“Uccelli bianchi e uccelli neri”

di Shaykh Tierno Bokar, il saggio di Bandiagara (*)

(a cura di Umar A. Frigo)

tierno_bokarShaykh Tierno Bokar non solamente si asteneva dal giudicare gli altri, ma egli cercava di farci comprendere che un ‘buon pensiero’ è sempre preferibile ad un cattivo pensiero, anche verso coloro che noi consideriamo nemici. Non era sempre facile per lui convincerci, come dimostra l’aneddoto seguente dove ci parlò degli uccelli bianchi e degli uccelli neri.

Quel giorno, Shaykh Tierno Bokar ci aveva commentato il versetto [del Corano] che dice: “Colui che ha fatto il peso di un atomo di bene lo vedrà; colui che a fatto il peso di un atomo di male lo vedrà” (Corano XC: 7-8).

Noi gli chiedemmo [spiegazioni] a proposito delle buone azioni e lui ci rispose:

– La buona azione, la più proficua, è quella che consiste nel pregare per i propri nemici.

– Come? io risposi stupito. Generalmente, le persone tendono a maledire i loro nemici piuttosto che a benedirli. Ciò non ci farebbe sembrare un po’ degli stupidi nel pregare per i nostri nemici?

– Forse, rispose Tierno, ma solamente agli occhi di quelli che non hanno compreso. Gli uomini certo, hanno il diritto di maledire i loro nemici ma così facendo [nel maledirli] fanno molto più torto a loro stessi che non nel benedirli.

– Non comprendo, risposi. Se un uomo maledice il suo nemico e se la sua maledizione arriva, può distruggere il nemico. Ciò non dovrebbe piuttosto dargli una soddisfazione?

– In apparenza forse, rispose Tierno, ma questo non è che una soddisfazione dell’anima egoista individuale (nafs, l’ego), dunque una soddisfazione di un livello inferiore, materiale. Dal punto di vista superiore e spirituale, è il fatto di benedire il proprio nemico che è più proficuo. Anche se si passa per un imbecille agli occhi degli ignoranti, in realtà si dimostra, con questo, la propria maturità spirituale ed il grado della propria saggezza. – Perché? io gli chiesi

uccelli_bianchi_neriÈ allora che Tierno, per aiutarmi a comprendere, parlò degli uccelli bianchi e degli uccelli neri. 

«Gli uomini – disse – nei loro rapporti reciproci, sono paragonabili a muri posti uno di fronte all’altro. Ogni muro è costellato di moltissimi buchi in cui si annidano (hanno il loro nido) uccelli bianchi e uccelli neri.

– Gli uccelli Neri sono i Cattivi pensieri, le Cattive parole.

– Gli uccelli Bianchi sono i Buoni pensieri, le Buone parole.

Data la loro forma, gli uccelli bianchi possono entrare solo nei buchi degli uccelli bianchi e, altrettanto, gli uccelli neri possono infilarsi solo nei buchi degli uccelli neri. Adesso immaginiamo due uomini che si credono nemici uno dell’altro. Chiamiamoli Yussuf  e Alì.

Un giorno Yussuf, persuaso che Alì gli voglia del male, si sente pieno di collera nei suoi confronti e gli manda un pensiero molto cattivo, vale a dire che gli invia un uccello nero lasciando così libero il buco corrispondente. Il suo uccello nero vola fino ad Alì e, per sistemarsi, cerca un buco libero adatto alla propria forma.

Se Alì, dal canto suo, non ha inviato alcun uccello nero verso Yussuf, cioè se non ha emesso pensieri cattivi, non avrà buchi neri vuoti a disposizione. Non trovando posto dove sistemarsi, l’uccello nero di Yussuf sarà costretto a ritornare al suo nido d’origine, riportando con sé il male di cui era gravato, male che finirà per rodere e distruggere lo stesso Yussuf.

saggio_bandiagaraImmaginiamo invece che Alì, a sua volta, abbia emesso un cattivo pensiero: nel far ciò avrà liberato un buco dove l’uccello nero di Yussuf potrà annidarsi e depositare una parte di male, compiendo così la sua missione distruttiva. Intanto l’uccello nero di Alì avrà raggiunto Yussuf infilandosi nel buco lasciato libero dall’uccello nero di quest’ultimo. Perciò entrambi gli uccelli neri avranno raggiunto l’obiettivo e lavoreranno a distruggere l’uomo cui erano destinati.

Però, a missione compiuta, ciascuno tornerà al suo nido d’origine, perché è stato detto (nel Corano): «Ogni cosa ritorna alla sua fonte». Poiché il male di cui erano gravidi non è ancora esaurito, lo stesso male si rivolgerà contro gli autori finendo col distruggerli. Insomma, l’autore di un cattivo pensiero, di un malaugurio o di una maledizione, viene danneggiato sia dall’uccello nero del nemico, che dal proprio uccello nero quando ritorna presso di lui.

La stessa cosa avviene con gli uccelli bianchi. Se noi ci limitiamo a inviare al nemico solo dei buoni pensieri (uccelli bianchi), mentre quest’ultimo ce ne invia di cattivi, i suoi uccelli neri non troveranno posto dove alloggiare presso di noi e torneranno così da chi li ha inviati. Quanto agli uccelli bianchi carichi dei buoni pensieri da noi inviati, essi non trovando posti liberi presso il nemico, ci ritorneranno carichi di tutta l’energia benefica di cui erano portatori.

Alla fine, se noi emettiamo solo buoni pensieri, nessun male e nessuna maledizione potranno mai raggiungere il nostro essere. Ecco perché bisogna sempre benedire (parlare bene) amici e nemici. La benedizione non si limita a raggiungere l’obiettivo per compiervi la sua missione di pace, ma prima o poi ci ritorna indietro con tutto il bene di cui era fornita.

an-NurÈ ciò che i Sufi chiamano «l’egoismo auspicabile». È il legittimo Amore per Allàh, legato al rispetto di se stessi e del prossimo, perché ogni uomo, buono o cattivo, è ricettacolo di una particella di Luce (Nûr) Divina».

È per questo che i Sufi, conformemente agli insegnamenti del Profeta (saws), non vogliono sporcare la loro bocca né il loro essere con delle cattive parole, o con dei cattivi pensieri, anche se fosse solo per delle critiche apparentemente benigne.

In ragione stessa del principio che «ogni cosa ritorna alla sua fonte», Shaykh Tierno Bokar ci esortava a generare le più pure vibrazioni spirituali consacrando il nostro pensiero e la nostra lingua alla recitazione del Nome di Allâh (dhikru-Llâh).

***

NOTA

(*) Tratto dal Libro: “Vie et enseignement de Tierno Bokar – le Sage de Bandiagara”, di Amadou Hampâté Bâ – Editions du Seuil (pagg. 168-172). Traduzione italiana e documento a cura di Umar A. Frigo – (Vr) 20/09/2010.
Tierno Bokar è nato a Segou, nel Mali, nel 1875, ed è morto nel 1939. È stato un mistico musulmano africano, uno Shaykh Sufi, Maestro Spirituale del Tasawwuf (Sufismo). Tierno Bokar è stato l’incarnazione stessa dell’amore e della bontà. Amore per Allâh, prima di tutto, assoluto, senza riserve; e poi amore per tutte le creature viventi, dall’uomo fino alle creature più modeste della natura, animali o vegetali.

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There are 4 comments for this article
  1. tango at 5:36 pm

    Non poche sono state le volte in cui ho insegnato, ai miei figli, la legge degli “uccelli bianchi e neri” , ciononostante non ho saputo, fino ad oggi chi ne fosse l’autore. Sig. Frigo sarebbe cosi’ gentile da indicarmi dove posso reperire (tradotto in italiano o inglese ) tale libro colmo di perle? ( “Vie et enseignement de Tierno Bokar – le Sage de Bandiagara” ) . Leggendo quanto sopra, mi sono adoperato ad approfondire ulteriormente, purtroppo ho solo trovato qualche appunto sulla sua (Tierno Bokar ) profonda saggezza : “Infine, Allàh è l’imbarazzo delle intelligenze perché tutto ciò che tu concepisci col pensiero e materializzi con la parola per definire
    Allàh, cessa istantaneamente di essere Allàh per diventare il tuo
    modo personale di concepirlo. Infatti Allàh sfugge ad ogni
    definizione.”
    (pp146-147)

  2. Lorenzo Lorenti at 4:36 pm

    Uscì una versione, oggi esaurita, del bellissimo libro di Amadou Hampaté Bà anche tramite le edizioni L’Ottava di Franco Battiato. Inizio anni 80 insieme a un conoscente, presi contatto epistolare proprio con lui a fini di studio. Al tempo era lo Sheyhk della Tijāniyya ed era in rapporti stretti con un mio corrispondente francese che prese contatto epistolare con René Guénon dalla fine della guerra fino alla sua morte.
    http://www.dailymotion.com/video/xe4wmi_oiseaux-blancs-et-oiseaux-noirs_webcam

    • il discrimine Author at 7:02 am

      È vero, c’è anche quest’edizione, ma non è di facile reperimento perché L’Ottava ha cessato le pubblicazioni, tra le quali si annovera anche una traduzione de “Il libro dei cerchi”, di Ibn as-Sîd.

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