l’Occidente.

D’altra parte, il fautore di una Europa cristiana libera commette – in buona compagnia – il madornale errore (?) di identificare una “Europa cristiana” con l’Occidente, che è cosa affatto diversa, come hanno dimostrato fior di storici e studiosi delle idee, tra i quali ricorderemo il Franco Cardini de L’invenzione dell’Occidente (proprio in contrapposizione ad una “Europa cristiana”!).

È per questo che “Il Giornale” – quello che accanto a cose egregie sulla Siria e la Russia dà carta libera alla Nirenstein e plaude alla Santanché – si pregia della collaborazione di quello che un brillante blogger definì il “Il Pinocchio d’Egitto”.

Una definizione divertente ma inesatta. Perché se Pinocchio è assurto nella cultura popolare ad emblema della bugia, resta il fatto che il celebre e simbolico burattino – esito del genio di Collodi e non a caso vestito dei colori della bandiera italiana – raffigura pregi e difetti degli italiani stessi: una nazione di gente fondamentalmente onesta ed ingenua, che però si fa trascinare da cattive compagnie e per questo si trova sempre a mal partito. Come l’Italia, che da quando dà retta a schiere di Lucignoli e si fa beffe dei paterni consigli di qualche residuale Mastro Geppetto non fa altro che inanellare una catastrofe dopo l’altra…

huntingtonL’importante, per l’Allam ed i suoi promotori, è dunque farci restare nell’alveo anglo-wahhabo-sionista del Clash of Civilizations, per glorificare ed imporre a tutti noi italiani ed europei la cosiddetta “civiltà occidentale”, peraltro immaginaria ed idealizzata. Peccato infatti che senza la “civiltà occidentale” non esisterebbe nemmeno un “fenomeno” come Magdi “Cristiano” Allam. Che – ribadiamo – su più di una questione afferma cose non peregrine, ma riducendo il “problema immigratorio” ad un mero “problema religioso” si presta a svolgere il ruolo di ascaro di una campagna islamofoba finalizzata a non far capire agli “occidentali”, immersi in una crisi esistenziale senza sbocchi, che esiste un Islam diverso e più congeniale ad essi di quello degli assatanati che affollano le cronache giornalistiche e fanno versare fiumi d’inchiostro a sedicenti “esperti”. Un “Islam europeo”, insomma, perché non sta scritto da nessuna parte che l’abbandono totale e fiducioso al Signore debba passare per una arabizzazione culturale gettando a mare, in cambio di migliaia di “migranti”, secoli, se non millenni, di storia e civiltà!

L’immigrazione ed i suoi problemi per Magdi Allam fan tutt’uno con “l’islamizzazione”, il che non solo è falso ma sorvola sugli aspetti del fenomeno immigratorio più problematici e meno digeribili persino per un operaio iscritto alla Fiom o un neolaureato in Mediazione culturale animato dalla più ampia delle “aperture”. Ma cos’altro potrebbe fare uno che, trattando la questione in maniera meno strumentale, dovrebbe domandarsi in fondo che cosa ci fa qua, lui egiziano, a pontificare (!) a destra e a manca dalle colonne della stampa del Bel Paese?

Non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello che se i quarantenni europei di oggi non han fatto figli è unicamente colpa del “modello” edonistico che hanno subito e che in una certa misura hanno per forza di cose approvato.

“Gli islamici”, in questo disastro generazionale tutto made in Italy, non c’entrano un’emerita pippa!

Che poi un “Islam” modernista e fanatico esista davvero e sia effettivamente un problema, è un altro discorso, ed è un guaio per tutti, musulmani tradizionali compresi, ma allora Magdi Allam dovrebbe parlar chiaro e smetterla di agitare una generica islamofobia al posto di una disamina oggettiva ed impietosa delle cause, palesi ed occulte, dei recenti flussi migratori.

E visto che il dato “culturale” lo assilla più d’ogni altro, dovrebbe anche essere onesto fino in fondo ed ammettere che per molti immigrati “l’Islam” è anche un forte elemento “identitario”, per cui se un pericolo c’è per “noi” (includendo anche l’Allam che “s’è fatto italiano”) esso consiste nel vederci mettere in piedi in capo, a casa propria, da etnie che fino a prova contraria sono ospiti e che sovente fanno una confusione tremenda tra l’universalità del Messaggio coranico e l’Arabismo particolarista che volenti o nolenti hanno introiettato.

DubaiChristmasDetta in altro modo, se da un risveglio spirituale degli europei stessi, grazie al contributo dell’Islam, derivasse la fine della cosiddetta “civiltà moderna” con i suoi errori capitali non ci sarebbe che da ringraziare eternamente l’Islam ed i musulmani più esemplari. Ma se dall’immigrazione islamica l’Europa incamerasse moltitudini più che altro desiderose di “integrarsi” nella “modernità” – col “multiculturalismo” ed il meticciato a sostegno del “mercato” e della “democrazia” – potremmo allora tranquillamente fare a meno di quest’ultimo capitombolo verso il compimento della nostra fine.

In un modo o nell’altro, sulla “questione islamica” la nostra posizione diverge da quella dell’autore di Islam. Siamo in guerra. Semplicemente perché noi siamo per la Tradizione, mentre lui – anche se in mezzo ad importanti distinguo come quello sulla moneta-debito, alcuni temi “etici” e condivisibili allarmi sulla discriminazione al contrario degli italiani rispetto agli immigrati – è un entusiasta della “civiltà moderna” e della sua “libertà” di cartapesta. Che cos’è infatti la “nostra civiltà” che dovremmo difendere a spada tratta contro i “nuovi barbari”? Il Medio Evo e la sua “luce” sono lontani. Le chiese sono diventate musei a pagamento. E stendiamo un velo pietoso sugli attuali rappresentanti ufficiali del Cattolicesimo, che sono da criticare non perché “arrendevoli” verso l’Islam ma perché sono venuti meno alla loro funzione di rappresentanti d’Iddio sulla terra.

Se Magdi Allam, forte delle sue entrature nei giornali e nelle tv, intendesse davvero svolgere un servizio a tutti gli italiani, dimostrando di “amarli” veramente, presterebbe la sua inesauribile vena polemica alla messa in guardia dalle contraffazioni moderniste della religione, tutte ugualmente nocive, riponendo nel fodero la spada dell’uso identitario della religione. Lo smascheramento del preteso “Islam politico” quale abbassamento e svilimento di qualcosa che non può essere ridotto alle meschinità delle “elezioni”. E la definizione della visione del mondo del “musulmano medio”, imbevuto di tv satellitari e telepredicatori, per quello che è: l’esatta speculare versione islamica del quacchero americano e delle sue repliche sioniste. In una mano il libro sacro, nell’altra il portafoglio bello gonfio, perché “religione” e “mercato” devono andare d’accordo.

Ma questo, Magdi Allam – a meno che non intervenga un’altra “conversione”, questa volta indirizzata a quella unica Verità postulata da tutte le religioni – non pare volerlo fare. Ed è così che “Il Giornale”, interessato alle polemiche e non alla Verità, proseguirà chissà quanto ancora ad ospitarne gli scritti.

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