Sull’estetica puerile dell’Isis

Riceviamo da un Lettore de Il Discrimine e pubblichiamo.

isis_coptiIl messaggio apocalittico dell’Isis è palese. Anche nel recente video dei copti egiziani rapiti e giustiziati in Libia la retorica fa riferimento alle tradizioni escatologiche islamiche sul ritorno di Gesù alla fine dei tempi…

Il medesimo video è anche, esteticamente parlando, una delle americanate più palesi che possa capitare di vedere in giro: http://www.si24.it/2015/02/16/isis-video-integrale-senza-censura-decapitazione-21-copti-egiziani-siamo-a-sud-di-roma/80627/

Niente da invidiare al ciarpame (a cui ormai hanno abituato anche noi) che passano quotidianamente le televisioni americane e inglesi. Una recitazione volutamente di terz’ordine, perché probabilmente è stato dimostrato da qualche studio di Psicologia che in questo modo si trasmette una maggiore sensazione di realismo, di ‘documentario’, una recitazione-limbo, a metà strada tra realtà e vera e propria recitazione, esattamente come quella impiegata in qualsiasi reality show. Con giubbetti neri nuovi di pacca, plasticosi, e idem per quelli arancioni dei condannati a morte.

Ridicolo e grottesco fino al punto che, in qualche modo, la passeggiata di queste ‘coppiette’ bicolori di boia e condannati a morte che avanzano su di una spiaggia deserta ricorda le sfilate delle modelle sulle passerelle.

Non è forse ironico, o, sarebbe meglio dire, non è forse pieno di significato il fatto che coloro che pretendono di restaurare un ordine tradizionale e di spazzare via la barbarie rappresentata dalla cultura occidentale non possano fare a meno, conducendo al macello i “loro nemici”, di evocare una passerella, ovvero uno dei simboli per eccellenza della vacuità effimera della civiltà contemporanea e di quella “moda” profana, in incessante cambiamento, che essi pretenderebbero di combattere con dei valori eterni?

Il che non esclude, peraltro, che gli egiziani rapiti siano stati giustiziati davvero. Anzi il fatto renderebbe la cosa ancor più grottesca, ovvero satanica, il che non dovrebbe stupire, visti i personaggi.

Uccidere veramente, ma in modo farsesco. Non è forse questo il modo migliore di offendere ciò che v’è di più sacro? Ovvero la vita, e dunque la morte, di un essere umano?

Spesso l’estetica viene ritenuta una cosa superficiale, si immagina che essa non sia importante. Non è vero, essa è importante eccome, e questi video lo dimostrano.

cupola_rocciaUn “califfo” che sposa l’estetica puerile della tv spazzatura, ve lo immaginate!? Ripensiamo alla bellezza della Cupola della Roccia a Gerusalemme, o della Moschea degli Omayyadi di Damasco, per capire di che cosa stiamo parlando e di che stoffa erano intessuti i veri califfi.

Questi invece hanno la stessa estetica dei marines, o dei tronisti di Uomini e Donne di Maria de Filippi, o dei calciatori, o dei film di Tarantino, ma si proclamano araldi del Messia! Gli eletti che entreranno nella città santa! Ma ci rendiamo conto della pagliacciata?

Ma grazie a Dio la realtà rimane pur sempre realtà. E la dimostrazione di cosa siano veramente costoro è data dal fatto stesso che essi riscuotano un qualche successo tra i giovani occidentali. Ognuno infatti riconosce, ed è attratto, solo da ciò che gli corrisponde intimamente, da ciò che egli “riconosce”, e se dunque i giovani occidentali sono attratti da questa farsa significa che questa farsa è un prodotto che proviene dalla stessa, oscura sorgente, da cui provengono il loro modo di pensare e la loro estetica, ovvero, nel complesso, i loro ‘gusti’.

Bisognerebbe riflettere bene sui propri ‘gusti’, e su quelli delle persone in generale… sembra infatti di intuire che non sia poi una questione tanto secondaria quella che riguarda “che cosa piace” a ciascuno. E del resto uno dei paragoni più utilizzati per riferirsi in termini ‘umani’ alla realizzazione spirituale nei testi sufi non è forse la parola dhawq, che significa proprio “gusto”, o “sapore”? Bisogna credere che questa coincidenza sia completamente fortuita?

E quanto dovrà esser grande, poi, questa comunità dei “giusti” per la quale l’Isis lotta con tanto zelo, se vi dovranno rientrare tutti i loro “fratelli”; coloro che gli corrispondono intimante e di cui in fondo essi sono “compagni” (cum panis), dato che mangiano dalla stessa mensa lo stesso, medesimo pane dal medesimo familiare “sapore”, giacché preparato e servito loro dalla loro comune e legittima “madre”? Ovvero tutti coloro che hanno il loro stesso “gusto”: e dunque tutti i calciatori e le soubrette di questo mondo, i tronisti, i personaggi del Grande Fratello e i marines?

Forse la risposta è: “grande come l’Inferno”.

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