Arrestato Dieudonné: e il “controverso” diritto a farsi una risata?

di Enrico Galoppini

Tutto questo accalorarsi sulla “libertà di espressione” e “di satira” sta assumendo dei connotati davvero… comici.

Quest’oggi è stato arrestato l’umorista francese (di padre camerunense e madre bretone) Dieudonné M’Bala M’Bala.

dieudonne_fbIl “reato”? Ha scritto su Facebook, dopo la manifestazione “oceanica” parigina in difesa della “libertà di espressione” e “di satira” (e per i “nostri valori” di “libertà” eccetera) di sentirsi “Charlie Coulibaly”.

Cosa voleva intendere il comico che, non più idolo “di colore” degli apologeti del “mondo a colori”, ha fatto sbellicare dalle risate milioni di francesi sulle più svariate “contraddizioni” (eufemismo) della politica e della cultura francesi?

Evidentemente, come da lui stesso spiegato, intendeva rimarcare, con un accostamento “scandaloso” ed “esagerato”, la differenza di trattamento riservata, dalle “autorità”, alla sua satira e a quella del Charlie Hebdo (anche prima della strage).

quenelle_ananasIn verità le “autorità” cosiddette non aspettavano altro per regolare i conti con un personaggio davvero scomodo perché anticonformista, impossibile da incasellare in qualche rassicurante “conventicola”, e dunque “incontrollabile”: “apologia del terrorismo”!

Cosa significhi non è affatto chiaro, come quella “di fascismo” ed altre analoghe, usate dal potere (cioè da chi ha occupato “democraticamente” la “cittadella” del potere) a geometria variabile, ovvero a completa ed insindacabile discrezione degli organi preposti alla tutela del cosiddetto “ordine pubblico” (concetto importante, ma oggi strapazzato oltremisura a beneficio d’interessi di parte).

La cosiddetta “stampa libera”, che invariabilmente presenta Dieudonné come “controverso”, cioè “discussso” e “discutibile” (ma da chi?), gongola di felicità (si noti in questo solo esempio quale acredine, invero strana, per un giornale “autorevole”, “moderato” e “indipendente”). E festeggia l’arresto all’unisono, segno che è davvero “libera”!

dieudonne_nantesPerché le cose sono due: o tutti quelli che vanno a vedere Dieudonné (trovandosi, come a Nantes, all’inizio di quest’anno, il teatro chiuso per ordine del ministero dell’Interno) sono pagati e/o collusi con la suddetta “apologia”, e perciò persone indegne ed inqualificabili; o siamo di fronte ad un panorama mediatico che non dà voce al pensiero di milioni di persone (compreso Facebook, dove imperversano insulti, i più tremendi ed oltre “l’incitamento all’odio”, verso l’Islam e i musulmani).

D’altra parte, questa è la “democrazia”. Un sistema per nulla “controverso” (perché sottratto ad ogni discussione) che va annegando nella palude delle sue contraddizioni, dalla condanna per “razzismo” di un francese dalla pelle nera (segno che va bene solo lo “Zio Tom”) all’arresto di un comico mentre un paese intero “si ferma” per rendere omaggio al “diritto alla satira”!

Gli articoli de Il Discrimine possono essere ripubblicati, integralmente e senza modifiche (compreso il titolo), citando la fonte originale.

There are 2 comments for this article
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  2. Antonio Caracciolo at 12:57 pm

    Sto seguendo e studiando la faccenda fin dalle sue battute iniziali e non so fino a quando questa storia si protrarrà e con quale successo da parte di chi l’ideata, sfruttata e quali possano essere le finalità…

    Ognuno di noi (singolarmente: altrimenti ci contestano un reato “associativo”) deve cercare di capire quanto più possibile e far capire ciò che ha capito nelle forme consentite…

    A mio avviso, la breve frase (esposta per NON più di un’ora su Facebook!) contiene una forte carica ironica, variamente interpretabile ma non incriminabile… se non vi fosse già un disegno persecutorio e repressivo…

    Esiste una contraddizione di fondo che è di elementare evidenza:

    Non mi puoi fare una manifestazione come quella parigina per la difesa della libertà di pensiero e per il diritto a poterlo manifestare pubblicamente e poi subito dopo andarmi ad arrestare Diuedonnè con un processo alle intenzioni…
    La Francia è il paese della legge Fabius-Gayssot…

    Ormai però il sistema ha forgiato tanti idioti disposti a sottoscrivere che una mera “opinione” è altro da una mera “opinione”: sostengono che è di per sé un “reato” in quanto si discostino da una “verità” o piuttosto da un tabù di Stato…
    In realtà, queste faccende si risolvono non sul piano della discussione, del contraddittorio animato da spirito di verità (la ricerca del “vero”, che presuppone appunto la discussione e il contraddittorio) ma purtroppo solo sul piano della forza bruta, militare… Finché l’Europa sarà occupata militarmente dalle truppe Alleate che ci sconfissero nel 1945, questa cui asssistiamo è una delle conseguenze dirette e permanenti, alla quale dobbiamo abituarci, andando alla ricerca degli giusti strumenti per potersi contrapporre…

    Quanto alla questione del presunto “terrorismo islamico” mi diventa sempre più chiaro la religione in quanto tale, in quanto teologia dell’Islam, non c’entra assolutamente nulla in quanto lo scontro in atto è interamente e unicamente “politico”:

    si vuole criminalizzare l’intero mondo islamico per produrre in esso lo stesso senso generalizzato di “colpa” prodotto sui vinti europei dal Tribunale di Norimberga e dall’ideologia che ha prodotto… Si vuole trasformare ogni persona di religione musulmana in un delatore della sua stessa gente, delle persone che ne condividono la fede religiosa… Non basta che sia acclarata l’assoluta NON CONNESSIONE fra religione islamica (cristiana, buddista…) e violenza, uccisione, omicidio, ma si vuole un concorso attivo nell’opera di repressione e di investigazione…

    Personalmente, da NON musulmano, ritengo che la presenza in Italia e in Europa della religione islamica sia un benefico contrappeso ad altre presenze para-religiose che hanno ormai assunto carattere totalitario e pervasivamente illiberale.

    È con le armi del pensiero che bisogna saper combattere e condurre una lotta che è stata concepita per uccidere ogni pensiero libero…
    La natura è però tale per cui ognuno di noi normalente crede a ciò che pensa nell’arcano della sua coscienza: l’alternativa che il Potere può porre è se si deve e si può dire ciò che si pensa o lo si può solo pensare senza dirlo…
    Tralascio la più complessa e delicata questione di come un pensiero si forma nel tempo e con il tempo faticosamente giunge alla “verità” liberandosi dalla “menzogna”…
    Per adesso, la strategia di difesa dovrebbe partire dalla mera constatazione se ci si può o non ci si può esprimere liberamente, a prescindere dalla condivisibilità delle proprie opinioni, che NON possono mai essere in quanto tali un “reato”…

    Per concludere, mi sembra ovvio che pochi giorni fa in Parigi, autoproclamatasi Capitale del Mondo, sia stata inscenata la grande Sagra dell’Ipocrisia, le cui fondamenta sono alquanti fragili…

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